Roma , venerdì, 13. giugno, 2025 18:00 (ACI Stampa).
Un cuore che palpita, forte, incessantemente, che sanguina e risana. Faustina lo sente, lo avverte dentro e fuori di se’. Mentre spazza per terra, mentre prega nella cappella del convento, mentre mangia spesso in silenzio e sente, nello stesso tempo, la spessa coltre di riprovazione, se non di disprezzo in cui la avvolgono le sue consorelle. Si è chiesta spesso, per tutta la sua vita piagata e dolorosa, perché tutto questo sia accaduto proprio a lei, ma fa parte del mistero, del mondo e della sua povera esistenza. Ma sente, allo stesso tempo, il cuore di Gesù che palpita, per lei e per ciascuno uomo e donna sulla terra. E questo da’ senso a ogni cosa.
Acquista un senso preciso ricordare suor Faustina Kowalska nel mese di giugno, mese consacrato al Sacro Cuore di Gesù e quotidianamente siamo messi dinanzi al fatto che soprattutto i giovani soffrono di anaffettività, non sanno più dare spazio proprio al cuore, ai sentimenti, alla misericordia, ossia la forza profonda della vicinanza tra esseri umani. E se ci riferiamo a Dio la misericordia è la misura, sempre incolmabile, del Suo amore per le creature.
“L’architrave che sorregge la vita della Chiesa è la misericordia”. È con questa frase, tratta dalla bolla di indizione del Giubileo Straordinario della Misericordia del 2015, emanata da papa Francesco, che si apre l’introduzione del libro Santa Faustina Kowalska. Una questione di cuore (Edizioni San Paolo) a cura di don Enzo Gabrieli e di Raffaele Iaria, appena arrivato in libreria. Con la prefazione di Renato Colizzi S.I., direttore nazionale della Rete Mondiale di Preghiera del Papa, nella prima parte del testo gli autori ripercorrono la vita della religiosa polacca, a partire dalle sue umili origini contadine e dal suo rapporto con la Chiesa, per arrivare poi al difficile ingresso in convento, alle apparizioni divine, al dialogo con Gesù che le chiede di far dipingere un quadro con su scritto “Gesù confido in te”,- : “Desidero che questa immagine venga venerata prima nella vostra cappella, e poi nel mondo intero. Prometto che l’anima che venererà quest’immagine non perirà’….” - alla stesura del suo diario, alla malattia e alla morte. La seconda parte introduce al culto della Divina Misericordia secondo Faustina Kowalska, con una particolare attenzione all’enciclica Dilexit Nos sull’amore umano e divino del cuore di Gesù, nella quale papa Francesco riflette sull’importanza che la misericordia ha giocato nel corso del suo pontificato e sul bisogno di tornare al cuore, come strada per ritrovare la fiducia e la pace che sgorgano da Cristo crocifisso. A margine del testo è riportata una testimonianza dell’attrice Claudia Koll, che spiega come il culto della Divina Misericordia e l’esempio della santa polacca abbiano trasformato la sua vita, portandola alla conversione.
Suor Faustina, elevata agli onori degli altari nel 2000 da Wojtyła, è stata un’instancabile “messaggera della misericordia”, il “filo rosso” che attraversa il Vangelo e il vero volto di Gesù Cristo che illumina la Chiesa, manifestandosi mediante i sacramenti e le opere di carità. Il messaggio di questa umile e grandissima donna ha attraversato il tempo, le epoche, le nazioni ed ha toccato il cuore di milioni di persone, spesso cambiandone profondamente le sorti, come è accaduto appunto a Claudia Koll.
Suor Faustina nasce il 25 agosto 1905 da una povera famiglia di contadini, nel villaggio di Glogowiec in Polonia. Dopo mille difficoltà, avendo maturato fin dalle più tenera età un’autentica vocazione, riesce finalmente a farsi accogliere nell’ agosto 1925 viene ammessa nella Congregazione delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia a Varsavia. Svolge mansioni di cuoca, giardiniera e portinaia, sempre nell’osservanza fedele della regola religiosa. Adotta uno stile di vita severo e i digiuni indeboliscono la sua salute, già cagionevole. Si ammala di tubercolosi e deve essere ricoverata due volte in un sanatorio vicino a Cracovia.