Città del Vaticano , venerdì, 11. luglio, 2025 10:00 (ACI Stampa).
Paolo VI è ricordato come un Papa di grande cultura. Ma forse non tanti ricordano i grandi slanci e gesti di carità e di attenzione pastorale proprio per la sua diocesi: Roma. Come quella Pasqua del 1965 in cui celebrò la messa in un "Villaggio" nato dal suo impegno per le persone disagiate subito dopo la II Guerra Mondiale ad Acilia.
Nel sito della Santa Sede c'è una sorta di cronaca e non il testo integrale della omelia.
Si legge: "Gli abitanti di Acilia hanno, poi, un motivo particolare a tale elevazione; esso riguarda i primordi stessi della loro borgata. Il Santo Padre li conosce e ricorda in ogni particolare: da quando si recò da Lui, nella Segreteria di Stato, durante il 1945, l'ottimo ingegnere Tito Rebecchini e chiese l'interessamento della Santa Sede per la costruzione d'un apposito villaggio a beneficio dei più poveri tra i nostri fratelli. La provvida idea fu subito ed alacremente assecondata; così, grazie alla carità del Papa, con il concorso del Comune e di persone generose, sorse il nuovo centro urbano denominato "San Francesco"".
Cosa ricorda il Papa alla gente di Acilia ? Si parte da una domanda: "La Resurrezione di Cristo interessa noi? Certissimamente. Noi tutti siamo compresi in quel massimo prodigio e come avvolti dalla sua luce. E cioè: fra i battezzati, i cristiani e il Cristo esiste un rapporto arcano, ma vivo e vero, che ha mutato sostanzialmente gli esseri umani, e con sommo privilegio li ha introdotti al Mistero della Resurrezione. Col Battesimo il Signore ha infuso in ogni suo seguace il principio, il seme di una nuova vita, la Sua, che ci porterà al Paradiso. Ed ecco il dono incomparabile.
Avviene un reale innesto della vita di Cristo in noi e ci fa entrare nel circuito divino della sua energia e della sua forza. Siamo vivificati da Lui, insieme risuscitati, come dice San Paolo. E perciò: "Si consurrexistis cum Christo, quae sursum sunt quaerite... quae sursum sunt sapite, non quae super terram". Se siete risuscitati con Cristo, cercate le cose dell'alto... gustate le cose supreme, non quelle della terra. Tale verità sarà confermata, tra breve, in reale pienezza, dalla Comunione Eucaristica. Sentirci, quindi, cristiani cioè appartenenti a Cristo, è insigne risultato della Resurrezione".




