Ha una buona impressione da questo primo incontro?
Credo sia stato un incontro molto importante per avere uno scambio. Ho avuto l’occasione di raccontare al Papa come viviamo. Leone XIV era molto interessato ad ascoltare come la Chiesa accompagna il suo popolo. Gli ho raccontato che abbiamo dovuto scoprire un’altra forma della Chiesa di fare pastorale, la pastorale del lutto, perché siamo chiamati ad accompagnare le persone che soffrono, piangono la perdita delle persone a loro più care. Il lutto è uno stato d’animo che ha una sua dignità e un suo tempo. Noi dobbiamo rispettare le persone che attraversano questa situazione. Essere al loro fianco e accompagnarle è la nostra missione odierna. Secondo molti studiosi, il lutto è contagioso. Se passi tempo con persone in lutto, tu stesso prendi le loro energie, e il lutto diventa tuo. E noi, come Chiesa viviamo questo stato d’animo del nostro popolo. E ho spiegato al Papa che ogni parola, ogni minima attenzione che il Papa rivolge al popolo ucraino, si converte immediatamente in medicina.
Cosa intende dire?
Per esempio, quando Leone XIV, negli appelli del Regina Coeli dell’11 maggio, ha ricordato nuovamente l’Ucraina e ha detto che porta il nostro dolore nel suo cuore, le sue parole sono state subito recepite, hanno rappresentato un balsamo per i nostri cuori. Ho spiegato al Papa che il popolo ucraino, quando sente il Papa che dice di portare in sé il dolore dell’Ucraina, si sente portato fuori dalle tenebre della sofferenza. Perché noi viviamo di fronte a chi dice che non abbiamo diritto di esistere, che sostiene che l’Ucraina non c’è ed è una invenzione ideologica.
Pensa che il Papa verrà in Ucraina?
Io ho invitato il Santo Padre. Gli ho detto che noi lo aspettiamo e lo invitiamo nel Paese, nl rispetto dei tempi che il Signore ci dà. Abbiamo poi sentito che anche il Cardinale Parolin ha detto che il Papa ha preso in considerazione l’invito, ma non ha ancora preso la decisione. Spero che i tempi giusti arrivino. Ho spiegato al Santo Padre che la gente lo attende e che questo è il momento di agire in un modo veramente cristiano, in un modo di Chiesa.
Perché dice questo?
Perché la questione ucraina è troppo politicizzata. Si parla di Ucraina non tenendo conto delle persone, ma solo delle cose. Abbiamo sentito parlare, nei negoziati, di terre rare, territori, interessi economici… È importante, allora, che la Chiesa aiuti a depoliticizzare questa tragedia e far emergere i volti umani e i diritti umani anche per le persone che si trovano nei territori occupati. Il Papa è l’unico capace di proteggere queste persone.
Parlando di Chiese orientali. Alla fine dell’ultimo Sinodo, si è parlato di un Consiglio di Patriarchi Orientali per aiutare il Papa. È una proposta ancora valida?
Leone XIV ancora non ha parlato di questo tema. Ma ci sono due segnali che sono un segno di speranza. Il primo è che Papa Leone continua a parlare del Cammino Sinodale, e il Consiglio dei Patriarchi è parte delle decisioni che sono nel documento finale del Sinodo, che il Papa ha accettato rinunciando di redigere un documento finale. Si tratta di una fiaccola accesa.
L’altro segno di speranza è che il Papa ha riconosciuto dignità e valore alle tradizioni orientali, e lo ha detto nel suo incontro con i partecipanti al Giubileo delle Chiese Orientali lo scorso 14 maggio. Lì ha chiesto al Dicastero per le Chiese Orientali di sostenerlo e aiutarlo nel sostenere i cattolici in diaspora.
Per questo io penso che noi, come Chiese che stanno soffrendo, siamo all’interno della visione del Papa.
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Avete qualche speranza in particolare?
Forse dobbiamo aspettare ancora. Sono pochi giorni che il pontificato è iniziato. Speriamo, tuttavia, che il tema della collegialità, parola resuscitata dal Papa, sia presa in seria considerazione. Anche nel suo discorso al Giubileo delle Chiese Orientali, Leone XIV ha detto che la Chiesa Cattolica deve imparare dal modo di essere sinodale delle Chiese Orientali.
E la sinodalità delle Chiese orientali è diversa dal senso occidentale del termine…
La sinodalità e la collegialità episcopale. E proprio questo consiglio del Papa con i capi delle Chiese Orientali Cattoliche è il modello o meccanismo della collegialità episcopale.
Leone XIV prende nome da Leone XIII che è stato un grande Papa per gli orientali, ha fatto varie encicliche, ha aperto il cosiddetto ecumenismo cattolico. Cosa pensa che verrà ripreso da quelle orme?
Leone XIII ha scritto la famosa enciclica Orientalium Dignitas del 1894, mettendo in discussione la regola della praestantia ritus latinae, ovvero la preferenza da accordare sempre al rito latino. Questa norma è stata poi abolita dal Concilio Vaticano II. Leone XIII era un Papa che veramente ha considerato le Chiese Orientali a pari diritto con le Chiese Latine. Questo è stato riaffermato da Leone XIV.