Città del Vaticano , mercoledì, 30. aprile, 2025 17:40 (ACI Stampa).
In tanti "luoghi e continenti, come in quegli spazi di collegamento che sono gli uffici della Segreteria di Stato e della Curia Romana, come successori degli Apostoli siamo chiamati ogni giorno a ricordarci e vivere con consapevolezza che “regnare è servire”, come il Maestro e Signore, che è in mezzo a noi come colui che serve".
La omelia del cardinale Leonardo Sandri nel V giorno dei novendiali è orientata al concetto di servizio. Quello che i cardinali hanno "cercato di essere" collaboratori del Papa. Cardinali di tutto il mondo, come voluto da Papa Francesco.
Un servizio che il cardinale vede nell'inginocchiarsi del Papa per la lavanda del Giovedi Santo o per il bacio ai leaders del Sud Sudan, come Paolo VI fece con il metropolita Melitone. "La tradizione della Chiesa cari confratelli cardinali ci suddivide in tre ordini: Vescovi, presbiteri e diaconi, ma tutti siamo chiamati comunque a servire, testimoniando il Vangelo usque ad effusionem sanguinis ̧come abbiamo giurato il giorno della creazione cardinalizia ed è significato dalla porpora che indossiamo, offrendo noi stessi, collegialmente e come singoli, come primi collaboratori del Successore del beato apostolo Pietro" spiega Sandri.
Commentando la prima lettura dice: "riferimento all’apostolo Pietro, essendo il suo primo discorso, ma il contesto è quello della Pentecoste appena avvenuta, la effusione dello Spirito su tutte le generazioni, e del dialogo tra generazioni il cardinale parla anche all'interno del collegio cardinalizio "composto di giovani e di più anziani, in cui tutti possano lasciarsi ammaestrare da Dio, intuire il sogno che Egli ha sulla sua Chiesa e cercare di realizzarlo con giovane e rinnovato entusiasmo".
Infine un riferimento al Giubileo e alla visione al sogno, indicato da Papa Francesco, a cui già dobbiamo prepararci e che sarà affidato al nuovo Pontefice: “questo Anno Santo orienterà il cammino verso un’altra ricorrenza fondamentale per tutti i cristiani: nel 2033, infatti, si celebreranno i duemila anni della Redenzione compiuta attraverso la passione, morte e risurrezione del Signore Gesù. Siamo così dinanzi a un percorso segnato da grandi tappe, nelle quali la grazia di Dio precede e accompagna il popolo che cammina zelante nella fede, operoso nella carità e perseverante nella speranza (cfr. 1Ts 1,3). Spiritualmente ci faremo tutti pellegrini sulle strade della Terra Santa, a Gerusalemme, per proclamare al mondo dal Santo Sepolcro - sperando di poterlo fare con tutti i fratelli e le sorelle che un unico battesimo ha consacrato – “Il Signore è veramente risorto ed è apparso a Simone!”.






