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Il diario del Sinodo, la comunione nella Chiesa antidoto al rischio di club identitari

A tappe forzate, con tempi precisi e stabiliti per i diversi interventi degli oratori, si avvia la discussione sul secondo modulo dell'Instrumentum Laboris

La relazione del Cardinale Hollerich - Vatican Media |  | La relazione del Cardinale Hollerich - Vatican Media La relazione del Cardinale Hollerich - Vatican Media | | La relazione del Cardinale Hollerich - Vatican Media

La seconda settimana di lavori della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi inizia all’insegna del Covid. “Alcuni partecipanti non sono tra noi. Alcuni sono positivi al Covid e per precauzione non parteciperanno. Sentito il parere medico allo stato attuale non c’è da allarmarsi. Però prendiamo le giuste precauzioni igienizzando le mani e mettendo la mascherina, soprattutto i più anziani e fragili”, ha detto in apertura di lavori il Cardinale Mario Grech, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi.

Dopo la messa in rito bizantino presieduta all’Altare della Cattedra dal Patriarca di Antiochia dei Greco-Melchiti Youssef Absi si sono svolti i lavori della 4^ Congregazione Generale, assente il Papa.

I lavori dei membri del Sinodo si sono concentrati sul Modulo B1 dell’Instrumentum Laboris: una comunione che si irradia. Come essere più pienamente segno e strumento di unione con Dio e di unità del genere umano?. Si procede e si procederà dunque in maniera spedita, con tempi precisi e stabiliti per i diversi interventi degli oratori, analizzando pedissequamente le diverse sezioni in cui sono divisi i moduli dell’Instrumentum.  

A prendere la parola tra gli altri il Cardinale Hollerich, Relatore Generale. “Tutti sono invitati a far parte della Chiesa. Se ci comportiamo come Gesù – ha detto il porporato gesuita lussemburghese - testimonieremo l’amore di Dio per il mondo. Se non ci riusciamo, assomiglieremo a un club identitario. Dobbiamo partire da esperienze concrete, le nostre personali e soprattutto l’esperienza collettiva del Popolo di Dio che ha parlato attraverso la fase di ascolto”.

Sul tema che dovrebbe essere al centro del Sinodo, ovvero la sinodalità, ha parlato nella sua meditazione il domenicano P. Radcliffe. “La nostra formazione alla sinodalità – è stato l’invito del religioso - significa imparare a diventare persone appassionate, piene di desiderio profondo. Una Chiesa sinodale sarà quella in cui saremo formati all'amore non possessivo: un amore che non fugge dall'altro né si impossessa di lui; un amore che non sia né offensivo né freddo”.

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E’ anche intervenuto anche il metropolita ortodosso di Pisidia Job Getcha, delegato del Patriarcato ecumenico, copresidente della Commissione mista internazionale di dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa. Il metropolita ha specificato il senso del sinodo e della sinodalità per gli ortodossi ovvero "una riunione deliberativa di vescovi, non un’assemblea consultiva clero-laici e la concordia che si esprime attraverso il consenso sinodale riflette il mistero trinitario della vita divina".