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Diario del Sinodo, in attesa della "Lettera al Popolo di Dio" si ascolta in comunione

Il metodo di lavoro piace, ma molti lo usavano già in diocesi

I tavoli del Sinodo |  | EWTN I tavoli del Sinodo | | EWTN

Per tutti è chiaro che il tavolo è più comodo della poltrona. Forse perché è più pratico per prendere appunti. Lo capisco. Come apprezzata è la libertà di parola. Si parla molto. E soprattutto l'ascolto e lo scambio sono le cose di cui abbiamo bisogno, dicono tutti. Ma quando si arriva alle questioni? Questa sarà la settimana cruciale e ne sono consapevoli tutti.

A cominciare dal cardinale Christoph Schönborn O.P., Arcivescovo di Vienna, che parla ai giornalisti di una metodologia "migliore" delle altre assemblee a cominciare dalla disposizione.

Ma cosa si riporta in diocesi? Il cardinale ricorda il teologo Rhaner che disse dopo il Concilio: se da questo Concilio non viene un aumento di fede speranza e carità, tutto il concilio sarà stato in vano. E altrettanto si può dire di questo sinodo.

E sul tema della comunione dice che si deve capire come vivere la comunione che è essenziale per la Chiesa, rileggendo la  Lumen Gentium la Chiesa mistero. Poi un affondo: l'Europa non è più al centro e la CCEE che non è riuscita ad avere il potenziale di altre assemblee come Celam e Secam etc. Un esempio: non c'è stata mai una parola comune e di peso su migranti e profughi.

Infine la liturgia: senza la sinodalità non esiste, come insegnano le Chiese orientali, quindi fede celebrata prima di essere una fede discussa.

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Alla inevitabile domanda sugli omosessuali per "cambiare linguaggio", cambiando il catechismo  Schönborn risponde che lo può fare solo il Papa. E nello specifico spiega la differenza tra ordine oggettivo e persone che hanno sempre diritto al rispetto anche se peccano. La persona è sempre accettata da Dio poi ognuno ha il suo cammino, spiega.

Il cardinale Carlos Aguiar Retes Arcivescovo messicano ricorda il Sinodo sulla nuova evangelizzazione e della necessità di trasmettere la fede. Se non lo faremo ci trasformeremo in piccoli gruppi cattolici. E non va oltre.

Jean-Marc Aveline Arcivescovo di Marsiglia è al primo sinodo e scopre tante cose dalla gioia alla curiosità alla "gravità" la Chiesa deve assumere le sua responsabilità di fronte alle crisi del mondo.Non molti hanno aderito al processo sinodale, dice, si devono far partecipare più persone a questo cammino.

Suor Samuela Maria Rigon, primo sinodo, insegna psicologia al servizio della vita religiosa, voluta dal Papa, è felice di aver incontrato punti di vista diversi. E poi offre riflessioni spirituali. Con un linguaggio molto datato.

La mattina è iniziata con le riflessioni spirituali. "La cultura globale del nostro tempo è spesso polarizzata, aggressiva e sprezzante delle opinioni altrui. (…)Dovremo pregare profondamente per resistere alla tentazione di soccombere a questo modo di pensare politico-partitico(…) Non è la via sinodale". Dice ai partecipanti alla assemblea questa mattina il domenicano Padre Timothy Radcliffe, e la monaca benedettina Maria Grazia Angelini agggiunge: "mentre attorno imperversano guerre, abbiamo gustato la conversazione spirituale(…) È, di nuovo, il momento di alzare lo sguardo alla luce ispirante del Vangelo" anche perché "in una cultura della lotta per la supremazia, del profitto e dei “followers”, o dell’evasione la paziente opera di semina di questo sinodo è, in sé, come un atto profondamente sovversivo e rivoluzionario".La riflessione del teologo australiano Ormond Rush, partecipante senza voto, vestito da laico ma prete, teorico del Sensus Fidelium e professore all' Australian Catholic University, è su "tradizione" e "modernismo" secondo il Concilio Vaticano II, e cita alcuni passaggi dell'allora perito Joseph Ratzinger: "Non tutto ciò che esiste nella Chiesa deve per questo essere anche una tradizione legittima; in altre parole, non tutte le tradizioni che sorgono nella Chiesa sono una vera celebrazione e un'attualità del mistero di Cristo. C'è una tradizione distorta e una legittima. E usa la Dei Verbum, e dice : "la  rivelazione divina è presentata come un incontro continuo nel presente, e non solo come qualcosa che è accaduto nel passato", e Dio, Gesù e lo Spirito sono sempre impegnati e dialoganti con gli esseri umani nel sempre nuovo qui e ora della storia che incessantemente muove l'umanità verso nuove percezioni, nuove domande e nuove intuizioni, in culture e luoghi diversi, mentre la Chiesa mondiale corre nel tempo verso un futuro sconosciuto fino all'eschaton".

Dopo la riflessioni, rese pubbliche grazie allo streaming, la presentazioni della Lettera al Popolo di Dio è proseguita nei circoli minori in forma totalmente riservata. Ecco proprio quello che riguarda il Popolo di Dio rimane riservato. Per tutti rimane comunque chiaro che va rimesso al centro Gesù. Senza cercare una leadership. E domani pausa per tutti, fuori e dentro l'aula.

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