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Papa Francesco, appello per il Nagorno Karabakh, preghiera per il presidente Napolitano

Al termine dell’udienza, Papa Francesco fa un appello per l’aggravata situazione in Nagorno Karabakh e chiede preghiere per l’ex presidente della Repubblica, le cui condizioni si sono aggravate ieri

Papa Francesco, udienza generale | Papa Francesco durante una udienza generale | Vatican Media / ACI Group Papa Francesco, udienza generale | Papa Francesco durante una udienza generale | Vatican Media / ACI Group

Dopo l’attacco su larga scala nella regione del Nagorno Karabakh / Artsakh, operato dalle forze azerbaijane ufficialmente per contrastare il terrorismo, arriva la voce di Papa Francesco che chiede di trovare soluzioni pacifiche per la regione. Al termine dell’udienza, immancabile il ricordo del Papa per la “martoriata Ucraina”, mentre un pensiero va anche all’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, le cui condizioni di salute si sono aggravate ieri.

Al termine dell’udienza generale, dunque, Papa Francesco ha detto che “ieri mi sono giunte notizie preoccupanti dal Nagorno Karabakh, dove la già critica situazione umanitaria è gravata da ulteriori scontri armati. Rivolgo il mio appello a tutte le parti in causa e la comunità internazionale affinché tacciano le armi e si compia ogni sforzo per trovare soluzioni pacifiche nel rispetto della dignità umana”.

Riferendosi alla già critica situazione umanitaria, Papa Francesco si riferisce al blocco del corridoio di Lachin, unica via di accesso tra la capitale armena Yerevan e il territorio del Nagorno Karabakh / Artsakh. Dopo la guerra del 2020, una pace dolorosa ha fatto perdere all’Armenia il controllo di diversi territori nella regione, che fu messa sotto l’amministrazione dell’Azerbaijan, ma che in realtà è popolata da una maggioranza armena. Gli azerbaijani, tuttavia, rivendicano una loro presenza più antica nella regione, e lamentano che gli armeni, dopo aver preso il controllo del territorio negli Anni Novanta, avrebbero distrutto il loro patrimonio. Da parte armena, invece, si è messo in luce il “genocidio culturale” operato dagli Azerbaijani sin da quando hanno preso il controllo della regione nel secolo scorso, cancellando tracce di antica presenza armena, in particolare chiese e “kachkar”, le croci armene.

Il 19 settembre, il ministero della Difesa dell’Azerbaigian ha comunicato l’avvio di una “operazione antiterrorismo” volta a “ripristinare l’ordine costituzionale” nella regione indipendentista del Nagorno-Karabakh (Artsakh). L’intervento viene a seguito della morte di quattro militari e due civili nel distretto di Khojavend a causa dell’esplosione di una mina anticarro che Baku sostiene sarebbe stata piazzata da ribelli armeni. L’attacco ha subito raggiunto Stepanakert, la capitale della repubblica dell’Artsakh, che non è internazionalmente riconosciuta.

Da mesi, la regione è in blocco economico totale, e la popolazione civile non ha accesso a beni di importazione, compresi cibo e medicinali. L’Armenia, per ora, non entrerà in guerra con l’Azerbaijan, decisione che ha causato varie proteste.

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Questo il contesto delle parole del Papa. Papa Francesco ha poi voluto inviare un pensiero al presidente Giorgio Napolitano, che “è in condizioni gravi di salute: che abbia conforto questo servitore della patria”.

Infine, Papa Francesco ha espresso ancora vicinanza e preghiera per l’Ucraina.