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Sinodo, l'Arcivescovo Delpini: "Un grande esercizio di ascolto"

Attraverso un video pubblicato dall'Arcidiocesi Ambrosiana, l'Arcivescovo Delpini racconta le sue esperienze al Sinodo in corso in Vaticano

L'Arcivescovo Mario Delpini - Chiesa di Milano |  | L'Arcivescovo Mario Delpini - Chiesa di Milano L'Arcivescovo Mario Delpini - Chiesa di Milano | | L'Arcivescovo Mario Delpini - Chiesa di Milano

“Un primo elemento che mi ha colpito e che condivido volentieri è il fatto che molti vescovi presenti conoscono Milano e non pochi di loro sono stati nella nostra diocesi a esercitare il ministero e quindi molti hanno questa grande riconoscenza e ammirazione per la nostra chiesa”. Lo ha detto l’Arcivescovo di Milano, Monsignor Mario Delpini, nel video pubblicato sul sito dell’Arcidiocesi Ambrosiana in occasione del secondo “report” dell’Arcivescovo sulla sua esperienza al Sinodo.

“Mi avvicinano i patriarchi delle chiese d'Oriente che – ha aggiunto - sono preoccupati per questa grande emigrazione che impoverisce le loro comunità e che rende molta gente nella condizione del migrante e quindi in una condizione precaria, inquieta e talvolta anche a rischio di smarrire il proprio patrimonio di fede. I patriarchi delle chiese cattoliche, l'Oriente ringraziano perché a Milano in tanti luoghi hanno ricevuto accoglienza: abbiamo dato delle chiese, degli ambienti in cui possono pregare, possono far catechismo e i loro ragazzi possono celebrare le grandi feste della loro tradizione. Quindi questo è il primo pensiero che voglio condividere, questa gratitudine verso la nostra diocesi”.

L’esercizio di ascolto – ha ammesso il presule - è molto interessante ma anche piuttosto faticoso e allora mi sono chiesto che cosa posso imparare da questa fatica e quello che mi sembra di poter condividere con voi che si devono avere delle condizioni per ascoltare, mi chiedo quali condizioni spirituali consentono di ascoltare”.

“Questi giorni – ha proseguito Monsignor Delpini - sono tempi di un grande ascolto e anche di un grande esercizio su come si può ascoltare con frutto. Noi viviamo dentro l'aula del Sinodo però non è un mondo che si isola e quindi potete immaginare come in questi giorni siano entrati nell'aula sinodale gli strazi, le lacrime, gli interrogativi per tante guerre e per questa situazione della Terra Santa e quindi anche noi un certo qual modo siamo un po’ partecipi perché qui poi ci sono persone che vengo dall’Ucraina o dalla Siria”.

“Nel Sinodo – ha raccontato ancora l’Arcivescovo di Milano - si lavora sul tema della sinodalità, però insieme si prega anche insieme, qui si vive insieme con il mondo e si raccolgono i drammi del mondo e talvolta le voci che si alzano in assemblea sono, più che riflessioni sulla sinodalità, testimonianze di come vivono alcune comunità in situazioni di povertà, in situazioni di persecuzione, in situazioni di povertà di mezzi e di numeri così insignificanti di cristiani cattolici e di distanze così scoraggianti che solo la potenza di Dio che solo la potenza di Dio può far sentire che c'è una chiesa viva, che c'è una chiesa giovane, che c'è una chiesa che vuole annunciare una buona notizia a tutta l'umanità. Per questo vorrei raccomandare anche a voi di custodire la memoria di queste situazioni, di non rinunciare a una preghiera, a un gesto di penitenza, a un percorso costruttivo per seminare pace nella nostra terra, sperando che fiorisca la pace per tutta la terra”.

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