Advertisement

Il Papa e la PAV. "Comprendere ciò che qualifica l’essere umano"

Protagonisti di questa mattinata in Vaticano sono i i Membri della Pontificia Accademia per la Vita che presentano il tema della loro Assemblea generale

Papa Francesco durante un'udienza generale |  | Vatican Media / ACI Group Papa Francesco durante un'udienza generale | | Vatican Media / ACI Group

Protagonisti di questa mattinata in Vaticano sono i Membri della Pontificia Accademia per la Vita. Prima dal Papa, poi in Sala Stampa della Santa Sede, in occasione dell’Assemblea Generale, che si svolge a Roma, presso il Centro Conferenze dell'Augustinianum, dal 12 al 14 febbraio 2024, sul tema “Human. Meanings and Challenges”.

Monsignor Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, è intervenuto presso la Sala Stampa della Santa Sede per presentare l'Assemblea generale che tratterà diversi temi come quello della riflessione sull’originalità degli esseri umani fino a un ripensamento dell’umanocentrismo che va dal concetto di dominazione a quello di responsabilità.

Il Papa accoglie i partecipanti all'Assemblea Generale sottolineando che la questione che sarà affrontata dalla PAV "è della massima importanza: quella, cioè, di come si possa comprendere ciò che qualifica l’essere umano".

"Il contributo degli studiosi da sempre ci dice che non è possibile essere a priori “pro” o contro le macchine e le tecnologie, perché questa alternativa, riferita all’esperienza umana, non ha senso. E anche oggi, non è plausibile ricorrere solamente alla distinzione tra processi naturali e processi artificiali, considerando i primi come autenticamente umani e i secondi come estranei o addirittura contrari all’umano: questo non va", dice ancora il Papa ai presenti.

"Il compito principale si pone quindi a livello antropologico e richiede di sviluppare una cultura che, integrando le risorse della scienza e della tecnica, sia capace di riconoscere e promuovere l’umano nella sua specificità irripetibile. Occorre esplorare se tale specificità non sia da collocare addirittura a monte del linguaggio, nella sfera del pathos e delle emozioni, del desiderio e dell’intenzionalità, che solo un essere umano può riconoscere, apprezzare e convertire in senso relazionale a favore degli altri, assistito dalla grazia del Creatore. Un compito culturale, dunque, perché la cultura plasma e orienta le forze spontanee della vita e le pratiche sociali", sottolinea ancora Papa Francesco.

Advertisement

"Il cristianesimo ha sempre offerto contributi di rilievo, riprendendo da ogni cultura in cui si è inserito le tradizioni di senso che vi trovava inscritte: reinterpretandole alla luce della relazione con il Signore, che nel Vangelo si rivela, e avvalendosi delle risorse linguistiche e concettuali presenti nei singoli contesti. Un cammino di elaborazione lungo e sempre da riprendere, che richiede un pensiero capace di abbracciare più generazioni: come quello di chi pianta alberi, i cui frutti saranno mangiati dai figli, o di chi costruisce cattedrali, che verranno completate dai nipoti", conclude il Pontefice il suo discorso.

"Il termine vita è diventato molto più ampio, tematiche relative alle nuove scienze emergenti e convergenti, le quali delineano la terza frontiera che Francesco chiama il cambiamento d'epoca. Per la prima volta l'uomo può distruggere se stesso, con il nucleare, con il probelma del clima, abbiamo avuto paura, ed ora con le nuove tecnologie emergenti. C'è paura in giro, il primo documento etico sulla IA è stato segnato proprio qui in Vaticano a cura dell'Accademia. A noi interessa questa prospettiva, comporta rischi e sfide, ma il Papa ce lo ha chiesto", commenta Monsignor Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita presso la Sala Stampa Vaticana.

"La robotica, la bioetica globale, l'intelligenza artificiale e ora l'umano comune, anche perchè arrivano notizie di robot infermiere per vincere solitudine anziani e oltre, riteniamo necessario che scienziati di diversi discipline si mettano assieme in un confronto comune, questo è il senso di questi giorni, senza che ci sia una verità caduta del cielo ma con responsabilità a capire qual è l'umano comune. Noi abbiamo una marcia in più perchè ci obbliga a pensare al bene comune come il primo della nostra fede. Chiesa segno e strumento dell'unità del genere umano", continua il Presidente.

Monsignor Renzo Pegoraro, Cancelliere della Pontificia Accademia per la Vita, nella conferenza elenca anche le varie attività dell'Accademia. "Sarà un dialogo tecnologico, ma anche psicologico, ci sarà anche la letteratura. Saranno due giorni per favorire questo confronto e capire quale contributo l'Accademia può dare. Ci saranno anche gli atti finali del convegno. Ricordo che domani avremo anche una premiazione, la terza edizione del Premio “Guardian of Life”, premieremo una persona significativa riguardo l'impegno per la vita umana", dice il Cancelliere.

"Vorrei solo sostenere che Papa Francesco nell'Humane Vitae ha detto che è bene riflettere su queste patriche, invitando ad un approfondimento e si tratta di ricollare l'insegnamento dell'etica della morale all'interno della storia e dello sviuppo delle tradizione della Chiesa, tutti i metodi naturali, Pio XII li ha resi possibili, si è approfondito meglio, questi insegnamenti morali, una continua riflessione, si tratta solo di risolvere alcune questioni, il problema è di comprendere il comportamento e il rispetto alle ispirazioni della Scrittura. Il volume non è il Magistero, è un dibattito, anche oggi il Papa ha chiesto di approfondire, spetterà poi al Magistero di determinare. Un'intuizione straordinaria di Paolo VI la dimensione essenziale della generatività. Pochi bambini, tanti anziani, il tema dell'etica non è risolvibile sui singoli casi. Questo testo è un aiuto ad approfondire queste tematiche", dice poi Monsignor Paglia rispondendo ad una domanda di un giornalista in merito al volume “Etica Teologica della Vita” della LEV.

"Spetta ai teologici e agli scienzati dibattere, come Accademia per la Vita noi siamo molto preoccupati per miliardi di donne e uomini che non hanno accesso alla vita, per tanti motivi che dipendono da noi, responsabilità delle miliardi di vite che si perdono, questa è la nostra vocazione", specifica il Presidente rispondendo ad un'altra domanda.

More in News