"Il Vangelo della Liturgia odierna ci racconta che alcuni farisei si uniscono agli erodiani per tendere una trappola a Gesù”. È lecito, o no, pagare il tributo a Cesare? Papa Francesco inizia così dalla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli e i pellegrini riuniti in Piazza San Pietro.

Rendete a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio. Queste parole sono diventate famose , come anche ricorda il Papa, “ma a volte sono state utilizzate in modo sbagliato – o almeno riduttivo – per parlare dei rapporti tra Chiesa e Stato, tra cristiani e politica; spesso vengono intese come se Gesù volesse separare “Cesare” e “Dio”, cioè la realtà terrena e quella spirituale. A volte anche noi pensiamo così: una cosa è la fede con le sue pratiche e un’altra cosa la vita di tutti i giorni. No. Questa è una schizofrenia, come se la fede non avesse nulla a che fare con la vita concreta, con le sfide della società, con la giustizia sociale, con la politica e così via”.

“Gesù vuole aiutarci a collocare “Cesare” e “Dio” ciascuno nella sua importanza - dice il Papa- A Cesare cioè alla politica, alle istituzioni civili, ai processi sociali ed economici appartiene la cura dell’ordine terreno, e noi, che in questa realtà siamo immersi, dobbiamo restituire alla società quanto ci offre attraverso il nostro contributo di cittadini responsabili, avendo attenzione a quanto ci viene affidato, promuovendo il diritto e la giustizia nel mondo del lavoro, pagando onestamente le tasse, impegnandoci per il bene comune, e così via. Allo stesso tempo, però, Gesù afferma la realtà fondamentale: che a Dio appartiene l’uomo, tutto l’uomo e ogni essere umano”.

Perché “siamo del Signore e non dobbiamo essere schiavi di nessun potere mondano. Sulla moneta, dunque, c’è l’immagine dell’imperatore, ma Gesù ci ricorda che nella nostra vita è impressa l’immagine di Dio, che niente e nessuno può oscurare”.

Il Pontefice conclude con una domanda: “Comprendiamo allora che Gesù sta riportando ciascuno di noi alla propria identità: sulla moneta di questo mondo c’è l’immagine di Cesare, ma tu, io, ognuno di noi quale immagine porti dentro di te? Di chi sei immagine nella tua vita?”.

Papa Francesco passa poi ai consueti saluti e appelli subito dopo aver recitato la preghiera mariana. “Ancora una volta il mio pensiero va a quanto sta accadendo in Israele e Palestina. Sono molto preoccupato, addolorato, sono vicino a tutti coloro che soffrono, agli ostaggi, ai feriti. Penso alla grave situazione umanitaria a Gaza e mi addolora che ospedale anglicano e chiesa Greco ortodossa siano stati colpiti nei giorni scorsi. Si continuino a far arrivare aiuti umanitari e si liberino gli ostaggi, ogni guerra nel mondo è una sconfitta, è una distruzione della fraternità umana, fratelli fermatevi”, dice forte il Papa.

Il Pontefice ricorda anche l’appuntamento del 27 ottobre. “Ho indetto una giornata di digiuno, alle 18 in San Pietro vivremo un’ora di preghiera per implorare la pace nel mondo”.

Oggi si celebra la giornata missionaria mondiale. “Esorto tutti nelle diocesi e parrocchie a partecipare attivamente”, l’invito del Papa.