Città del Vaticano , venerdì, 3. ottobre, 2025 12:00 (ACI Stampa).
“Nel nostro tempo, purtroppo, i rapporti tra le generazioni sono spesso segnati da fratture e contrapposizioni, che mettono gli uni contro gli altri. Agli anziani, ad esempio, viene rinfacciato di non lasciare spazio ai giovani nel mondo del lavoro, oppure di assorbire troppe risorse economiche e sociali a scapito delle altre generazioni, come se la longevità fosse una colpa. Si tratta di modi di pensare che rivelano visioni molto pessimistiche e conflittuali dell’esistenza. Gli anziani sono un dono, una benedizione da accogliere, e l’allungamento della vita è un fatto positivo, anzi, è uno dei segni di speranza del nostro tempo, in ogni parte del mondo. Certamente si tratta anche di una sfida, perché il numero crescente di anziani è un fenomeno storico inedito, che ci chiama a un nuovo esercizio di discernimento e di comprensione”. Lo ha detto Papa Leone XIV, ricevendo in udienza i partecipanti al II Congresso Internazionale di Pastorale degli Anziani.
“L’età anziana – ha rilevato il Pontefice - è anzitutto un benefico richiamo all’universale dinamica della vita. La mentalità oggi prevalente tende a dare valore all’esistenza se produce ricchezza o successo, se esercita potere o autorità, dimenticando che l’essere umano è creatura sempre limitata e bisognosa. La fragilità che appare negli anziani ci ricorda questa comune evidenza: perciò viene nascosta o allontanata da chi coltiva illusioni mondane, per non avere davanti agli occhi l’immagine di quello che inevitabilmente saremo. È invece salutare rendersi conto che l’invecchiamento è parte della meraviglia che siamo”.
“Per quanto possa sembrare strano, la vecchiaia – ha aggiunto - diventa purtroppo sempre più spesso qualcosa a cui si arriva all’improvviso e che ci coglie impreparati. La Chiesa è chiamata a offrire tempi e strumenti per decifrarla, così da viverla cristianamente, senza pretendere di rimanere sempre giovani senza lasciarsi prendere dallo sconforto”.
Per gli anziani – ha suggerito il Papa – “è importante individuare un linguaggio e delle proposte adeguate, coinvolgendoli non come destinatari passivi dell’evangelizzazione, ma come soggetti attivi, e per rispondere insieme a loro, e non al posto loro, alle domande che la vita e il Vangelo ci pongono. Per tutti, la pastorale degli anziani dev’essere evangelizzatrice e missionaria, perché la Chiesa è sempre chiamata ad annunciare Gesù, il Cristo salvatore, ad ogni uomo e ogni donna, in ogni età e in ogni stagione della vita”.
“Laddove – ha proseguito Leone XIV - gli anziani sono soli e scartati, questo significherà portare loro il lieto annuncio della tenerezza del Signore, per vincere, insieme con loro, le tenebre della solitudine, grande nemica della vita degli anziani. Che nessuno sia abbandonato! Che nessuno si senta inutile! Anche una semplice preghiera, recitata con fede a casa, concorre al bene del Popolo di Dio e ci unisce nella comunione spirituale. Questo compito missionario interpella tutti noi, le nostre parrocchie e in modo particolare i giovani, che possono diventare testimoni di prossimità e di ascolto, ascolto reciproco con chi è più avanti di loro nella vita”.



