La lettera descrive in dettaglio l'ampio aiuto umanitario e sociale fornito dalla Chiesa Ortodossa Ucraina all'Ucraina e al suo esercito e afferma che il DESS non ha preso in considerazione tale aiuto nel suo processo decisionale. Si sostiene inoltre che i procedimenti contro la Chiesa Ortodossa Ucraina violino il diritto ucraino e internazionale.
La Chiesa Ortodossa Ucraina ha comunque mostrato un cambio di tono. A maggio 2025, Onufry, alla celebrazione del suo anniversario come primate, aveva attaccato l’aggressione all’Ucraina e la giustificazione dell’attacco da parte del Patriarca Kirill. Ad agosto, invece, Onufry ha peferito anticipare la questione della risposta della lettera, non sottomettendola all’incontro dei vescovi, probabilmente per sostenere gli sforzi di pace.
Durante la sua visita ad Anchorage, il Presidente Putin ha incontrato l'Arcivescovo Alexei (Trader) di Sitka e Alaska (Chiesa Ortodossa in America). Putin ha donato all'Arcivescovo Alexei un'icona di Sant'Erman dell'Alaska e un'icona della Dormizione della Santissima Theotokos. L'Arcivescovo a sua volta ha donato al Presidente un'icona di Sant'Erman, che l'Arcivescovo aveva ricevuto dal Monte Athos. L'Arcivescovo ha dichiarato di cercare di visitare la Russia ogni anno e ha aggiunto: "Per me, così come per il mio sacerdozio, per i seminaristi, questo è sempre un grande dono. Ogni volta che si trovano lì (in Russia), dicono: ci siamo sentiti a casa...".
Leone XIV sull’Ucraina: “Cercare la strada della pace”
Il 19 agosto, Leone XIV ha terminato il suo secondo periodo di vacanza a Castel Gandolfo ed è tornato in Vaticano. All’uscita da Villa Barberini, nella sera del 19, il Papa si è soffermato a parlare con i cronisti. Ha parlato anche della situazione in Ucraina. Ha detto che “c’è speranza, ma bisogna lavorare e pregare molto. Occorre cercare veramente la strada per andare avanti, per trovare la pace”.
Il Papa ha accennato anche a colloqui “continui” con alcuni leader”.
FOCUS AFRICA
Il Cardinale Parolin in Burundi, cosa ha fatto durante la visita
Il 18 agosto è terminato il viaggio del Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, in Burundi. Parolin è stato nel Paese africano per celebrare il Giubileo dei 60 anni di relazioni diplomatiche con Bujumbura, e nell’occasione ha anche siglato sette accordi specifici su vari temi che applicano l’accordo ratificato nel 2002 tra Burundi e Santa Sede, ha consacrato basilica minore la Basilica di Sant’Antonio da Padova a Mugera, e ha inaugurato una opera dedicata al defunto arcivescovo Michael Aidan Courtney, che fu tra i fautori dell’accordo di pace tra Bujumbura e i ribelli hutu e cadde vittima di un agguato nel 2003.
Il 13 agosto, il Cardinale Parolin è stato ricevuto da Evariste Ndayishimiye, presidente della Repubblica di Burundi, presso il Palazzo Presidenziale di Ntare Rushatsi. In un cordiale incontro a tu per tu, il Segretario di Stato della Santa Sede ha dichiarato di portare un messaggio di carità e cooperazione da parte del Santo Padre. I colloqui tra le due parti si sono concentrati anche sul rafforzamento delle relazioni con la Santa Sede, sottolineando il reciproco riconoscimento e sostegno agli sforzi volti al benessere del popolo burundese.
