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Conclave, gli orientamenti in campo

Le dodici congregazioni generali tenute dai cardinali hanno preparato il terreno in vista del conclave chiamato ad eleggere il successore di Papa Francesco

La Messa pro eligendo Romano Pontifice |  | Vatican Media La Messa pro eligendo Romano Pontifice | | Vatican Media

Le dodici congregazioni generali tenute dai cardinali hanno preparato il terreno in vista del conclave chiamato ad eleggere il successore di Papa Francesco. Molti dei temi sollevati dai porporati, e riportati nei briefing e nei comunicati diffusi dalla Sala Stampa della Santa Sede, hanno evidenziato temi e priorità che il nuovo Pontefice dovrà affrontare.

Importanza del Diritto Canonico – E’ stato un elemento ricorrente durante le discussioni avvenute nelle dodici congregazioni generali e questo potrebbe suggerire la possibile candidatura del Cardinale ungherese Peter Erdő, Arcivescovo metropolita di Esztergom-Budapest e primate d'Ungheria, uno dei massimi esperti in diritto canonico. Anche il Cardinale Pietro Parolin rientrerebbe nel novero dei possibili candidati, se i cardinali ritenessero fondamentale la questione dell’attenzione al diritto canonico.

Etnicismo nella Chiesa – Si tratta di una richiesta proveniente, con ogni probabilità dai cardinali della regione amazzonica, che fanno riferimento al cardinale Leonardo Steiner, Arcivescovo metropolita di Manaus ma soprattutto Vicepresidente della Conferenza ecclesiale dell'Amazzonia. Il candidato di questo gruppo di porporati potrebbe essere il Cardinale salesiano Cristobal López Romero, Arcivescovo di Rabat, che in passato ha lavorato anche in Bolivia, Paraguay e Marocco. Sullo sfondo potrebbe rimanere anche coperta la carta del Cardinale Jaime Spengler, Arcivescovo di Porto Alegre, Presidente della Conferenza Episcopale Brasiliana e Presidente del CELAM.

Sinodalità ed ecclesiologia della comunione – Se il conclave dovesse orientarsi sulla sinodalità, forse la vera eredità concreta del pontificato di Francesco, il candidato favorito sarebbe il Cardinale Mario Grech, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, sostenuto dal Cardinale gesuita Jean Claude Hollerich, nelle vesti di grande elettore come ex relatore generale all’ultimo sinodo sulla sinodalità.

Un pontefice pastore, capace di dialogare con il mondo; natura missionaria della Chiesa; ruolo dei poveri – Sono tutti elementi che potrebbero indicare la candidatura del Cardinale López Romero, forse il porporato più in sintonia con le preoccupazioni di Papa Francesco riguardo alle questioni sociali, ambientali e al dialogo con l'Islam. Anche il Cardinale Luis Antonio Tagle – in seconda battuta - potrebbe essere un candidato in linea con questo profilo.

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Maggiore attenzione al ruolo della Curia Romana – Questa è una richiesta chiaramente proveniente da un buon gruppo di cardinali curiali, che indica la necessità di un Pontefice che sappia ben governare la “macchina”  e dunque per esperienza pregressa il Cardinale Parolin potrebbe essere il candidato naturale.

Ricerca della pace – Almeno tre cardinali potrebbero rispondere a questo criterio grazie alle loro attitudini diplomatiche: il Cardinale Parolin, il Cardinale Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo di Bologna e inviato speciale del Papa in Russia e Ucraina e già mediatore degli accordi di pace in Mozambico negli anni ‘90, e il Cardinale francescano Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme dei Latini, che ha vissuto in prima persona l’ennesimo conflitto tra israeliani e palestinesi. Più distante, ma da non escludere a priori, è il Cardinale Claudio Gugerotti, già Prefetto del Dicastero delle Chiese Orientali, con una profonda conoscenza del Medio Oriente e una notevole esperienza come Nunzio Apostolico (ha guidato anche la nunziatura in Ucraina).

Ermeneutica della continuità degli ultimi tre pontificati – Secondo coloro che hanno sollevato la questione durante le congregazioni generali, la Chiesa dovrebbe cercare un papa di spiccata attitudine pastorale, con una profonda esperienza teologica ed aperto alle sfide del mondo contemporaneo. Potrebbe essere considerato il Cardinale Parolin – che ha lavorato con Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco - ma non è da escludere nemmeno la figura del Cardinale  carmelitanoAnders Arborelius, Vescovo di Stoccolma: un outsider, ma con una grande competenza teologica ed aperto alle sfide dei tempi attuali.