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Ragazzi con disabilità: Juppiter, partita la carovana europea ‘Back Home’

L'intervista al presidente dell’associazione ‘Juppiter’ Salvatore Regoli

Il pellegrinaggio di Juppiter lungo l’antico tracciato della via Francigena | Il pellegrinaggio di Juppiter lungo l’antico tracciato della via Francigena | Credit Ass. Juppiter Il pellegrinaggio di Juppiter lungo l’antico tracciato della via Francigena | Il pellegrinaggio di Juppiter lungo l’antico tracciato della via Francigena | Credit Ass. Juppiter

Alcuni giorni fa ha preso il via da Roma con destinazione Londra, ‘Back Home’, la carovana europea promossa da Juppiter, fondata da Salvatore Regoli, in occasione del Giubileo della speranza. Dopo l’esperienza di ‘Destinazione Capo Nord’, quindi da Londra il gruppo torna in cammino, attraversando l’Europa fino a Roma lungo l’antico tracciato della via Francigena. Un percorso simbolico di oltre 3.000 chilometri che parla di pace, bellezza, fraternità, libertà e uguaglianza. 

 Scortati da una Lamborghini Urus della Polizia di Stato, con a bordo un medico specializzato e due agenti della Stradale, stanno attraversando il cuore dell’Europa da nord a sud, toccando Inghilterra, Francia, Svizzera e Italia, con soste significative in 18 città e 3 capitali europee, come ha sottolineato il presidente dell’associazione, Salvatori Regoli: “Abbiamo sempre pensato che fossero i più forti ad aiutare i più fragili. In questo viaggio è vero il contrario: sono proprio le fragilità a diventare la guida per tutti. Il rovesciamento di prospettiva è il cuore di Back Home: non siamo noi a portare loro, ma loro a portare noi. E’ un invito a guardare il mondo con occhi nuovi, dove la diversità non è qualcosa da colmare, ma un dono da accogliere”, ha concluso Salvatore Regoli, presidente dell’Associazione Juppiter. Due gli ambasciatori italiani che i ragazzi incontreranno: a Londra ed a Parigi, grazie alla collaborazione del Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale ed al ministro Antonio Tajani, che ha ospitato alla Farnesina la presentazione della carovana. Cinque ragazzi con diverse abilità saranno il cuore pulsante di questo viaggio: in un sorprendente rovesciamento di prospettiva, saranno infatti loro a prendersi cura di quattro adolescenti tra i 12 e i 18 anni. 

 Un cammino in cui la fragilità non è un limite, ma una risorsa educativa, una chiave per la scoperta e la crescita reciproca. ‘Back Home’ è un pellegrinaggio che vuole parlare ai giovani e alle comunità ed ogni tappa è occasione di incontro, dialogo e riflessione, come ha ricordato don Antonio Mazzi, il fondatore di Exodus, dalla quale l’associazione trae ispirazione: “I giovani hanno bisogno di vivere avventure positive: un cammino che trasforma la fragilità in risorsa e l’esperienza in crescita”. L’iniziativa si svolge sotto l’alto patrocinio del Parlamento europeo e coinvolge numerose istituzioni pubbliche e private. Un viaggio che è molto più di un attraversamento geografico: è un ritorno alle radici, un invito a riscoprire l’Europa della solidarietà e della speranza.

 Mentre nelle settimane precedenti era stato presentato il docufilm ‘Nella Tana del Sole – La Carovana di Destinazione Capo Nord’, che ha raccontato un viaggio straordinario: una carovana di 39 persone composta da adolescenti, ragazzi diversamente abili, educatori e comunicatori, autieri ed una equipe medica della polizia di stato ha attraversato l’Europa da Civita di Bagnoregio fino a Capo Nord. Un percorso di 5000 km in auto 100 km a piedi e 190 miglia nautiche, partito da Civita di Bagnoregio. 

 Al presidente dell’associazione ‘Juppiter’, Salvatore Regoli, abbiamo chiesto di raccontare l’idea di questo docufilm: “Il docufilm nasce con l’intento di raccontare il lungo viaggio dei ragazzi speciali e degli adolescenti di Juppiter da Civita di Bagnoregio a Capo Nord. Con la voglia di dimostrare che, come abbiamo scritto sui titoli di coda ‘Se puoi sognarlo, puoi farlo’. Durante questa avventura, la carovana ha catturato paesaggi, storie e tradizioni locali attraverso fotografie e riprese video, che sono stati poi utilizzati per realizzare il docufilm, che è stato presentato ufficialmente nelle scorse settimane alla Camera dei Deputati, e poi è stato diffuso nelle scuole del Lazio e di alcune città italiane, perché questo messaggio di speranza potesse arrivare ad un alto numero di giovani”.

