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Il diario del Sinodo, tra novità regolamentari e silenzio ignaziano

Dopo le prime 24 ore di lavori, il Sinodo sembra allontanarsi definitivamente dai Sinodi passati per assomigliare sempre più al modello della Congregazione Generale della Compagnia di Gesù

Il Prefetto Ruffini - AA |  | Il Prefetto Ruffini - AA Il Prefetto Ruffini - AA | | Il Prefetto Ruffini - AA

Il Sinodo entra nel vivo. Dopo la Messa solenne in Piazza San Pietro di ieri con cui ha aperto la XVI Assemblea Generale Ordinaria e la prima congregazione generale svoltasi nel pomeriggio nell’Aula Paolo VI. Nella giornata di oggi sono entrati in scena i Circoli Minori, i piccoli gruppi in cui sono stati suddivisi i membri del Sinodo per appartenenza linguistica. 

 

Dopo le prime 24 ore di lavori, il Sinodo sembra allontanarsi definitivamente dai Sinodi passati per assomigliare sempre più al modello della Congregazione Generale della Compagnia di Gesù che elegge il Preposito Generale. Anche la sistemazione dei partecipanti nell’Aula Paolo VI - visivamente - ricorda molto lo stile gesuita. E forse non è un caso che il Relatore Generale di questo sinodo biennale sia il Cardinale lussemburghese Jean-Claude Hollerich, anch’egli - appunto - figlio di Sant’Ignazio di Loyola. 

 

Nel primo briefing tenuto dal Prefetto del Dicastero per la Comunicazione Paolo Ruffini si è ribadita una delle colonne portanti che caratterizzeranno questa assemblea sinodale: l’importanza del silenzio. Elemento che si collega - anch’esso - allo stile gesuita della conversazione nello Spirito, elemento costitutivo di questo Sinodo ripreso dalla spiritualità ignaziana. 

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“E’ una notizia che una istituzione così grande come il Sinodo si fermi a riflettere”, ha spiegato il Prefetto Ruffini, riprendendo l’intervento di ieri pomeriggio del Papa.

 

Precise disposizioni sulla comunicazione sono state inserite all’articolo 24 del Regolamento del Sinodo, diffuso nella serata di ieri. “Per garantire la libertà di espressione di ognuno e di tutti riguardo al proprio pensiero e per garantire la serenità del discernimento comune, che è il compito principale affidato all’Assemblea - si legge - ognuno dei Partecipanti è tenuto alla riservatezza e alla confidenzialità sia per quanto riguarda i propri interventi, sia per quanto riguarda gli interventi degli altri Partecipanti. Tale dovere resta in vigore anche una volta terminata l’Assemblea sinodale. A tutti i Partecipanti è proibito registrare, filmare e divulgare gli interventi nelle Congregazioni Generali e nei Circoli Minori”. 

 

Appare molto rigida - almeno di primo acchito e dopo le prime 24 ore di confronti - la struttura dei lavori sinodali, dove sembra siano previsti anche tempi contingentati negli interventi dei circoli minori. Come è stato spiegato nelle conferenze stampa che hanno preceduto l’avvio dell’Assemblea Generale si lavorerà per moduli. E ogni circolo minore si esprimerà per poi portare la propria sintesi alla congregazione generale. Le relazioni dei circoli minori - a differenza dei Sinodi passati - non saranno diffuse alla stampa e saranno invece consegnate alla Segreteria Generale. 

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