Rocca di Papa , martedì, 24. giugno, 2025 14:00 (ACI Stampa).
“Chiara era presidente e fondatore. Io non sono fondatore, e questo è quello che cambia”. Spiegava così la particolarità del suo ruolo Maria Voce, ribattezzata da focolarina come Emmaus, che, dopo la morte di Chiara Lubich, guidò il Movimento dei Focolari per due mandati, dal 2008 al 2021, garantendo così una tradizione non scontata da movimento legato al carisma del fondatore a movimento a tutti gli effetti, con una sua spiritualità, e un suo paradigma.
Maria Voce aveva 88 anni, ed è morta lo scorso 21 giugno. Il 23 giugno, a Rocca di Papa, si sono tenuti i suoi funerali, con messaggi arrivati da tutto il mondo. Anche il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, ha inviato un messaggio ricordando che “l’annuncio della dipartita di Emmaus Maria Voce ha suscitato sentimenti di viva commozione nell’animo di Papa Leone XIV, Ella ha ben meritato la stima di tanti uomini e donne per l’impegno profuso negli anni in Turchia a favore del dialogo ecumenico e successivamente a fianco della fondatrice, da cui apprese la sapientai cordis e la lungimiranza evangelica”.
Messaggi sono arrivati anche dal presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella, dalla presidenza della CEI, dalla principessa Alia Tabbaa di Giordania, dal rabbino David Rosen, dall’Imam dell’American Muslim Society Michael Mikal Saahir, e dal presidente della Rissho Kosei-Kai Nichiko Niwano. Le esequie sono state celebrate dal Cardinale Joao Braz de Aviz, già prefetto del Dicastero dei Religiosi, anche lui focolarino.
Già la varietà dei messaggi racconta l’impatto che ha avuto Maria Voce. Nata nel 1937 ad Aiello Calabro, prima donna avvocato del Foro di Cosenza, non pensava minimamente ad una vita da consacrata, ma piuttosto a una vita da sposata e con figli, sull’esempio della sua famiglia numerosa (erano sette fratelli). Ma poi incontrò i focolarini, nel 1959, e cominciò una ricerca che la portò nel 1963 al Centro Internazionale di Grottaferrata, poi ad aprire il focolare in Sicilia, poi nella segreteria centrale con Chiara Lubich e quindi ad Istanbul, dove aprì un cammino che è tuttora fruttuoso. Tornata a Rocca di Papa, portò la sua esperienza di giurista nel rinnovo degli Statuti.
Alla morte di Chiara Lubich, non era scontato che la scelta ricadesse su una donna della generazione successiva alla fondazione. Erano ancora vive alcune delle prime compagne di Chiara, depositarie di quel carisma originario che si temeva di perdere. Ma fu Pasquale Foresi, cofondatore del Movimento, a esprimersi chiaramente per un cambio generazionale.