Città del Vaticano , mercoledì, 13. agosto, 2025 10:19 (ACI Stampa).
All'interno dell'Aula Paolo VI per sfuggire dalle temperature elevate, il Papa stamane ha tenuto l'udienza generale sul tema del tradimento.
Quando Gesù indica chi lo avrebbe tradito - ha esordito Leone XIV - non parla "per condannare, ma per mostrare quanto l’amore, quando è vero, non può fare a meno della verità. È un dolore che conosciamo bene anche noi, quando nelle relazioni più care si insinua l’ombra del tradimento".
Gesù in questa occasione tragica "parla in modo tale che ciascuno possa interrogarsi. Ed è proprio quello che succede: questa domanda – “Sono forse io?” – è forse tra le più sincere che possiamo rivolgere a noi stessi. Non è la domanda dell’innocente, ma del discepolo che si scopre fragile. Non è il grido del colpevole, ma il sussurro di chi, pur volendo amare, sa di poter ferire. È in questa consapevolezza che inizia il cammino della salvezza".
Gesù - ha spiegato Papa Leone -"non denuncia per umiliare. Dice la verità perché vuole salvare. E per essere salvati bisogna sentire: sentire che si è coinvolti, sentire che si è amati nonostante tutto, sentire che il male è reale ma non ha l’ultima parola. Solo chi ha conosciuto la verità di un amore profondo può accettare anche la ferita di un tradimento".
"La reazione dei discepoli - ha proseguito Leone XIV - non è rabbia, ma tristezza. È un dolore che nasce dalla possibilità reale di essere coinvolti. E proprio questa tristezza, se accolta con sincerità, diventa un luogo di conversione. Il Vangelo non ci insegna a negare il male, ma a riconoscerlo come occasione dolorosa per rinascere".



