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Papa Francesco a Venezia: "La fede in Gesù non imprigiona la libertà"

Papa Francesco ha presieduto la Messa e poi recitato il Regina Coeli in Piazza San Marco

Il Papa in preghiera davanti alla tomba di S. Marco |  | Daniel Ibanez CNA
Il Papa in preghiera davanti alla tomba di S. Marco | | Daniel Ibanez CNA
La Messa in Piazza San Marco |  | Daniel Ibanez CNA
La Messa in Piazza San Marco | | Daniel Ibanez CNA
La Messa in Piazza San Marco |  | Daniel Ibanez CNA
La Messa in Piazza San Marco | | Daniel Ibanez CNA
La Messa in Piazza San Marco |  | Daniel Ibanez CNA
La Messa in Piazza San Marco | | Daniel Ibanez CNA
La Messa in Piazza San Marco |  | Daniel Ibanez CNA
La Messa in Piazza San Marco | | Daniel Ibanez CNA

Solo chi rimane unito a Gesù porta frutto. Gesù stesso, riprendendo Isaia, racconta la drammatica parabola dei vignaioli omicidi, mettendo in risalto il contrasto tra il lavoro paziente di Dio e il rifiuto del suo popolo. La metafora della vite, mentre esprime la cura amorevole di Dio per noi, d’altra parte ci mette in guardia, perché, se spezziamo questo legame con il Signore, non possiamo generare frutti di vita buona e noi stessi rischiamo di diventare rami secchi, che vengono gettati via”. Lo ha detto Papa Francesco nell’omelia pronunciata durante la Messa presieduta in Piazza San Marco, a Venezia.

Il Papa invita a cogliere il “messaggio della parabola della vite e dei tralci: la fede in Gesù, il legame con Lui non imprigiona la nostra libertà ma, al contrario, ci apre ad accogliere la linfa dell’amore di Dio, il quale moltiplica la nostra gioia, si prende cura di noi con la premura di un bravo vignaiolo e fa nascere germogli anche quando il terreno della nostra vita diventa arido”.

“Ciò che conta è - ha sottolineato - rimanere nel Signore, dimorare in Lui. E questo verbo – rimanere – non va interpretato come qualcosa di statico, come se volesse dirci di stare fermi, parcheggiati nella passività; in realtà, ci invita a metterci in movimento, perché rimanere nel Signore significa crescere nella relazione con Lui”.

"Se oggi guardiamo a questa città di Venezia - ha concluso - ammiriamo la sua incantevole bellezza, ma siamo anche preoccupati per le tante problematiche che la minacciano: i cambiamenti climatici, che hanno un
impatto sulle acque della Laguna e sul territorio; la fragilità delle costruzioni, dei beni culturali, ma anche quella delle persone; la difficoltà di creare un ambiente che sia a misura d’uomo attraverso un’adeguata gestione del turismo; e inoltre tutto ciò che queste realtà rischiano di generare in termini di relazioni sociali sfilacciate, di individualismo e solitudine".

Prima della benedizione finale, Papa Francesco ha recitato il Regina Coeli in piazza. “Anche da qui – ha detto il Papa - invochiamo Maria per le situazioni di sofferenza nel mondo, penso ad Haiti e alla popolazione disperata. Affidiamo al Signore i lavori e le decisioni del consiglio di transizione di Port au Prince perché conduca il paese alla pace e alla stabilità. Penso alla martoriata Ucraina, alla Palestina, a Israele, alle popolazioni che soffrono per la guerra e la violenza”.

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La visita del Papa si conclude in forma privata nella Basilica di San Marco. Qui il Pontefice si raccoglie in preghiera davanti alla tomba dell’Evangelista prima di rientrare in Vaticano.