“Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli”. Si sofferma su questo passo, passaggio del Vangelo odierno, l’Angelus di Papa Francesco. Caratterizzato anche dall'annuncio di un Concistoro il prossimo 30 settembre.

“Ma di quali cose sta parlando Gesù? E poi, chi sono questi piccoli, a cui tali cose sono rivelate? Soffermiamoci su questo: sulle cose per cui Gesù loda il Padre e sui piccoli che le sanno accogliere”, dice il Papa.

“Le cose per cui Gesù loda il Padre. Poco prima il Signore ha ricordato alcune sue opere: «I ciechi riacquistano la vista [...] i lebbrosi sono purificati, [...] ai poveri è annunciato il Vangelo» (Mt 11,5), e ne ha rivelato il significato, dicendo che sono i segni dell’agire di Dio nel mondo. Il messaggio allora è chiaro: Dio si rivela liberando e risanando l’uomo, con un amore gratuito che salva. Per questo Gesù loda il Padre, perché la sua grandezza consiste nell’amore e non agisce mai al di fuori dell’amore. Ma questa grandezza nell’amore non è compresa da chi presume di essere grande e si fabbrica un dio a propria immagine: potente, inflessibile, vendicativo. In altre parole, non riesce ad accogliere Dio come Padre chi è pieno di sé, orgoglioso, preoccupato solo dei propri interessi, convinto di non aver bisogno di nessuno”, spiega il Pontefice.

“Gesù nomina, al riguardo, gli abitanti di tre città ricche del tempo, Corazìn, Betsàida e Cafarnao, dove ha compiuto molte guarigioni, ma i cui abitanti sono rimasti indifferenti alla sua predicazione. Per loro i miracoli sono stati solo eventi spettacolari, utili per far notizia e alimentare le chiacchiere: esaurito l’interesse passeggero, li hanno archiviati, magari per occuparsi di qualche altra novità del momento. Non hanno saputo accogliere le grandi cose di Dio”, sottolinea il Papa.

“I piccoli, invece, le sanno accogliere e Gesù loda il Padre per loro: “Ti benedico” – dice – perché hai rivelato il Regno dei Cieli ai piccoli. Lo loda per i semplici, che hanno il cuore libero dalla presunzione e dall’amor proprio. I piccoli sono quelli che, come i bambini, si sentono bisognosi e non autosufficienti, sono aperti a Dio e si lasciano stupire dalle sue opere. Loro sanno leggere i suoi segni, meravigliarsi per i miracoli del suo amore!”, aggiunge ancora Papa Francesco.

“Fratelli e sorelle, la nostra vita, se ci pensiamo, è piena di miracoli: è piena di gesti d’amore, segni della bontà di Dio. Di fronte ad essi, però, anche il nostro cuore può restare indifferente e diventare abitudinario, curioso ma incapace di stupirsi, di lasciarsi “impressionare”. Impressionare: è un bel verbo che fa venire in mente la pellicola di un fotografo. Ecco l’atteggiamento giusto davanti alle opere di Dio: fotografare nella mente le sue opere, perché si imprimano nel cuore, per poi svilupparle nella vita, attraverso tanti gesti di bene, così che la “fotografia” di Dio- amore diventi sempre più luminosa in noi e attraverso di noi”, questo il consiglio del Papa.

“ Sappiamo meravigliarci delle cose di Dio”? , dice il Papa a braccio.

“E ora chiediamoci: nella marea di notizie che ci sommerge, io, come ci mostra Gesù oggi, so fermarmi sulle grandi cose che Dio compie? Mi lascio meravigliare come un bambino dal bene, che silenziosamente cambia il mondo? E benedico il Padre ogni giorno per le sue opere? “, Francesco ci lascia con questa domanda.

Subito dopo la preghiera dell’Angelus il Papa passa ai consueti saluti.
“ Con dolore ho appreso che nuovamente è stato versato in terra santa, auspico che le autorità israeliane e palestinesi possano riprendere dialogo e aprire strade di riconciliazione e pace”, dice il Papa.

Poi il Papa ricorda la domenica del mare, “ringrazio i marinai che custodiscono il mare , tolgono dal mare le sporcizie che noi buttiamo la plastica, una volta dei marinai di San Benedetto del Tronto mi hanno raccontato le tonnellate di plastica che tolgono dal mare”, sottolinea il Pontefice. E un grazie infine anche a chi salva i migranti dal mare.

Infine un pensiero, immancabile, per l’Ucraina.