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Papa Leone XIV: "La pace non è ultimatum, ma dialogo"

Durante la veglia per il giubileo della spiritualità mariana il Papa si rivolge ai potenti del mondo: "Abbiate l'audacia del disarmo"

Papa Leone XIV |  | Daniel Ibanez EWTN
Papa Leone XIV | Daniel Ibanez EWTN
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Papa Leone XIV |  | Daniel Ibanez EWTN
Papa Leone XIV | Daniel Ibanez EWTN
Papa Leone XIV |  | Daniel Ibanez EWTN
Papa Leone XIV | Daniel Ibanez EWTN

Tutti insieme, perseveranti e concordi, non ci stanchiamo di intercedere per la pace, dono di Dio che deve diventare nostra conquista e nostro impegno”. Lo ha detto questa sera Papa Leone XIV introducendo la meditazione in occasione della Veglia di Preghiera per il Giubileo della Spiritualità Mariana.

In Maria – ha detto il Papa citando il Concilio Vaticano II  - cerchiamo “la guida del nostro pellegrinaggio nella speranza, guardando alle sue virtù umane ed evangeliche, la cui imitazione costituisce la più autentica devozione mariana.

“Guardiamo alla Madre di Gesù e a quel piccolo gruppo di donne coraggiose presso la Croce – ha proseguito - per imparare anche noi a sostare come loro accanto alle infinite croci del mondo, dove Cristo è ancora crocifisso nei suoi fratelli, per portarvi conforto, comunione e aiuto”.

Citando poi le parole di Maria – fate quel che vi dirà - riportate dal Vangelo nell’episodio delle Nozze di Cana, il Papa ha osservato che da quel momento Maria “non parlerà più. Dunque queste parole, che risultano quasi un testamento, devono essere carissime ai figli, come ogni testamento di una madre. Qualsiasi cosa Lui vi dica. Lei è certa che il Figlio parlerà, la sua Parola non è finita, crea ancora, genera, opera, riempie di primavere il mondo e di vino le anfore della festa. Maria, come un segnale indicatore, orienta oltre sé stessa, mostra che il punto di arrivo è il Signore Gesù e la sua Parola, il centro verso cui tutto converge, l’asse attorno al quale ruotano il tempo e l’eternità”.

“Fate la sua Parola, raccomanda. Fate – ha esortato Leone XIV - il Vangelo, rendetelo gesto e corpo, sangue e carne, fatica e sorriso. Fate il Vangelo, e si trasformerà la vita, da vuota a piena, da spenta ad accesa. Fate qualsiasi cosa vi dica: tutto il Vangelo, la parola esigente, la carezza consolante, il rimprovero e l’abbraccio. Ciò che capisci e anche ciò che non capisci. Maria ci esorta ad essere come i profeti: a non lasciare andare a vuoto una sola delle sue parole”.

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Il Papa ha poi ripreso l’esortazione di Gesù a Pietro: metti via la spada. Esortazione quanti mai attuale oggi. “La pace è disarmata e disarmante. Non è deterrenza, ma fratellanza, si . Non verrà come frutto di vittorie sul nemico, ma come risultato di semine di giustizia e di coraggioso perdono. Metti via la spada è parola rivolta ai potenti del mondo, a coloro che guidano le sorti dei popoli: abbiate l’audacia del disarmo! Ed è rivolta al tempo stesso a ciascuno di noi, per farci sempre più consapevoli che per nessuna idea, o fede, o politica noi possiamo uccidere. Da disarmare prima di tutto è il cuore, perché se non c’è pace in noi, non daremo pace”.

Il Papa ha anche ammonito: “I grandi del mondo si costruiscono imperi con il potere e il denaro. Voi però non fate così. Dio non fa così: il Maestro  non ha troni, ma si cinge un asciugamano e s’inginocchia ai piedi di ciascuno. Il suo impero è quel poco di spazio che basta per lavare i piedi dei suoi amici e prendersi cura di loro. È anche l’invito ad acquisire un punto di vista diverso per guardare il mondo dal basso, con gli occhi di chi soffre, non con l’ottica dei grandi; per guardare la storia con lo sguardo dei piccoli e non con la prospettiva dei potenti; per interpretare gli avvenimenti della storia con il punto di vista della vedova, dell’orfano, dello straniero, del bambino ferito, dell’esule, del fuggiasco. Altrimenti non cambierà mai niente, e non sorgerà un tempo nuovo, un regno di giustizia e di pace”.

“Dio – ha concluso il Papa - regala gioia a chi produce amore nel mondo, gioia a quanti, alla vittoria sul nemico, preferiscono la pace con lui. Coraggio, avanti, in cammino, voi che costruite le condizioni per un futuro di pace, nella giustizia e nel perdono; siate miti e determinati, non lasciatevi cadere le braccia. La pace è un cammino e Dio cammina con voi. Il Signore crea e diffonde la pace attraverso i suoi amici pacificati nel cuore, che diventano a loro volta pacificatori, strumenti della sua pace”.

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