Città del Vaticano , mercoledì, 15. ottobre, 2025 13:00 (ACI Stampa).
Sono una della eredità di Papa Francesco, i Movimenti Popolari (IMMP), "uno spazio di fraternità tra organizzazioni di base dei cinque continenti, una piattaforma costruita da diversi movimenti affinché i poveri e i popoli organizzati non si rassegnino e siano protagonisti del cambiamento".
Nella Dilexi te firmata da Leone XIV ma scritta da Francesco c'è uno spazio anche per loro e la loro missione di impegno per la dignità umana, la natura e la giustizia sociale.
Certo il testo papale mette in guardia da derive populiste e lontane dal cristianesimo, ma l'idea che i poveri siano protagonisti del loro sviluppo è chiara.
Oggi i Movimenti Popolari arrivano a Roma per il Giubileo. Il loro primo incontro si era tenuto a Roma, nell’ottobre 2014 ed è stato una tappa fondamentale nel processo di organizzazione e maturazione dei movimenti, per rispondere al desiderio che dovrebbe essere alla portata di tutti ma che oggi, tristemente, appare sempre più lontano: terra, casa e lavoro. Nel 2015 è stata la volta di Santa Cruz de la Sierra, in Bolivia, con 1.500 delegati e delegate di 40 paesi dei cinque continenti, il messaggio del Papa, considerato una “mini-enciclica”, ha espresso ai movimenti il suo sentimento di «fraternità, passione, dedizione e sete di giustizia». Francesco ha proposto tre grandi compiti: Mettere l’economia al servizio dei popoli. Unire i popoli nel cammino della pace e della giustizia. Difendere la Madre Terra.
Poi ancora in Vaticano nel 2016. Durante la pandemia, Francesco ha inviato una lettera ai movimenti popolari (12 aprile 2020) proponendo «un salario universale per i lavoratori più umili e senza diritti», denunciando che i poveri sono stati esclusi dai benefici della globalizzazione ma non dai suoi danni.




