Padova , martedì, 14. ottobre, 2025 14:00 (ACI Stampa).
L'annuncio del primo viaggio di Papa Leone XIV in Turchia e Libano dal 27 novembre al 2 dicembre, per il pellegrinaggio all’antica Nicea a 1700 anni dal Concilio è una occasione per riflettere sulla situazione in quella regione. Il vescovo Paolo Bizzeti, dal 2015 al 2024 vicario apostolico dell’Anatolia, parlando alla Facoltà Teologica del Triveneto ha commentato: "Visitare il gregge di persona e portare la vicinanza del Buon Pastore è il senso di questi viaggi papali. La Turchia e il Libano sono paesi importantissimi non solo per il passato cristiano ma anche per l’oggi della vita cristiana: sono un laboratorio in cui dobbiamo essere presenti attivamente e umilmente. L’anniversario di Nicea è un’occasione per ravvivare lo spirito che animò i padri conciliari: esprimere in termini e categorie nuove la propria fede, cercando ciò che unisce".
Bizzeti, per alcuni anni è stato docente della Facoltà teologica del Triveneto, in una intervista in occasione dell' apertura dell’anno accademico 2025/2026, ha spiegato che "la Turchia è un paese molto affascinante sia per la variegata geografia sia per le molte anime etniche, culturali, religiose. La gente del popolo è molto gentile ed educata. Naturalmente ci sono anche delle durezze, chiusure, pregiudizi. La pastorale cattolica è molto limitata da leggi o prassi che impediscono la costruzione di cappelle, centri giovanili e culturali. Tutto avviene dentro alcune poche parrocchie stabilite secondo il trattato di Losanna di un secolo fa".
Il problema è che "dopo oltre due secoli di presenza cattolica, non è sorta una chiesa locale, con clero locale, con apparati diocesani appropriati e adeguati alla cultura turca". E "oggi i cattolici sono una minoranza insignificante e tuttavia viva, accettando di essere marginali ma consapevoli del dono di credere in Gesù salvatore. Ci sono poi i rifugiati cristiani che provengono dai paesi vicini e i neofiti che saranno probabilmente la chiesa del prossimo futuro".
Per Bizzeti "l’evangelizzazione è il compito che il Signore ha avuto al centro della sua vita e che ha consegnato a coloro che vogliono seguirlo. Questo vale per ogni epoca, quindi niente di nuovo. Tuttavia è vero che oggi abbiamo urgente bisogno di ricomprendere la Buona Notizia e che le opere e parole di Gesù – che ci manifesta in modo inequivocabile chi è Dio, cosa fa e cosa vuole – sono tutte una Buona Notizia. (…) dobbiamo ripartire dall’Antico Testamento e ricomprendere tutto il percorso con cui il Signore Dio ha accompagnato il suo popolo. Concretamente significa riprendere in mano la Bibbia, dall’inizio alla fine, in modo sistematico ripercorrere il lungo e faticoso cammino della Storia della Salvezza. Dopo di che bisogna ripercorrere la storia della Chiesa per poter quindi imparare a dialogare con le sfide e le culture di oggi essendo maggiormente consapevoli della propria identità".
Bizzeti è stato per molti anni presidente di Caritas Anatolia, e spiega che " i rifugiati cristiani che io seguo in Turchia e in Italia sono una grande risorsa e non ha senso chiudere le porte per paura, quando invece essi ci portano una ventata di novità e di fede viva, insieme ai loro molti problemi che però sono l’occasione per uscire da noi stessi e dare un senso alla nostra vita e alle nostre risorse. In concreto noi adesso aiutiamo nel cercare lavoro e casa in modo da dare dignità e possibilità di un buon inserimento a questi fratelli e sorelle: è un vantaggio per tutti".




