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Una verità da vivere. Solennità della Santissima Trinità

Il commento al Vangelo domenicale di S. E. Mons. Francesco Cavina

La Santissima Trinità |  | pd La Santissima Trinità | | pd

La Chiesa ci conduce, oggi, al cuore vivo della nostra fede. Ci invita a contemplare il mistero di Dio stesso, così come si è rivelato: un Dio che è Trinità vale a dire comunione eterna di amore. Non si tratta semplicemente di affermare che Dio esiste. Tante religioni lo proclamano. Anche l’Islam crede in un Dio unico, potente, misericordioso. Il cristianesimo va ben oltre: non si accontenta di dire che Dio “è”, ma si chiede: chi è Dio, davvero? Qual è la sua vita intima? La risposta la troviamo nel Nuovo Testamento: Dio è amore” (1Gv 4,8). Dunque, non soltanto “Dio ama”, ma Dio è amore. E l’amore, per essere tale, ha bisogno di un “altro”. Non può essere amore chiuso in sé.

Chi ci permette di entrare in questo mistero è il Figlio di Dio che, venendo nel mondo, ci ha svelato che Dio è Padre, Figlio e Spirito Santo: tre Persone, un solo Dio, un solo amore. Il Padre ama il Figlio, il Figlio ricambia questo amore con totale fiducia, e lo Spirito Santo è l’amore che li unisce, il dono reciproco che li lega in un’unità perfetta e feconda. Senza questa rivelazione, possiamo dire che Dio è grande, che è giusto, che è onnipotente…ma non potremmo mai dire che Dio è amore, comunione.

E questa verità non parla solo di Dio, ma dice qualcosa anche su di noi, perchè la Scrittura afferma che l’uomo è stato creato a immagine e somiglianza di Dio (Gen 1,27). E se Dio è relazione, allora anche noi, nel più profondo di noi stessi, siamo fatti per la relazione. In ogni persona abita un desiderio, a volte limpido, a volte ferito, ma sempre presente: il desiderio di amare e di essere amati. E quando le relazioni si spezzano, quando ci sentiamo soli, ignorati, rifiutati, emerge un vuoto che nessun bene materiale riesce a colmare.

Questo vuoto non è una debolezza, ma una nostalgia di Dio. È la nostalgia della Trinità da cui proveniamo. È la traccia viva della nostra origine divina. Siamo stati creati da un Dio che è amore, e per questo portiamo dentro di noi una sete di comunione che nessun successo, nessun possesso, nessuna conquista umana può spegnere.

E quando amiamo davvero — quando ci doniamo senza calcolo, quando perdoniamo anche quando costa, quando costruiamo legami fondati sulla verità e fedeltà — stiamo già partecipando, in modo misterioso ma reale, alla vita stessa di Dio.

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La fede nella Santissima Trinità, dunque, non è una dottrina da comprendere solo con la mente. È una verità da vivere. In un mondo che ci spinge all’isolamento, alla chiusura, alla paura dell’altro, il mistero trinitario ci ricorda che vivere per Dio e per gli altri non impoverisce la vita, ma la compie e  la realizza.

E allora diventano chiare le parole di san Giovanni Paolo II: “Luomo non può vivere senza amore. Resta per se stesso un essere incomprensibile…se non sincontra con lamore, se non lo sperimenta, se non lo fa proprio” (Redemptor Hominis, 10).

Allora, è solo amando che diventiamo ciò per cui siamo stati creati: immagine viva della Santissima Trinità. Non si tratta di capire tutto, ma di lasciarsi coinvolgere.
Di lasciarci attrarre da un Dio che è amore e che proprio per questo vuole il nostro vero bene.

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