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 Per quale motivo si intitola ‘Nella tana del sole’?

“Il titolo richiama il fatto che, in Scandinavia, durante l’estate il sole non tramonta mai, creando un’atmosfera di luce perenne, strana e suggestiva. Il fatto di essere arrivati lì, nella tana del sole, dove non ci sono distinzioni di età, sesso, nazionalità, estrazione sociale, talenti o disabilità. Per il sole siamo tutti uguali e per noi il sole è uno. L’idea di essere ‘nella tana del sole’ ci ha permesso di attraversare non solo i confini fisici di un territorio, ma anche quelli interiori di ognuno di noi”.

 Quale è stato il motivo di attraversare l'Europa fino a Capo Nord?

“Destinazione Capo Nord nasce dal sogno di uno dei nostri ragazzi speciali che un giorno, come fanno i bambini, ci ha chiesto ‘mi porti a Capo Nord?’ Dalla follia iniziale il sogno ha preso forma grazie alla collaborazione dell’associazione ‘Sport e Comunità’, all’Associazione Nazionale Autieri d’Italia che ha accompagnato guidando le vetture, alla concessionaria Audi L’Automobile Roma che ha messo a disposizione i mezzi, alla Polizia di Stato che ha scortato tutta la carovana con un equipaggio medico e una Lamborghini Urus ed ai tanti sostenitori istituzionali e privati… 

 Così Capo Nord è diventato molto più di una semplice destinazione: un simbolo ricco di significato, un viaggio che va oltre l’esplorazione dei luoghi per diventare un racconto di incontri, scoperte interiori e crescita personale. La strada ci ha cambiati, si è aperta nelle storie e nei volti di coloro che l’hanno vissuta, un percorso fatto di bellezza e fragilità. Un gruppo di persone, animato da coraggio e fragilità, si è messo in cammino verso il Nord per esplorare soprattutto le emozioni ed i mondi interiori di ciascuno”.

 Per quale motivo questo viaggio si chiama ‘Back Home’?

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“Back Home rappresenta il nostro ritorno a casa, ma anche ritorno alla nostra umanità. Dopo aver raggiunto Capo Nord, torniamo indietro, per tornare in noi. E’ un viaggio di rientro che diventa anche un’occasione di condivisione e di crescita; nell’anno del Giubileo, ripercorriamo la via Francigena da Canterbury (prima tappa Londra) a Roma, per arrivare il 27 giugno al Quirinale, accolti dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il titolo sottolinea quindi il valore del ritorno, non solo fisico ma anche simbolico, a casa, in noi stessi”.

 Allora, cosa vuol dire essere ‘pellegrini di speranza’?

“Pellegrini di speranza richiama il titolo del Giubileo e racchiude diversi significati simbolici e spirituali. Per l’associazione ‘Juppiter’ si collega alla speranza nascosta in ogni ragazzo speciale, in ogni adolescente, di essere testimoni ed ambasciatori di una umanità migliore, che si incontra per strada, si abbraccia, si arricchisce dello scambio reciproco”.

 Al termine del colloquio il presidente Regoli ci spiega la scelta del nome ‘Juppiter’: “E’ il nome di una famosa sinfonia di Mozart, la numero 41. Una sinfonia è una composizione musicale per orchestra, solitamente di grandi dimensioni, è un insieme di suoni diversi dunque… Così è ‘Juppiter’, un insieme di persone che da 33 anni si sono succedute, sono cambiate, incontrando altre persone e costruendo sogni che sembravano folli. Partendo dalla musica, visto che io sono un musicista e direttore d’orchestra. Oggi Juppiter conta 15 sedi nel Lazio tra centri giovanili, case

famiglia per ragazzi speciali, scuole di musica, progetti con le scuole, con gli adolescenti, progetti culturali e sociali, declinando l’educazione attraverso quattro linguaggi, che sono le quattro ‘ruote’ di don Antonio Mazzi, fondatore di Exodus e nostro ispiratore: musica, sport, comunicazione e gratuità”.

 

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