"La gente chi dice che sia il Figlio dell’uomo?”. Nell’Angelus odierno da Piazza San Pietro il Papa prova a commentare la domanda di Gesù che troviamo nel Vangelo di oggi.

“È una domanda che possiamo farci anche noi: cosa dice la gente di Gesù? In genere cose belle: molti lo vedono come un grande maestro, come una persona speciale: buona, giusta, coerente, coraggiosa... Ma questo basta per capire chi è, e soprattutto basta a Gesù? No. Infatti, se Egli fosse solo un personaggio del passato – come lo erano per la gente del tempo le figure citate nel Vangelo, Giovanni Battista, Mosè, Elia e i grandi profeti – sarebbe solo un bel ricordo di un tempo che fu. E questo a Gesù non va. Perciò, subito dopo, il Signore pone ai discepoli la domanda decisiva: Ma voi, chi dite che io sia?Chi sono per voi, adesso? Gesù non vuole essere un protagonista della storia, ma del tuo oggi, del mio oggi, non un profeta lontano, ma il Dio vicino!”, dice ancora il Pontefice.

“Cristo non è un ricordo del passato, ma il Dio del presente - commenta il Papa - Se fosse solo un personaggio storico, imitarlo oggi sarebbe impossibile: ci troveremmo davanti al grande fossato del tempo e soprattutto di fronte al suo modello, che è come una montagna altissima e irraggiungibile; vogliosi di scalarla, ma privi della capacità e dei mezzi necessari. Invece Gesù è vivo, Gesù vive nella Chiesa e nel mondo e ci accompagna, è al nostro fianco, ci offre la sua Parola e la sua grazia, che illuminano e ristorano nel cammino”.

“Non scoraggiamoci se a volte la cima della vita cristiana sembra troppo alta e la via troppo ripida. Guardiamo a Gesù sempre che cammina accanto a noi, che accoglie le nostre fragilità, condivide i nostri sforzi e appoggia sulle nostre spalle deboli il suo braccio saldo e gentile. Con Lui vicino, anche noi tendiamoci la mano gli uni gli altri e rinnoviamo la fiducia: con Gesù quel che da soli sembra impossibile non lo è più!”, conclude il Papa.

Subito dopo la preghiera mariana il Pontefice passa ai consueti saluti. “Giovedì prossimo partirò nel cuore dell’Asia in Mongolia, una visita desiderata, una chiesa piccola nei numeri, ma vivace nella fede, un popolo nobile e saggio. Sono felice di viaggiare per essere tra voi come fratello di tutti”, dice il Papa ricordando il suo prossimo viaggio in Mongolia.

Poi il Papa assicura la sua preghiera per le vittime degli incendi divampanti nord est della Grecia , esprime quindi la sua vicinanza al popolo greco.
E di nuovo il pensiero anche al popolo ucraino che soffre per la guerra.

“Santa Monica, con le sue preghiere e lacrime chiedeva la conversione di suo figlio, preghiamo per le mamma che soffrono per i figli perduti e sulle strade difficili della vita”, questo l’ultimo pensiero del Papa.