Ultime Notizie: Nagorno Karabakh

Il monastero di Dadivank, in Nagorno Karabakh / Artsakh / Wikipedia

Nagorno Karabakh, 400 luoghi cristiani a rischio

Da quando il Nagorno Karabakh è stato assegnato alla gestione dell’Azerbaijan, musulmano, negli Anni Venti del secolo scorso, gli studiosi hanno dettagliato quello che hanno ritenuto essere una sorta di “genocidio culturale”, ovvero la scomparsa dei “khachkar” (le tipiche croci armene), persino di chiese ed edifici religiosi della antica popolazione cristiana. Quando negli Anni Novanta del secolo scorso l’etnia armena ha preso il controllo della regione proclamandola indipendente (ma lo Stato non è mai stato riconosciuto dall’Armenia stessa) si è verificato, secondo gli azerbaijani, l’opposto, ovvero che l’eredità musulmana della regione è stata estirpata. Ora, però, dopo la guerra del 2020 e la cosiddetta “operazione antiterrorismo” di settembre 2023, il Nagorno Karabakh è sotto controllo azerbaijano. Centinaia di migliaia di armeni hanno lasciato le loro case, i loro terreni, e la custodia dei luoghi santi. L’allarme per la perdita del patrimonio cristiano è risuonato di nuovo nella regione.  

Papa Francesco durante una udienza generale / Vatican Media / ACI Group

Papa Francesco, appello per il Nagorno Karabakh, preghiera per il presidente Napolitano

Dopo l’attacco su larga scala nella regione del Nagorno Karabakh / Artsakh, operato dalle forze azerbaijane ufficialmente per contrastare il terrorismo, arriva la voce di Papa Francesco che chiede di trovare soluzioni pacifiche per la regione. Al termine dell’udienza, immancabile il ricordo del Papa per la “martoriata Ucraina”, mentre un pensiero va anche all’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, le cui condizioni di salute si sono aggravate ieri.  

La Chiesa di Cristo Salvatore a Shushi prima del bombardamento durante il conflitto / Wikimedia Commons

Nagorno Karabakh, risoluzione UE contro la distruzione del patrimonio cristiano

Nonostante la Corte Internazionale dell’Aja lo scorso 21 dicembre abbia chiesto di prevenire e punire atti di profanazione e vandalismo contro il patrimonio culturale armeno in Nagorno Karabakh, questo patrimonio continua ad essere a rischio. E così il 10 marzo, a un anno e quattro mesi dal cessate il fuoco, il Parlamento Europeo si è riunito e ha discusso una risoluzione che condanna l’Azerbaijan per quello che alcuni hanno chiamato un “genocidio culturale”.  

Uno dei monasteri cristiani in Nagorno Karabakh / Twitter - Ministero della Cultura azero

Nagorno Karabakh, il patrimonio cristiano ancora a rischio?

Nell’ultimo atto di quella che sembra una guerra combattuta prima di tutto sul piano culturale, Anar Karimov, ministro della Cultura dell’Azerbaijan, ha annunciato la creazione di un gruppo di lavoro per le aree riconquistate del Nagorno-Karabakh per “rimuovere le tracce fittizie di armeni su siti religiosi albaniani”. Dichiarazione che rilanciano la preoccupazione degli armeni per il patrimonio cristiano in Artsakh, il nome storico armeno del Nagorno Karabakh.  

La chiesa di Shusha dopo il bombarrdamento / PD

Nagorno Karabakh, le chiese non possono essere colpite

La Corte Internazionale di Giustizia ha ordinato lo scorso 14 dicembre all’Azerbaijan di prevenire e punire atti di vandalismo e profanazione contro l’eredità culturale armena durante il conflitto in corso in Nagorno Karabakh. Una posizione, quella del Tribunale, che rappresenta un nuovo approccio alla difesa del patrimonio culturale, non solo armeno, ma che, in quella lingua di terra chiamata Nagorno Karabakh, in armeno Artsakh, rappresenta la speranza concreta che il patrimonio culturale non vada perduto.  

Un momento della visita di Karekin II in Artsakh / Easterdiocese

Nagorno Karabakh, una visita apostolica del Catholicos Karekin II

Nel monastero che conserva le reliquie di San Giovanni, il Catholicos Karekin I ha pregato per la sicurezza dell’Armenia e dell’Artsakh, il territorio che il mondo chiama Nagorno Karabakh e che gli armeni sentono parte della loro storia. Succede a Gandzasar, uno dei monasteri che si trovano nel territorio del Nagorno Karabakh, a raccontare le radici cristiane di un territorio a lungo conteso, e diventato oggetto di una guerra che ha portato ad un accordo doloroso per l’Armenia, che ha perso i territori precedentemente sotto il suo controllo.  

