Città del Vaticano , mercoledì, 15. ottobre, 2025 10:14 (ACI Stampa).
Una catechesi breve, concisa. Frasi che arrivano dritte al cuore dei fedeli. E’ la catechesi di papa Leone XIV del mercoledì: l’udienza generale tanto attesa dai fedeli di tutto ilmondo che arrivano a Roma con la speranza, il desiderio di vedere il proprio Pastore. Il papa ormai ci ha abituato a catechesi asciutte che dicono tutto.
La "scenografia" dei pellegrini è davvero sorprendente: grande sventolio di bandiere di tutto il mondo; cori festanti; famiglie con i propri bambini che attendono in piazza San Pietro il papa. E’ un tripudio di colori ed entusiasmo. La piazza sembra davvero un mare in movimento, onde di fedeli si accavallano. Oggi piazza San Pietro è davvero gremita fino a via della Conciliazione. E proprio da via della Conciliazione il pontefice decide oggi di fare il proprio ingresso in papamobile. Percorre tutta la strada per poi arrivare alla piazza: saluta e benedice. Sorride festoso anche lui per rispondere all'ondata di affetto della piazza.
Poi, comincia la Catechesi: “Nelle catechesi dell’Anno giubilare, fino a questo momento, abbiamo ripercorso la vita di Gesù seguendo i Vangeli, dalla nascita alla morte e risurrezione. Così facendo, il nostro pellegrinaggio nella speranza ha trovato il suo fondamento saldo, la sua via sicura. Ora, nell’ultima parte del cammino, lasceremo che il mistero di Cristo, culminante nella Risurrezione, sprigioni la sua luce di salvezza a contatto con la realtà umana e storica attuale, con le sue domande e le sue sfide”, così esordisce papa Leone XIV.
Il papa guarda alla vita di tutti i giorni “scandita - dice - da innumerevoli accadimenti, colmi di sfumature e di vissuti differenti. A volte ci sentiamo gioiosi, altre volte tristi, altre ancora appagati, oppure stressati, gratificati, demotivati. Viviamo indaffarati, ci concentriamo per raggiungere risultati, arriviamo a conseguire traguardi anche alti, prestigiosi. Viceversa, restiamo sospesi, precari, in attesa di successi e riconoscimenti che tardano ad arrivare o non arrivano affatto”. In questa contraddizione, allora, dice papa Leone XIV, l’uomo sperimenta “una situazione paradossale: vorremmo essere felici, eppure è molto difficile riuscire a esserlo in modo continuativo e senza ombre. Facciamo i conti con il nostro limite e, allo stesso tempo, con l’insopprimibile spinta a tentare di superarlo”.



