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Il diario del Sinodo, una giornata piena di novità

Dalla messa del mattino attraverso la presentazione della Luadate Deum fino ai lavori in Aula Paolo VI

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Non è facile ma è bello dice il Papa quando introduce i lavori parlando a braccio e ricordando storie passate e ripetendo che il Sinodo non è un parlamento.

In effetti la disposizione dei partecipanti sembra più un banchetto per la raccolta fondi. Tutti con un tablet davanti, ma con la penna in mano. L'aula Paolo VI trasformata e il Papa al tavolo centrale con la "dirigenza".

La mattina si era aperta con la messa che però non era solo per l'apertura del Sinodo, ma anche per i neo cardinali creati sabato scorso.

Il Papa dice che si deve "incentrare il nostro sguardo su Dio, per essere una Chiesa che guarda con misericordi l’umanità. Una Chiesa unita e fraterna, che ascolta e dialoga; una Chiesa che benedice e incoraggia, che aiuta chi cerca il Signore, che scuote beneficamente gli indifferenti, che avvia percorsi per iniziare le persone alla bellezza della fede. Una Chiesa che ha Dio al centro e che, perciò, non si divide all’interno e non è mai aspra all’esterno". E parlando di san Francesco di cui oggi si celebra la festa aggiunge: "Francesco di Assisi, in un

tempo di grandi lotte e divisioni, tra il potere temporale e quello religioso, tra la Chiesa istituzionale e le correnti eretiche, tra i cristiani e altri credenti, non criticò e non si scagliò contro nessuno, imbracciando solo le armi del Vangelo: l’umiltà e l’unità, la preghiera e la carità. Facciamo anche noi così!" Seguendo il fuoco dello Spirito che "spesso frantuma le nostre aspettative per creare qualcosa di nuovo, che supera le nostre previsioni e le nostre negatività".

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A mezzogiorno è stata pubblicata la Esortazione apostolica Laudate Deum che aggiorna, come ha spiegato il Papa, la Laudato sii. E in effetti c'è un aggiornamento di cifre che il Papa riporta come in un dossier.  "Sono costretto a fare queste precisazioni, - scrive Francesco- che possono sembrare ovvie, a causa di certe opinioni sprezzanti e irragionevoli che trovo anche all’interno della Chiesa cattolica".

E aggiunge: "Dio ci ha uniti a tutte le sue creature. Eppure, il paradigma tecnocratico può isolarci da ciò che ci circonda e ci inganna facendoci dimenticare che il mondo intero è una “zona di contatto"".

Servono cambiamenti delle persone, si direbbe serve conversione. Ma anche cambiamento di abitudini, perché, scrive il Papa, "il semplice fatto di cambiare le abitudini personali, familiari e comunitarie alimenta la preoccupazione per le responsabilità non assolte da parte dei settori politici e l’indignazione per il disinteresse dei potenti. Va notato quindi che, anche se ciò non produce immediatamente un effetto molto rilevante da un punto di vista quantitativo, contribuisce a realizzare grandi processi di trasformazione che operano dal profondo della società".

E conclude: "«Lodate Dio» è il nome di questa lettera. Perché un essere umano che pretende di sostituirsi a Dio diventa il peggior pericolo per sé stesso". Nel saluto di apertura il presidente delegato Ibrahim Isaac Sedrak, Patriarca di Alessandria dei Copti, Capo del Sinodo della Chiesa Copta Cattolica ha riconosciuto la difficoltà di camminare su strade mai percorse nel Sinodo.

Nel suo discorso a braccio il Papa ripete i suoi temi preferiti, ma soprattutto ricorda che al centro del Sinodo c'è l'azione dello Spirito Santo. E chiede anche giornalisti un "digiuno della parola pubblica" perchè possano parlare sol il cammino dello Spirito. Insomma prima ascoltare e poi comunicare, chiede il Papa e parla del Sinodo come di una "pausa" della Chiesa in ascolto.

Il cardinale Mario Grech segretario generale del Sinodo nella sua relazione parla di un bivio davanti alla quale si trova la Chiesa. E deve dimostrare ed essere segno dell' amore di Dio.

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Torna più volte la parola "comunione" al fianco della parola sinodalità in tutti i discorsi. Si guarda indietro, alle riflessioni di Paolo VI, sembra un camminare avanti guardando molto indietro. Si parla di Popolo di Dio e Grech cita testi degli anni '70. E poi? Il Sinodo si è sviluppato negli anni. Ma non se ne parla.

Il  Cardinale Jean-Claude Hollerich, S.I., Arcivescovo di Luxembourg, relatore generale parlando in inglese ha parlato della disposizione dell'aula. Una scelta che rispecchia l'esperienza del cammino sinodale.

Il Processo Sinodale iniziato nel 2021 è la traccia dei lavori, e i vescovo faranno un po' di fatica all'inizio. Non ci sono protagonisti al Sinodo se non lo Spirito Santo dice Hollerich che rende presente Gesù Cristo.

Un campito arduo, dice, e ripete il concetto che il Sinodo non è un parlamento. Non c'è chi vince e chi perde. L'auspicio per Hollerich, è che si possa elaborare anche un percorso di lavoro per il prossimo anno soprattuto con i punti su cui c'è consenso ma anche su cosa ancora riflettere.

La giornata è stata piena, e con tante novità che hanno un po' stordito i partecipanti ma anche i giornalisti. Le prossime settimane forse ci faranno capire se queste novità produrranno anche una vera conversione.