La bandiera della Santa Sede / CNA Archive

Diplomazia pontificia, le questioni Palestina e Nagorno Karabakh

La visita del ministro degli Esteri palestinese in Segreteria di Stato vaticana lo scorso 6 maggio ha rimesso al centro il tema del Medio Oriente nell’agenda della Santa Sede. Non che il tema sia mai stato messo da parte, ma gli incontri personali hanno sempre il pregio di sollevare questioni, e sviluppare rapporti. È stato in Segreteria di Stato anche l’assistente al primo vice presidente di Azerbaijan Elchin Ambirbayov, che in una conversazione con ACI Stampa ha voluto stabilire il punto di vista azero sul conflitto in Nagorno Karabakh e sui rapporti con l’Armenia.  

Filippo Grandi e Papa Francesco durante il loro colloquio, che è durato circa 50 minuti / Vatican Media / ACI Group

Diplomazia Pontificia, la Fratelli Tutti e la diplomazia multilaterale

Il Cardinale Parolin lo aveva detto: l’enciclica Fratelli Tutti è uno strumento diplomatico. Questo approccio si è concretizzato lo scorso 15 aprile a Ginevra, quando un evento di Alto Livello alle Nazioni Unite ha messo insieme due cardinali e quattro direttori generali per discutere dell’impatto dell’ultima enciclica di Papa Francesco.  

La Pasqua a Stepanekart, capitale del Nagorno Karabakh / Iniziativa per l'Artsakh in Italia

Nagorno Karabakh, appello dall’Europa: “Preservare l’eredità cristiana”

Non c’è tempo da perdere, e anche il Parlamento Europeo deve prendere una posizione sulla perdita del patrimonio cristiano nella regione del Nagorno Karabakh, in armeno Artsakh. Lo ha detto, in un recente intervento, Nathalie Loiseau, presidente del sotto-comitato sulla Sicurezza e la Difesa del Parlamento Europeo, in un articolato intervento pubblicato da La Croix International.  

La cattedrale di Shushi distrutta dopo essere stata colpita durante il conflitto / pd

Nagorno Karabakh, contro il genocidio culturale, un nuovo dipartimento di Etchmiadzin

Il presidente azero Ilhan Aliyev ha recentemente dichiarato la città di Shushi, in Nagorno Karabakh, come “capitale culturale” dell’Azerbaijan. La presa della città da parte delle forze azere ha portato l’Armenia a dover accettare un doloroso accordo che ha portato alla conquista azera di molti territori. Quello che si teme, ora, è che continui il “genocidio culturale” contro la presenza armena e cristiana nel Nagorno Karabakh, conosciuta in armeno con Artsakh.  

Il monastero di Dadivank con gli ultimi visitatori / Twitter

Nagorno Karabakh, il monastero di Dadivank simbolo della cultura armena a rischio

Il primo katholikos di Armenia fu San Giuda Taddeo. E il suo discepolo Dadi fu colui che andò ad evangelizzare l’Armenia orientale. Fu così che cominciò a delinarsi la prima nazione cristiana. Le reliquie di San Dadi sono ora nel monastero di Dadivank, nella regione di Karvacar. E questa regione entrerà sotto il controllo azero. Il monastero resterà così isolato, visibile agli occhi, ma difficile da raggiungere per la popolazione armena. Un po’ come l’Ararat, un segno ulteriore del paradosso di cui vive il popolo armeno.  

Iscrizioni armene nel monastero di Gandsazar, in Nagorno Karabakh / Wikimedia Commons

Conflitto in Nagorno Karabakh, è in atto anche un genocidio culturale?

L’attacco dello scorso 8 ottobre alla cattedrale di Sushi, simbolo della cristianità armena in Nagorno Karabakh, era già un primo segnale. Il 13 ottobre, era stata una chiesa battista ad essere colpita dalle bombe. Ma, nel corso di questi anni di conflitto – un conflitto freddo e caldo alternato – sono stati tanti gli edifici della cultura armena nel territorio che gli armeni chiamano Artaskh ad essere colpito. Tanto che un recente studio ha parlato di un vero e proprio “genocidio culturale” in atto nel territorio.  

Wikipedia

Nagorno Karabakh, una lunga storia di conflitti e genocidi dietro la guerra in corso

Nagorno Karabakh: un nome bizzarro, che evoca un luogo che solo nelle fiabe potrebbe esistere. In realtà è un luogo reale e di fiabesco non ha più nulla, dopo oltre un secolo di conflitti.