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L’ amore di Dio è instancabile. XXVIII Domenica del Tempo Ordinario

Il commento al Vangelo domenicale di S. E. Mons. Francesco Cavina

La parabola del banchetto di nozze - pd |  | La parabola del banchetto di nozze - pd La parabola del banchetto di nozze - pd | | La parabola del banchetto di nozze - pd

Gesù con la parabola degli invitati al banchetto di nozze rivela il destino finale dei suoi discepoli. Nonostante i cataclismi, i peccati, la crudeltà e le ingiustizie la storia umana cammina decisamente verso il banchetto eterno,  verso un destino di gloria e felicità. La grandezza della fede risiede proprio nella visione che offre della vita: ci permette di intravvedere nella fragilità del presente la luce del futuro.

Per partecipare a questo destino di bene e di salvezza è necessario accogliere la proposta che Dio rivolge all’uomo, la quale non ha nulla di obbligatorio o di costrittivo. L’invito del Signore - “Venite alle nozze” - seppure insistente non intacca la libertà dell’uomo. Tant’è che la risposta è il rifiuto, l’indifferenza, l’ostilità fino all’ uccisione dei servi. Pensiamo a quanto sono attuali anche nel mondo di oggi questi atteggiamenti. L’ irrilevanza di  Dio nella nostra vita è la maggior forma di disprezzo.

Gli invitati vivono per le cose, si accontentano di gioie passeggere. Non sono disposti a mettere in discussione le loro scelte neppure per un bene che appare più grande. La libertà dell’uomo presenta risvolti drammatici anche per Dio perché Egli accetta il rischio di essere rifiutato, di essere considerato irrilevante dalla sua creatura, che è la maggior forma di disprezzo. Le chiese vuote e tristi, il crollo delle vocazioni alla vita sacerdotale e religiosa, la crisi della famiglia sono lì a testimoniare che l’uomo sembra non mostrare più alcun interesse per il suo Creatore e Padre.

Tuttavia, il re non si arrende: “Andate ai crocicchi delle strade, chiamate tutti, buoni e meno buoni”. L’ amore di Dio è instancabile, non si lascia condizionare dall’indifferenza dell’uomo. Il suo progetto di bene non viene sospeso, non si spegne e proprio per questo Egli continua a chiamare, sempre, perché sa che l’uomo ha bisogno di Lui.

Il segno dell’accoglienza della Parola di salvezza è dato dalla veste nuziale. Si tratta di un’immagine che serve ad indicare la sequela di Cristo. L’ abito da indossare per non fallire la vita è Gesù Cristo. Nel giorno del  battesimo ognuno di noi ha ricevuto la veste candida, segno del nostro impegno a trascorrere la vita a rivestirci di Cristo per acquisire i suoi sentimenti, essere eco delle sue parole, pensare i suoi pensieri, seminare i suoi gesti nel mondo. I santi parlano della necessità di giungere a “respirare Cristo”. E’ questo, ad esempio il compito ultimo che sant’Antonio abate, in punto di morte, affida ai monaci. E’ l’esperienza dell’apostolo Paolo quando afferma che in Cristo esistiamo, ci muoviamo, respiriamo.

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