A seguito del faccia a faccia, ha avuto luogo un incontro allargato cui hanno partecipato i leader della Chiesa cattolica in Burundi, alcuni membri del governo e altri alti funzionari. In questo contesto, sotto il patrocinio di questi due illustri funzionari, sono stati firmati accordi specifici per l'attuazione dell'accordo quadro ratificato nel 2002 tra Burundi e Santa Sede. Sono stati infatti firmati sette accordi di cooperazione tra i ministri burundesi competenti e Mons. Bonaventure Nahimana, Presidente della Conferenza Episcopale del Burundi. Questi accordi sono "volti a migliorare i servizi per i fedeli e la popolazione in vari settori, il che offre la speranza di benefici concreti per le comunità locali in generale".
Il Cardinale Parolin ha incontrato i vescovi anche presso il Centro Interculturale Nazionale per la Pace e la Riconciliazione (CNOPR) in Burundi. Hanno concelebrato una Messa durante la quale il Segretario di Stato vaticano ha elogiato il loro coraggio nell'opera pastorale di riconciliazione in questa regione, afflitta da conflitti fratricidi negli ultimi sessant'anni. Ha anche invitato il popolo burundese a voltare le spalle alla schiavitù di questi conflitti.
La presenza del Segretario di Stato della Santa Sede ha anche offerto l'occasione per celebrare solennemente diversi eventi. A Minago, dove il Nunzio Apostolico, il Vescovo Michael Courtney, ha offerto la sua vita per la pace il 29 dicembre 2003, il Cardinale ha inaugurato un monumento in onore del defunto sabato 14 agosto, posando la prima pietra per la costruzione di un centro sanitario. Ha anche benedetto la prima pietra per la costruzione del Seminario Maggiore Michael Courtney a Ruyigi.
Il giorno seguente, nella Solennità dell'Assunzione, il Cardinale ha proclamato la Basilica di Sant'Antonio da Padova a Mugera "Chiesa del Papa affidata alla Chiesa locale". E alla vigilia del suo ritorno in Vaticano, il Cardinale Parolin ha chiuso la cerimonia commemorativa del 60° anniversario delle relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e la Repubblica del Burundi.
La Chiesa in Burundi, attraverso il Presidente della Conferenza Episcopale, ha espresso profonda soddisfazione per la forza e la qualità di queste relazioni.
L'Arcivescovo Bonaventure Nahimana ha inoltre espresso la sua gratitudine al governo burundese per la recente decisione di istituire un'ambasciata presso la Santa Sede, "un gesto altamente significativo che dimostra la sua volontà di mettersi a disposizione dei burundesi, in questo caso sacerdoti e persone consacrate, che avranno bisogno dei suoi servizi".
L'Arcivescovo Nahimana ha affermato di aver accolto il capo della diplomazia vaticana con gratitudine e nella consapevolezza che questo dono è al tempo stesso "un onore e un segno di maturità per la Chiesa in Burundi". Ha inoltre reso omaggio alla cura pastorale del Cardinale Parolin, che si è preso cura di incontrare sacerdoti, persone consacrate e seminaristi, “a ciascuno ha offerto consigli illuminati su come vivere la propria vocazione con speranza e fedeltà. Pastore attento al bene dei suoi fedeli, il Cardinale Parolin ha dimostrato vicinanza a "La sua presenza è segnata dalla sua paterna gentilezza e benevolenza".
Inoltre, il Vescovo Nahimana ha sottolineato la presenza del Segretario di Stato della Santa Sede tra i bambini, i giovani, gli anziani e i malati, nonché tra i suonatori di tamburo di Gishora. Questo, ha detto, "riflette gesti caratterizzati da diligenza e profondità spirituale, degni del suo ufficio". La Chiesa in Burundi, augurandogli un sicuro ritorno, lo ha rassicurato delle sue ferventi preghiere, chiedendo in cambio le sue preziose preghiere e sperando di poter un giorno accogliere la visita del Santo Padre in questo Paese dell'Africa orientale.
