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Il diario del Sinodo, una Chiesa più concentrica e meno piramidale

I lavori della XVI Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi sono entrati nella terza settimana e i temi affrontati sono sempre molteplici e variegati

Il briefing di oggi - Daniel Ibanez CNA |  | Il briefing di oggi - Daniel Ibanez CNA Il briefing di oggi - Daniel Ibanez CNA | | Il briefing di oggi - Daniel Ibanez CNA

“Tutto quello che ci unisce è che siamo tutti amati figli di Dio. Se ci sono persone emarginate e sofferenti ci riguarda nel cammino sinodale. Certamente l’insegnamento cattolico è alla base di tutto il Sinodo. La benedizione delle coppie gay non è il tema centrale della conversazione, si è parlato più della formazione, del ministero ordinato, dell’opzione per i poveri, non è il tema del sinodo la benedizione delle coppie omosessuali. Se ne accenna semmai in un altro senso: stiamo parlando del modo in cui la Chiesa è inclusiva, accogliente. Il tema centrale è come la Chiesa riscopre il senso della comunione sulla base del Vangelo e della tradizione”. Lo ha detto aprendo il briefing odierno sui lavori del Sinodo il Prefetto del Dicastero per la Comunicazione Paolo Ruffini.

I lavori della XVI Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi sono entrati nella terza settimana e i temi affrontati sono sempre molteplici e variegati: dalla attività missionaria al ruolo di laici e famiglie, dall’ecumenismo al dialogo interreligioso, dall’era digitale alla formazione permanete per laici e sacerdoti fino al clericalismo. Tutto discusso nello spirito della sinodalità, attraverso la sinodalità.

Tra gli interventi di oggi in Sala Stampa vi è stato quello di P. Vimal Tirimanna, C.SS.R., testimone del processo sinodale: “Sto diventando sempre più ottimista. Insegno teologia morale e mi aspetto risultati. Prima di arrivare mi chiedevo quanta teoria e quanta pratica ci sarebbe stata. Sto vedendo come la sinodalità viene vissuta, fino ad oggi grazie alla atmosfera di preghiera e alle conversazioni nello spirito vediamo come la sinodalità già viene vissuta. I circoli minori sono un simbolo di ecclesiologia della Lumen Gentium e questo Sinodo non è una agenda privata del Papa ma è una continuazione del Vaticano II, la teologia del Concilio è stata riportata in auge: siamo in una chiesa concentrica  e non piramidale, l’ecclesiologia viene vissuta in modo sinodale. Il processo sinodale è volto a non escludere nessuno, questo Sinodo deve creare la cultura dell’inclusione attraverso la sinodalità. I nostri scambi sono coperti sia dalla tradizione apostolica che dalla rivelazione divina, è tutto collegato. Hanno ruolo fondamentale. Questo sinodo non è caduto dal cielo, è tutto basato sulla rivelazione divina”.

Ha battuto sui tasti della comunione e della missione Suor Patricia Murray, I.B.V.M, che anche membro della Commissione di sintesi: “Questo è il modo in cui vogliamo vivere e essere insieme. Comunione e missione: siamo tutti coinvolti nella missione di annunciare il Vangelo e conosciamo la complessità delle situazioni in cui viviamo. Dobbiamo creare spazi di ascolto e accompagnamento, andare nel profondo. Il ruolo della donna non è sollevato solo da donne, ma anche da cardinali, vescovi, sacerdoti, laici. E’ un onore essere membro della commissione di sintesi, è una nomina simbolica, indicazione che le donne partecipano alle decisioni. Ci siamo incontrati per capire quali indicazioni possiamo darci per il documento finale, non dovrà essere lungo e sarà diviso in sezioni chiare”.

Infine il Vescovo ausiliare di Praga, Monsignor Zdenek Wasserbauer, ha riportato l’attenzione sull’esortazione apostolica di Papa Francesco dedicata a Santa Teresa di Lisieux: “Santa Teresina è patrona delle missioni e la missione è la parola chiave del sinodo. Santa Teresa entrando nel Carmelo cercava di salvare le anime, lei ricercava il bene degli altri. Io dopo due settimane di snido incontrando 400 persone ho una forte percezione che si sono riunite persone che vogliono bene agli altri. Santa Teresa verso Pasqua del 1896 ha iniziato a vivere la notte della fede, oscura, profonda, lei la relaziona con la dolorosa realtà dell’ateismo che all’epoca viveva l’età dell’oro con la diffusione degli scritti di Marx e Engels. Io non mi ero mai reso conto che per Santa Teresa fosse così importante, io vengo da un paese post comunista, ho vissuto la tragedia del comunismo che ha massacrato culturalmente e spiritualmente queste nazioni. Anche la Chiesa del terzo millennio vive una notte di fede? Questo Sinodo aiuta se ci sono le tenebre a illuminare, a portare la luce nella vita della Chiesa. Il Sinodo è equilibrato, parla di tutti i tipi di dolore. A me ha toccato la questione del colonialismo, dei danni che ha provocato”.

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Infine una notazione. Il Prefetto Ruffini ha confermato che probabilmente già domani i vescovi della Repubblica Popolare Cinese nominati membri del Sinodo dal Papa, Monsignor Giuseppe Yang Yongqiang, Vescovo di Zhoucun, e Monsignor  Antonio Yao Shun, Vescovo di Jining/Wumeng, rientreranno in Cina per esigenze pastorali legate alle loro diocesi di appartenenza.