Erbil , venerdì, 14. febbraio, 2025 16:00 (ACI Stampa).
Non si può immaginare un Iraq senza cristiani. Lo scrive anche Papa Francesco in un libro che parla proprio della “L’eredità cristiana in Iraq”. Il libro è di un giornalista tedesco Mathias Kopp, che è anche portavoce della Conferenza Episcopale tedesca, ed è impreziosito dalla introduzione del Papa.
Il Pontefice ricorda il suo viaggio del 2021 nonostante la pandemia e i problemi di sicurezza. Un viaggio "per esprimere la sua compassione e solidarietà ai cristiani e a tutte le persone di buona volontà del Paese che hanno un posto permanente nel suo cuore e nelle sue preghiere.
Come scrive Aci Mena, Francesco ha dichiarato di guardare allo straordinario potenziale dell'Iraq nonostante le varie sfide. Crede che il potenziale del Paese risieda principalmente negli iracheni che cercano di costruire una società civile, rafforzare la democrazia e impegnarsi in un dialogo interreligioso onesto e realistico.
Nell'introduzione, il Santo Padre ha sottolinea l'importanza e il significato della visita all'ayatollah Sayyid Ali al-Husseini al-Sistani. Lo scopo di quell'incontro, secondo il Papa, era quello di testimoniare al mondo intero che la violenza in nome della religione è un insulto alla religione. Francesco sottolinea che la sua visita a Ur e i suoi contatti con i rappresentanti di diverse religioni rientrano nello stesso contesto.
Il Papa scrive che il patrimonio cristiano iracheno, antico di duemila anni, resta in gran parte inesplorato dal punto di vista scientifico. In questo contesto ha menzionato le antiche scuole teologiche cristiane in Mesopotamia, la lunga convivenza pacifica tra cristiani e musulmani sui fiumi Tigri ed Eufrate, i vari riti cattolici nella regione, le difficoltà nelle sette cristiane, i tempi di persecuzione all'inizio del XX secolo e altri. Ha sottolineato che la presenza cristiana nel Paese è minacciata dall'immigrazione e dall'incertezza politica.