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Pasqua, il Papa: "Orgoglio alimenta guerre e violenze"

Il Papa affacciato alla Loggia delle Benedizioni  |  | Petrik Bohumil - Catholic News Agency Il Papa affacciato alla Loggia delle Benedizioni | | Petrik Bohumil - Catholic News Agency

Il messaggio pasquale ai popoli e alle nazioni è un'occasione per tutti i Papi per invocare la pace sul mondo. E anche Francesco non ha mancato di farlo dalla Loggia centrale della Basilica Vaticana.

Dinanzi ad un mondo piegato e piagato dalla violenza e dalla guerra, il Pontefice ha ricordato che "Gesù Cristo è risorto! L’amore ha sconfitto l’odio, la vita ha vinto la morte, la luce ha scacciato le tenebre! Con la sua morte e risurrezione Gesù indica a tutti la via della vita e della felicità: questa via è l’umiltà, che comporta l’umiliazione. Questa è la strada che conduce alla gloria. Per entrare nel mistero bisogna chinarsi, abbassarsi. Solo chi si abbassa comprende la glorificazione di Gesù e può seguirlo sulla sua strada".

Grazie alla morte e risurrezione di Gesù - ha aggiunto il Papa - "i cristiani sono i germogli di un’altra umanità, nella quale cerchiamo di vivere al servizio gli uni degli altri, di non essere arroganti ma disponibili e rispettosi. Questa non è debolezza, ma vera forza! Chi porta dentro di sé la forza di Dio, il suo amore e la sua giustizia, non ha bisogno di usare violenza, ma parla e agisce con la forza della verità, della bellezza e dell’amore".

Chiediamo - ha implorato ancora Francesco - "la grazia di non cedere all’orgoglio che alimenta la violenza e le guerre, ma di avere il coraggio umile del perdono e della pace. A Gesù vittorioso domandiamo di alleviare le sofferenze dei tanti nostri fratelli perseguitati a causa del Suo nome, come pure di tutti coloro che patiscono ingiustamente le conseguenze dei conflitti e delle violenze in corso".

Il pensiero di Francesoc si è rivolto alla Siria e all'Iraq, alla Libia e allo Yemen, e "alla immensa tragedia umanitaria all’interno di questi Paesi e al dramma dei numerosi rifugiati": il mondo non resti inerte. Un appello Papa Bergoglio lo ha lanciato anche per la Terra Santa, affinchè cresca tra "Israeliani e Palestinesi la cultura dell’incontro e riprendere il processo di pace così da porre fine ad anni di sofferenze e divisioni".

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Papa Bergoglio ha poi auspicato che "l’intesa raggiunta in questi giorni a Losanna" sul nucleare iraniano possa essere "un passo definitivo verso un mondo più sicuro e fraterno".

E dopo aver chiesto il dono per la pace anche per Ucraina, Nigeria, Sud-Sudan e Repubblica Democratica del Congo, Francesco ha elevato una preghiera "incessante per coloro che hanno perso la vita – penso in particolare ai giovani uccisi giovedì scorso nell’Università di Garissa, in Kenya –, per quanti sono stati rapiti, per chi ha dovuto abbandonare la propria casa ed i propri affetti".

Possano ottenere "pace e libertà" i "tanti uomini e donne soggetti a nuove e vecchie forme di schiavitù da parte di persone e organizzazioni criminali. Pace e libertà per le vittime dei trafficanti di droga, tante volte alleati con i poteri che dovrebbero difendere la pace e l’armonia nella famiglia umana. E pace chiediamo per questo mondo sottomesso ai trafficanti di armi".

L'augurio di pace che per primo Gesù rivolse ai suoi discepoli - ha concluso il Papa - arrivi "agli emarginati, ai carcerati, ai poveri e ai migranti che tanto spesso sono rifiutati, maltrattati e scartati; ai malati e ai sofferenti; ai bambini, specialmente a quelli che subiscono violenza; a quanti oggi sono nel lutto; a tutti gli uomini e le donne di buona volontà".

Terminata la lettura del messaggio, Papa Francesco ha impartito la solenne Benedizione Urbi et Orbi.