Nigeria, continuano gli attacchi nello Stato del Benue
Anche Leone XIV ha denunciato gli attacchi contro i cristiani in Nigeria, che continuano in maniera sempre più insistente. L’11 agosto, i banditi Fulani hanno attaccato la parrocchia cattolica di St. Paul in Aye-Twar. Tutte le attività pastorali sono state bloccate come conseguenza, e tutte le 26 parrocchie della zona sono state occupate da cecchini.
L’attacco dell’11 agosto ha desacralizzato e distrutto la chiesa parrocchiale, messo a fuoco l’ufficio del parroco e la rettoria, e saccheggiato e distrutto veicoli e altre proprietà della parrocchia.
In una dichiarazione raccolta dall’agenzia Fides, Farouk Lawal Jobe, governatore in carica dello Stato di Katsina in Nigeria, ha detto che la popolazione del suo Stato “merita di vivere in sicurezza, e non nella paura”, e ha richiesto “al presidente di diramare istruzioni appropriate a tutte le agenzie di sicurezza per porre fine in maniera risoluta agli attacchi ingiustificati contro le nostre pacifiche comunità”.
Il 19 agosto, c’è stato un altro massacro nella moschea di Unguqar Mantau, portato avanti da un gruppo di banditi come vendetta per l’uccisione di alcuni dei loro complici da parte degli abitanti del villaggio.
Nel weekend scorso, la Nigerian Air Force ha bombardato Jigawa Sawi, vicino al confine con lo Stato di Zamfara, permettendo a 62 persone rapite lo scorso 11 agosto di scappare”.
Secondo uno studio recente dell’Oxford Policy Management, tra il 2020 e il 2025 sono stati rapiti approssimativamente 330 studenti e 14 professori, mentre altri cinque professori sono stati uccisi. Un totale di 52 scuola nelle aree di Batsari, Faskari e Kankara sono state chiuse. L’insicurezza dello Stato di Katsina deriva anche al fatto che il confine con il Niger non è controllato adeguatamente, e questo permette il passaggio di islamisti, bande armate e agenti di contrabbando.
FOCUS MULTILATERALE
La Santa Sede all’Organizzazione degli Stati Americani, la questione di Haiti
Lo scorso 20 agosto, si è tenuta una sessione del Consiglio Permanente dell’Organizzazione degli Stati Americani, durante la quale è stato presentato il documento intitolato “Verso una road map per la stabilità e la pace gestita ad Haiti con appoggio regionale e internazionale”.
Nel suo intervento, monsignor Antonio Cruz Serrano, osservatore permanente della Santa Sede presso l’OAS, ha detto che la Santa Sede ha preso nota della road map che “intenderebbe rispondere alla profonda e drammatica situazione che attraversa Haiti, con dimensioni tanto sociopolitiche che umanitarie, caratterizzate in particolare da una persistente insicurezza, povertà endemica e violenza di gruppi armati”.
Una situazione che è stata affrontata anche in una dichiarazione di Leone XIV lo scorso 10 agosto, quando ha definito la situazione del popolo haitiano come “disperata”, e ha descritto le continue notizie di “assassinii e violenza di ogni tipo, tratta delle persone, esili forzate e sequestri”.
Cruz Serrano sottolinea che “di fronte alla crisi multidimensionale che vive Haiti”, la Santa Sede apprezza gli sforzi dell’OAS per “adottare con urgenza soluzioni concrete in modo da tentare di risolvere la grave crisi di sicurezza e istituzionale” di Haiti, coinvolgendo “la comunità internazionale e rilevanti attori internazionali”.
Da parte sua, la missione della Santa Sede “si permette di segnalare che la Conferenza Episcopale di Haiti ha pubblicato, lo scorso 23 luglio, una dichiarazione sull’attuale crisi di sicurezza e sul progetto preliminare di Costituzione previsto nel 2025”, mettendo in luce “preoccupazioni importanti”.
La Santa Sede, inoltre, “ribadisce la sua vicinanza al popolo haitiano e riafferma il suo appoggio costante agli sforzi per promuovere la pace e la stabilità”.