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CEI, il Cardinale Zuppi: "La comunione non si improvvisa"

Il Cardinale Matteo Maria Zuppi, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ha aperto stamane a Roma la sessione straordinaria del Consiglio Episcopale Permanente

Il Cardinale Matteo Maria Zuppi |  | Daniel Ibanez EWTN Il Cardinale Matteo Maria Zuppi | | Daniel Ibanez EWTN

Il Cardinale Matteo Maria Zuppi, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ha aperto stamane a Roma la sessione straordinaria del Consiglio Episcopale Permanente.

Dopo aver ricordato e ringraziato Papa Francesco, l’Arcivescovo di Bologna ha parlato dell’elezione di Leone XIV come “una vera e propria epifania della Chiesa, manifestazione evidente della sua universalità. Gli diciamo tutta la nostra fedeltà e la nostra volontà di comunione come successore di Pietro, ma anche come Primate d’Italia. Abbiamo trovato nelle parole del nuovo Vescovo di Roma un grande incoraggiamento a una rinnovata attenzione pastorale, fin nella scelta stessa del nome che rivela la sensibilità alle sfide del mondo e della rivoluzione digitale nella quale siamo immersi”.

Nella prolusione del Cardinale Zuppi non è mancato un passaggio su Medio Oriente e Ucraina.

“Basta allargare lo sguardo per dire, senza tema di smentita, che ciò di cui l’umanità ha più bisogno oggi è proprio la pace. La Chiesa invoca, annuncia e si mette al servizio della pace. Senza esitazioni, senza soste. Facciamo nostre - ha detto il presidente della CEI - le parole per la popolazione della Striscia di Gaza, pronunciate mercoledì scorso, al termine dell’udienza generale, da Leone XIV. Chiediamo il rispetto del diritto internazionale umanitario, l’ingresso di aiuti senza restrizioni, l’apertura di corridoi umanitari e, soprattutto, la promozione di un dialogo che possa realizzare la soluzione due popoli, due Stati. Il nostro sguardo si rivolge anche all’Ucraina nell’auspicio che i fili del dialogo, già così difficili, siano rafforzati, trovino le garanzie necessarie inserite in un quadro che permetta una pace giusta e sicura”.

“Siamo ben consapevoli – ha aggiunto - che la pace non è statica, ma mette in movimento, coinvolge, riguarda tutti. Ecco perché la Chiesa in Italia continuerà a impegnarsi per tessere relazioni, per alimentare il dialogo, per iniziare percorsi di riconciliazione e di sviluppo, anche attraverso le attività e i progetti che i fondi dell’8xmille destinati alla Chiesa cattolica rendono possibili. Vogliamo contribuire a realizzare un mondo unito e in pace, dove non si senta più il rumore delle armi e dove tutti possono dirsi fratelli. La lotta alla povertà, l’educazione che la stessa presenza della Chiesa anima con le sue diverse realtà, l’impegno per lo sviluppo e gli aiuti al mondo, sono una parte del nostro sforzo. Per questo, esprimiamo gratitudine a quanti scelgono di destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica”.

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Il Cardinale Zuppi affronta poi il tasto dolente dell’Assemblea sinodale rinviata ad ottobre dopo il nulla di fatto di inizio aprile.

“Sin dall’inizio del percorso – ha spiegato - abbiamo chiesto partecipazione e l’abbiamo avuta. È il segno, concreto, che nulla era stato prestabilito, confezionato, imposto dall’alto, ma frutto del discernimento delle Chiese che si sono messe in ascolto e hanno attivato processi inediti e forse, addirittura, inattesi. Del resto, nella vita, quando si percorre una strada, si possono conoscere fatiche, rallentamenti, cambi di percorso. Va letta in quest’ottica anche la decisione dei Vescovi di spostare l’Assemblea Generale ordinaria da maggio a novembre: una scelta che non ha a che fare con il cedimento o la costrizione, ma solo con il desiderio di non voltarsi di fronte al nuovo che avanza, alle tracce che lo Spirito sta lasciando, per valorizzare il più possibile tutte le istanze del Cammino sinodale che ha coinvolto le comunità e le Chiese da quattro anni, secondo la ricchezza dei rispettivi carismi e ministeri. La comunione, condizione per l’evangelizzazion, non si improvvisa, ma si impara facendola, vivendola, pensandosi in relazione ad essa e non viceversa, facendosi coinvolgere. Credo, sia stata un’occasione per crescere! Per tutti: Vescovi, presbiteri, membri della vita consacrata e laici”.

Riferendosi poi alle sentenze della Corte Costituzionale sulla vita umana al suo sorgere e nella fase conclusiva l’auspicio del Cardinale è che esse “non conducano a soluzioni legislative che finiscono col ridimensionare l’infinita dignità della persona dal concepimento alla morte naturale. La Chiesa avverte il dovere di annunciare in ogni tempo il Vangelo della vita che sta al cuore del messaggio di Gesù, come scriveva san Giovanni Paolo II nell’enciclica Evangelium Vitae della quale abbiamo appena ricordato il trentennale. Resta alta l’attenzione della Chiesa in Italia per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili. Il rigore senza giustizialismi e opacità, l’attenzione ai dati arrivati dalle Diocesi , chiedono un impegno crescente e ci spronano a proseguire in questo cammino di responsabilità e trasparenza per lavorare sulle criticità e implementare le buone prassi”.