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Di cosa hanno parlato Papa Francesco e il prelato dell’Opus Dei Ocariz

Un incontro per definire la riorganizzazione dell’Opera secondo il motu proprio “Ad charisma tuendam”

Papa Francesco, monsignor Ocariz | Monsignor Ocariz con Papa Francesco | Opus Dei Papa Francesco, monsignor Ocariz | Monsignor Ocariz con Papa Francesco | Opus Dei

È servito per parlare della riorganizzazione dell’Opus Dei, l’incontro che monsignor Fernando Ocariz Brana, prelato dell’Opera, ha avuto con Papa Francesco lo scorso 3 giugno, insieme a monsignor Mariano Fazio. Dopo che Papa Francesco aveva ridefinito l’organizzazione con il motu proprio Ad Charisma Tuendam del 29 luglio 2022, i delegati dell’Opus Dei si sono incontrati a metà aprile per discutere gli emendamenti agli statuti dell’Opera. Ora, si trattava di presentare le modifiche al Papa.

I temi dell’incontro sono stati raccontati da monsignor Ocariz in una lettera diffusa a tutti i membri.

“Voglio comunicarvi – ha scritto il prelato - la gioia di essere stato ricevuto oggi dal Santo Padre Francesco. Durante l’udienza gli ho trasmesso l’affetto e l’unione dei fedeli dell’Opus Dei alla sua persona e l’ho informato del lavoro svolto lo scorso aprile durante i giorni del Congresso generale straordinario. Ho potuto anche raccontargli l’atmosfera di quei giorni e il desiderio di fedeltà al carisma di san Josemaría e di unione con il Papa che era evidente in tutti. Allo stesso tempo, ho comunicato al Santo Padre che abbiamo iniziato a lavorare con il Dicastero del Clero sul documento prodotto dal Congresso, in vista della decisione che la Santa Sede dovrà prendere”.

Inoltre, “don Mariano, che mi ha accompagnato, abbiamo avuto modo di raccontargli alcune delle iniziative apostoliche promosse da persone dell’Opera insieme a molte altre in vari Paesi, per cercare di trasmettere l’annuncio del Vangelo e servire molte persone”.

Il lavoro in questo momento è quello di confrontarsi con la Congregazione per il Clero, che ha preso la responsabilità dell’Opera al posto della Congregazione dei vescovi, sui documenti del Congresso Generale.

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L'Opus Dei ("opera di Dio") è stata fondata nel 1928 da San Josemaria Escrivá de Balaguer (1902-1975) come movimento cattolico laico. Il ramo femminile è stato istituito nel 1930. L'opera conta anche ben 2.000 sacerdoti propri. I membri dell'Opus Dei sono chiamati a plasmare la società attraverso una vita cristiana coerente.

A seconda delle circostanze della vita, ci sono diversi tipi di appartenenza tra i laici. Circa il 73 per cento costituiscono i cosiddetti soprannumerari. Sono per lo più sposati e vivono con le loro famiglie. Gli altri parenti vivono celibi o in un centro dell'Opus Dei (numerari) o in un altro luogo adatto alle loro circostanze (associati). Circa il 60 per cento dei membri sono donne.

L'Opus Dei gestisce diverse università, tra cui la Pontificia Università della Santa Croce a Roma. Nel 1982 papa Giovanni Paolo II concesse all'associazione l'allora nuova forma giuridica di "prelatura personale" con formazione sacerdotale separata. Ad oggi, l'Opus Dei è l'unica organizzazione cattolica in questa forma.

Tra le novità della riforma voluta da Papa Francesco, oltre al passaggio sotto la responsabilità della Congregazione del Clero, cui va sottoposto un rapporto annuale, il fatto che il prelato non può più essere insignito dell’ordine episcopale, e prende, invece, il titolo di Protonotario apostolico soprannumerario con il titolo di reverendo monsignore.

In pratica, il prelato dell’Opus Dei avrà il titolo di un vicario generale (anche se in realtà il titolo esatto sarebbe di reverendissimo monsignore), e dunque la prelatura personale non sarà più simile nella struttura alle prelature territoriali, come sono quelle di Pompei e Loreto, perché il prelato non potrà avere insegne pontificali e dunque di giurisdizione, come fu stabilito per i protonotari nella istruzione Ut Sive Sollicite del 1969, istruzione che riguardava titoli, vesti e insegne di Cardinali, vescovi e prelati.

La prelatura personale dell’Opus Dei sta cambiando forma, ma non sostanza. Lo stesso prelato, monsignor Ocariz, subito dopo la pubblicazione della Praedicate Evangelium aveva inviato una comunicazione a tutti i membri dell’Opus Dei sottolineando che, con la riforma, “cambia l’interlocutore ordinario con la Santa Sede (giacché molte delle questioni che la Prelatura tratta con la curia romana riguardano il suo presbiterio), ma non viene modificata in nulla la sostanza della Prelatura dell’Opus Dei, composta da laici e da sacerdoti, da donne e uomini, com’è sancito dagli Statuti che la Sede Apostolica diede all’Opera.

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