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Nicaragua, arrestato il vescovo di Siuna

E' il secondo vescovo ad essere imprigionato dal regime di Ortega dopo Monsignor Rolando Alvarez

Mons. Isidoro del Carmen Mora Ortega. | Credit: Diocesi di Siuna |  | Mons. Isidoro del Carmen Mora Ortega. | Credit: Diocesi di Siuna Mons. Isidoro del Carmen Mora Ortega. | Credit: Diocesi di Siuna | | Mons. Isidoro del Carmen Mora Ortega. | Credit: Diocesi di Siuna

La polizia nicaraguense ha arrestato mercoledì 20 dicembre il vescovo di Siuna, mons. Isidoro del Carmen Mora Ortega: è il secondo vescovo essere arrestato dalla dittatura guidata da Daniel Ortega.

L'arresto di monsignor Mora Ortega, 63 anni, è avvenuto dopo che il vescovo aveva celebrato la Messa a Matagalpa chiedendo preghiere per il suo vescovo, monsignor Rolando Álvarez, posto agli arresti domiciliari nell'agosto del 2022 e ingiustamente condannato a 26 anni di carcere nel febbraio di quest'anno.

Monsignor Álvarez è attualmente detenuto nel carcere noto come "La Modelo", dove vengono rinchiusi i prigionieri politici del regime.

La notizia dell'arresto del vescovo Mora Ortega è stata riportata da diversi media locali indipendenti, tra cui La Prensa e El Confidencial, Mosaico CSI e 100% Noticias.

Secondo una fonte citata da Mosaico CSI, il vescovo sarebbe stato arrestato dalla polizia mentre si recava alla parrocchia di Santa Cruz, situata nel comune di La Cruz de Río Grande. Il suo intento era quello di impartire il sacramento della Cresima a 230 fedeli.

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Dopo l'arresto, non si sa se sia stato portato a Matagalpa o a Managua, la capitale del Paese, dove si trova il carcere El Chipote, dove in passato sono stati imprigionati sacerdoti cattolici.

Arturo McFields Yescas, ex ambasciatore del Nicaragua presso l'Organizzazione degli Stati Americani (OSA), ha dichiarato sul social network X (ex Twitter) che mons. Mora Ortega "è stato arrestato per aver inviato un messaggio e delle preghiere a favore del vescovo popolare Rolando Álvarez, che è in carcere da più di 500 giorni".

Il giorno prima del suo arresto, mons. Mora aveva presieduto una Messa per il 99° anniversario della creazione della diocesi di Matagalpa, in cui aveva sottolineato il sostegno e le preghiere offerte dalla Conferenza episcopale del Nicaragua (CEN) a favore di mons. Rolando Álvarez.

"Vorrei portare i saluti della Conferenza episcopale del Nicaragua. Siamo sempre uniti a questa meravigliosa diocesi di Matagalpa, pregando per monsignor Rolando e per il cammino di ciascuno di voi, siamo uniti nella preghiera, nella comunione, nella fede, nell'amore e nella tenerezza", ha detto il vescovo di Siuna nell'omelia di martedì 19 dicembre, nella Messa celebrata nella Cattedrale di San Pedro, a Matagalpa.

Martha Patricia Molina, ricercatrice nicaraguense e autrice dello studio Nicaragua: A persecuted Church, ha dichiarato ad ACI Prensa il 21 dicembre che, oltre a Mons. Mora, "sono stati rapiti anche i seminaristi Alester Saenz e Tony Palacio".

"Erano tutti diretti a un'attività pastorale. Non ci sono informazioni su dove si trovino", ha detto.

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Mora Ortega è nato a Matagalpa ed è stato ordinato sacerdote il 20 settembre 2003. Prima di essere nominato da Papa Francesco vescovo di Siuna l'8 aprile 2021, è stato vicario generale della diocesi di Matagalpa.

In Nicaragua, Daniel Ortega, al potere ininterrottamente dal 2007, ha preso di mira le istituzioni cattoliche e diversi membri del clero. Gli attacchi si sono intensificati dal 2018, quando la dittatura ha represso con violenza le proteste civili di massa contro il regime, attirando dure critiche da parte di leader cattolici, come Mons. Rolando Álvarez.

Secondo l'ultimo aggiornamento dello studio di Molina, dal 2018 al 2023 la Chiesa in Nicaragua ha subito 740 attacch. Solo nel 2023 sono stati compiuti 275 attacchi, diventando così l'anno con il maggior numero di attacchi contro la Chiesa nell'ultimo quinquennio.

Il vescovo Álvarez, noto difensore dei diritti umani e considerato uno dei più importanti critici della dittatura, è ingiustamente imprigionato. All'inizio di quest'anno è stato condannato a 26 anni di carcere per presunto tradimento dopo aver rifiutato di essere trasferito negli Stati Uniti insieme ad altri prigionieri politici.