In quarto luogo, la Chiesa cattolica non rifiuta nulla di ciò che è vero e santo in queste religioni, che “riflettono un raggio di quella verità che illumina tutti gli uomini”. Le considera con sincera riverenza e invita i suoi figli e le sue figlie, attraverso il dialogo e la collaborazione, a riconoscere, preservare e promuovere ciò che è spiritualmente, moralmente e culturalmente buono in tutti i popoli".
Poi ha sottolineato, tracciando la storia del documento, che "per la prima volta nella storia della Chiesa, abbiamo un testo dottrinale con una base esplicitamente teologica che illustra le radici ebraiche del Cristianesimo in modo biblicamente fondato".
E "il dialogo non è una tattica o uno strumento, ma un modo di vivere, un cammino del cuore che trasforma tutti i suoi protagonisti, chi ascolta e chi parla. Inoltre, percorriamo questo cammino non abbandonando la nostra fede, ma restando saldamente al suo interno".
E aggiunge: "in questo momento cruciale della storia, ci è stata affidata una grande missione: risvegliare in tutti gli uomini e le donne il loro senso di umanità e del sacro".
E quindi la nostra "grande responsabilità, come capi religiosi, di portare speranza a un’umanità spesso tentata dalla disperazione. Ricordiamo che la preghiera ha il potere di trasformare i nostri cuori, le nostre parole, le nostre azioni e il nostro mondo. Ci rinnova da dentro, riaccendendo in noi lo spirito di speranza e di amore".
Il Papa ha concluso con una preghiera silenziosa di tutti i presenti ed è poi sceso a salutere i delegati.
I cardinali George Jacob Card. Koovakad, prefetto del Dicastero per il dialogo interreligioso e il cardinale Kurt Koch Prefetto del Dicastero per l'unità dei Cristiani hanno fatto gli onori di casa e sottolineato l'importanza di combattere l' antisemitismo in ogni sua forma.
Il primo momento della commemorazione dei 60 anni della dichiarazione del Concilio Vaticano II Nostra Aetate, sulle relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane, dal tema “Camminare insieme con speranza”, è l’ingresso solenne in Aula Paolo VI, in corteo, di ottanta rappresentanti delle principali religioni, dall’ebraismo all’islam, dell’induismo fino alle religioni tradizionali africane, accompagnati da altrettanti bambini.
In Aula Paolo VI più di tremila i rappresentanti delle religioni di tutto il mondo, dell'ebraismo, dell'islam, dell'induismo, del giainismo, del sikhismo, del buddismo, dello zoroastrismo, del confucianesimo, del taoismo, dello shintoismo e delle religioni tradizionali africane insieme a membri della Curia romana, del Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, a delegati cattolici impegnati nel dialogo interreligioso, a studiosi, a reti interreligiose e a giovani di tutto il mondo.
Poi per tutti in ricordo della serata una bustina con i semi da piantare, quelli del dialogo e del cammino comune.
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