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Il Papa: “Il Signore legge nel cuore di tutti”

L’Angelus del Papa

Papa Francesco, Angelus |  | Vatican Media / ACI Group Papa Francesco, Angelus | | Vatican Media / ACI Group

Papa Francesco anche oggi si affaccia puntuale alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli riuniti in Piazza San Pietro e presenta la figura di Nicodemo, un fariseo, “uno dei capi dei Giudei”. “Egli ha visto i segni che Gesù ha compiuto, ha riconosciuto in Lui un maestro mandato da Dio ed è andato a incontrarlo di notte, per non essere visto. Il Signore lo accoglie, dialoga con lui e gli rivela di essere venuto non a condannare ma a salvare il mondo”, spiega il Papa.

“Spesso nel Vangelo vediamo Cristo svelare le intenzioni delle persone che incontra, a volte smascherandone atteggiamenti falsi, come con i farisei o facendole riflettere sul disordine della loro vita, come con la Samaritana Davanti a Lui non ci sono segreti: Egli legge nel cuore di tutti. Questa capacità potrebbe inquietare perché, se usata male, nuoce alle persone, esponendole a giudizi privi di misericordia. Nessuno infatti è perfetto, tutti siamo peccatori, tutti sbagliamo, e se il Signore usasse la conoscenza delle nostre debolezze per condannarci, nessuno potrebbe salvarsi”, dice il Papa prima della preghiera dell’Angelus.

“Egli non se ne serve per puntarci il dito contro, ma per abbracciare la nostra vita, per liberarci dai peccati e salvarci. A Gesù non interessa farci processi e sottoporci a sentenze; Egli vuole che nessuno di noi vada perduto. Lo sguardo del Signore su di noi non è un faro accecante che abbaglia e mette in difficoltà, ma il chiarore gentile di una lampada amica, che ci aiuta a vedere in noi il bene e a renderci conto del male, per convertirci e guarire con il sostegno della sua grazia”, specifica il Pontefice.

"Gesù non è venuto a condannare, ma a salvare il mondo. Pensiamo noi tante volte che condanniamo gli altri, Maria ci aiuti a desiderare il bene gli uni degli altri”, continua il Papa.

Subito dopo l’Angelus il Pontefice passa ai consueti saluti. “Due giorni fa si è celebrata la giornata internazionale della donna, voglio esprimere la mia vicinanza a tutte le donne, specialmente a quelle la cui dignità non viene rispettata. C’è ancora tanto lavoro che ciascuno di noi deve fare perché sia riconosciuta la pari dignità delle donne. Sono le istituzioni, sociali e politiche, che hanno il dovere fondamentale di proteggere e promuovere la dignità di ogni essere umano, offrendo alle donne, portatrici di vita, le condizioni necessarie per poter accogliere il dono della vita e assicurare ai figli un’esistenza degna”, questo l’augurio e l’invito del Papa.

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Poi un pensiero ad Haiti. “Sono vicino alla chiesa e al caro popolo haitiano, invito a pregare perché cessi ogni sorta di violenza e chiedo di offrire  un contribuito per la pace”

“Stasera i fratelli musulmani inizieranno il ramadan, esprimo la mia vicinanza”, dice ancora il Papa.

Poi un pensiero alla guerra in Congo, Ucraina e Terra Santa. "Cessino al più presto le atrocità che provocano sofferenze alle popolazioni civili".