Città del Vaticano , venerdì, 30. maggio, 2025 15:15 (ACI Stampa).
“Buddisti e cristiani lavorano insieme per la pace attraverso la riconciliazione e la resilienza”. Questo il titolo dell’ottavo colloquio Buddista – Cristiano che si è tenuto dal 27 al 29 maggio presso il Centro Pastorale Cattolico di Phnom Penh in Cambogia.
A convocare l’incontro il Dicastero per il Dialogo Interreligioso, in collaborazione con l'Università Buddista Preah Sihanouk Raja e la Chiesa Cattolica nel Regno di Cambogia. Un comunicato finale è stato distribuito dalla Sala Stampa della Santa Sede.
Riunendo circa 150 partecipanti buddisti e cristiani provenienti da Cambogia, Hong Kong, India, Italia, Giappone, Laos, Malesia, Mongolia, Myanmar, Singapore, Corea del Sud, Sri Lanka, Taiwan, Thailandia, Vietnam, Stati Uniti e Santa Sede, insieme a due rappresentanti della Federazione delle Conferenze Episcopali Asiatiche, il Colloquio ha testimoniato “il comune desiderio di pace e comprensione reciproca”.
“Mentre l'evento volge al termine, i partecipanti desiderano esprimere i seguenti sentimenti e propositi: Noi, buddisti e cristiani, ci siamo incontrati a Phnom Penh, una terra profondamente plasmata dalla testimonianza compassionevole di Sua Santità Maha Ghosananda, per riflettere sui nostri testi sacri, insegnamenti spirituali ed esperienze vissute come fonti di guarigione e speranza per un mondo lacerato da violenza, ingiustizia e sfruttamento. In questi giorni, abbiamo pregato, visitato i luoghi di culto reciproci, studiato e ci siamo incontrati in uno spirito di reciproco rispetto e amicizia. Le nostre conversazioni sono state caratterizzate da un ascolto attento e dalla scoperta di una saggezza condivisa: entrambe le tradizioni invocano la trasformazione dei cuori e delle società attraverso la compassione e la verità”, si legge nella nota diffusa.
“L'invito di Gesù ad amare i propri nemici e a rispondere alla violenza con misericordia continua a guidare gli sforzi cristiani verso la pace e la giustizia. La testimonianza duratura di martiri e operatori di pace, che si sono attenuti saldamente alla fede in mezzo alla sofferenza e all'ingiustizia, arricchisce la nostra visione condivisa di una resilienza fondata sulla speranza e sull'amore.




