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L'Arcivescovo Delpini ricorda "la sincerità della fedeltà alla Chiesa di don Giussani"

Celebrata a Milano la Messa per il 19/mo anniversario di Don Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione

L'Arcivescovo Mario Delpini - Chiesa di Milano |  | L'Arcivescovo Mario Delpini - Chiesa di Milano L'Arcivescovo Mario Delpini - Chiesa di Milano | | L'Arcivescovo Mario Delpini - Chiesa di Milano

Dio è affidabile e coloro che credono nel Padre del Signore Nostro Gesù Cristo vivono nella fiducia, camminano nella fede e sanno che Dio compie la sua promessa. Noi professiamo la nostra fede: ci fidiamo di Dio e non ci lasciamo abbattere come coloro che non hanno speranza. Leggiamo la storia per riconoscere i segni della fedeltà di Dio. Anche la vicenda di Monsignor Giussani, come quella di tanti testimoni che abbiamo conosciuto, diventa un segno che Dio continua a operare per vie che non ci aspettiamo, in contesti che appaiono improbabili”. Lo ha detto l’Arcivescovo di Milano, Monsignor Mario Delpini, nell’omelia pronunciata durante la Messa per il 19/mo anniversario di Don Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione.

“Negli anni in cui risultava scontato e quasi obbligatorio contestare la Chiesa e ritenere inaccettabile il messaggio e inutile il riferimento a Cristo – ha osservato l’Arcivescovo - don Luigi Giussani si è presentato nella scuola pubblica per suscitare un nuovo ardore nel riconoscere in Cristo il compimento dell’umano. Nella storia abita la promessa perché Dio è fedele e la gratitudine e ammirazione per don Giussani ci ha radunati per riconoscere i segni della fedeltà di Dio nella fecondità meravigliosa del carisma che Dio ha affidato a don Giussani. Nella storia abita la promessa e le vicende di tanti uomini e donne di Dio incoraggia la nostra fiducia: Dio è fedele! Noi crediamo in Dio! E camminiamo nella fede chiedendo il dono della pazienza di coloro che ancora non vedono e chiedendo la santità di una appartenenza senza pentimenti, di una gratitudine senza pretese, di un discernimento semplice per riconoscere l’opera che oggi Dio compie per noi”.

La sincerità della fedeltà alla Chiesa di don Giussani – ha proseguito l’Arcivescovo Delpini - ci aiuti a guardare con benevolenza ogni fratello, ogni sorella, ogni stagione della vita della Chiesa che ci è dato di vivere”.

“Apriamo lo sguardo alla speranza – ha concluso Monsignor Delpini  - riconoscendo che la storia è abitata dalla promessa della incalcolabile fecondità e che la via di Abramo conduce a Gesù. Seguiamo l’esempio di don Giussani per essere fedeli, coerenti, umili, generosi, anche per vincere lo scandalo malizioso, della mano ostile, dell’idolatria insidiosa”.

Don Luigi Giussani, fondatore del Movimento Comunione e Liberazione, è morto a Milano il 22 febbraio 2005. Le esequie vennero celebrate due giorni dopo in Duomo. A presiedere il rito funebre fu l’allora Arcivescovo di Milano Cardinale Dionigi Tettamanzi. L’omelia fu invece pronunciata dal Cardinale Joseph Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, che solo due mesi dopo sarebbe stato eletto Papa.

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