Un momento speciale per la Università Gregoriana che ospita a partire da questa sera la mostra “La mostra “Che siano tutti uno (Gv 17,21). Il 400o anniversario del martirio di San
Giosafat Kuncewycz”.
La mostra è dedicata all’anniversario del martirio di San Giosafat Kuncewycz (1580 ca.
-1623), apostolo dell’unità cristiana. San Giosafat, monaco dell’Ordine di San Basilio
Magno, ha dedicato la sua vita alla ricerca dell’unità tra i cristiani. La vita e le opere del
santo della Chiesa cattolica di rito orientale abbracciano la Lituania, l’Ucraina, la
Polonia, la Bielorussia, testimoniando i legami storici della Chiesa cattolica di rito
orientale con l’Europa occidentale e, in particolare, con Roma come sua sede spirituale.
Nel 1623, San Giosafat fu martirizzato a Vitebsk. Nel 1643 fu beatificato e nel 1867 fu
canonizzato.
Giovanni Kuncewycz nacque intorno al 1580 a Volodymyr in Volinia, nell’attuale
Ucraina. Da giovane si trasferì a Vilnius (Lituania), dove, secondo le intenzioni del
padre, avrebbe dovuto apprendere il mestiere di mercante. Nel 1604 entrò nel monastero
della Santissima Trinità di Vilnius, che era già in comunione con Roma, assumendo il
nome di Giosafat. Nel 1617, insieme al metropolita di Kyiv, Joseph Velamin Rutskyj
(1574-1637), fondò l’Ordine di San Basilio Magno e trasformò la forma contemplativa
di vita monastica in un’intensa edificazione spirituale, promosse un ordine di monaci
istruiti impegnati in un’intensa attività pastorale e missionaria, prendendo come modello
l’Ordine dei Carmelitani Scalzi e la Compagnia di Gesù.
Dopo essere stato nominato arcivescovo di Polock nel 1618, Giosafat Kuncewycz, a
causa della sua instancabile attività, attirò su di sé le ire dei suoi avversari. Iniziarono le
minacce nei suoi confronti. Nel 1623, a Vitebsk, le minacce si trasformarono in azioni:
il 12 novembre, dopo la S. Messa mattutina, l’arcivescovo fu attaccato e ucciso da una
folla furiosa. Lo stesso anno fu sepolto nella cattedrale di Santa Sofia a Polock, e la sua
tomba divenne presto un luogo di pellegrinaggio e di grazia. Durante le guerre del XVII
secolo contro Mosca, per evitare che l’esercito moscovita le distruggesse, le reliquie del
martire furono portate via da Polock e temporaneamente nascoste in luoghi più sicuri.
Nel 1667, la salma dell’ex arcivescovo fu traslata al monastero della Santissima Trinità
di Vilnius per un breve periodo.

Nel 1705, le reliquie del beato Giosafat furono nuovamente portate via da Polock e non
fecero più ritorno: furono custodite nella città di Biała (nell’attuale Polonia). Mentre si
trovavano lì, nel 1867, Papa Pio IX proclamò santo il beato Giosafat. Nel 1873 le
reliquie furono rimosse dall'altare dall'esercito russo e furono nascoste sotto il
pavimento della chiesa, dove rimasero fino al 1915. Nel 1916 le spoglie di San Giosafat
furono trasferite a Vienna, nella chiesa di Santa Barbara. Nel 1949 le reliquie del santo
furono traslate a Roma, sotto la protezione di Giovanni Battista Montini, il futuro Papa
Paolo VI. Per volontà del Papa Giovanni XXIII, dal 25 novembre 1963, la salma di San
Giosafat Kuncewycz riposa sotto l’altare di San Basilio Magno nella Basilica di San
Pietro.
Nella mostra viene presentata la storia del culto e dell’immagine di San Giosafat: i
quadri, i libri, le incisioni del Santo Martire. Per la prima volta è pubblicamente esposta
l’immagine canonica di San Giosafat Kuncewycz (1867) dipinta per la cerimonia della
canonizzazione e anche un ritratto di San Giosafat, recentemente ritrovato, attribuito al
pittore Sebastiano Conca (1680-1764).
Curata da Sigita Maslauskaitė-Mažylienė e organizzata dall' Ambasciata della Repubblica di Lituania presso la Santa Sede e il S.M. Ordine di Malta ha il patrocinio del Presidente del Parlamento della Repubblica di Lituania Viktorija Čmilytė-Nielsen, dell’Arcivescovo metropolita di Vilnius Gintaras Grušas,
dell’Arcivescovo maggiore della Chiesa ucraina greco-cattolica Sviatoslav Shevchuk.
E anche dalla Pontificia Università Gregoriana, Curia Generalizia dell’Ordine Basiliano di
San Giosafat, Pontificio Collegio Ucraino di San Giosafat, Abbazia di San Nilo di
Grottaferrata, Museo dei Beni Storici della Chiesa di Vilnius, Università Cattolica
Ucraina.
La mostra viene inaugurata questa sera dal Cardinale Kurt Koch, Prefetto del Dicastero per la Promozione dell'Unità dei Cristiani; da P. Mark Andrew Lewis S.J., Rettore della Pontificia Università Gregoriana; Gintaras Grušas, Arcivescovo metropolita di Vilnius; Sviatoslav Shevchuk, Arcivescovo maggiore della Chiesa ucraina greco-cattolica; Sigita Maslauskaitė-Mažylienė, Ambasciatore della Repubblica di Lituania presso la Santa Sede;P. Robert Roman Lisseiko, OSBM, Protoarchimandrita - Superiore generale dell'Ordine Basiliano di San Giosafat; P. Francesco De Feo, O.S.B.,
Egumeno dell’Abbazia di San Nilo di Grottaferrata; Ottavio Bucarelli, Direttore
del Dipartimento dei Beni Culturali della Chiesa, Facoltà di Storia e Beni Culturali della
Chiesa, Pontificia Università Gregoriana.