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Papa Leone XIV e Bartolomeo I firmano la Dichiarazione congiunta

Nel Palazzo Patriarcale, la firma di una Dichiarazione congiunta e lo scambio dei doni tra il papa e Bartolomeo I

Papa Leone XIV e Bartolomeo I | Papa Leone XIV e Bartolomeo I | Credit Vatican Media Papa Leone XIV e Bartolomeo I | Papa Leone XIV e Bartolomeo I | Credit Vatican Media

E dopo la preghiera della Doxologia nella chiesa patriarcale di San Giorgio,  Bartolomeo I e papa Leone XIV si sono incontrati nel Palazzo del Patriarcato per la firma di una dichiarazione congiunta. Un momento breve, ma significativo. E subito dopo la firma, lo scambio dei doni: papa Leone XIV ha donato un mosaico del Cristo Pantocratore, un riproduzione del mosaico che decora la volta dell'Oratorio di San Zenone, situato nella basilica di Santa Prassede a Roma. Bartolomeo I una stola, raffinata, dorata. E una croce pettorale d'oro. Il Cristo Pantocratore è raffigurato come sovrano e giudice dell'universo, secondo l'iconografia tipica dell'epoca. Il suo sguardo solenne e diretto verso l'osservatore esprime onniscienza e presenza eterna. Il quadro musivo (cm 70 × 70) è stato realizzato dai mosaicisti dello Studio del Mosaico Vaticano tra febbraio e giugno 2021: smalti policromi e ori, applicazioni con stucco oleoso su base metallica. La stola donata da Bartolomeo reca dittici dalla Lettera agli Efesini in greco e in latino. Delle frasi scelte personalmente dal Patriarca Bartolomeo e dipinti a mano dal Maestro Konstantinos Iannakis di Ioannina (Epiro) su faille di seta e lurex del Lanificio Faliero Sarti di Prato: "ἀληθεύοντες δὲ ἐν ἀγάπῃ αὐξήσωμεν εἰς αὐτὸν τὰ πάντα ὅς ἐστιν ἡ κεφαλή Χριστός" e "veritatem autem facientes in caritate crescamus in illum per omnia qui est caput Cristo". 

La Dichiarazione congiunta ha come sottotitolo parole che sono una sintesi di tutto: «Rendete grazie al Signore, perché è buono, perché il suo amore è per sempre», tratte dal salmo 106 . misericordioso, per il dono di questo incontro fraterno. Seguendo l'esempio dei nostri Venerabili Predecessori e in ascolto della volontà del nostro Signore Gesù Cristo, continuiamo a camminare con ferma determinazione sulla via del dialogo, nell'amore e nella verità, verso l'auspicato ripristino della piena comunione tra le nostre sorelle Chiese”, questo l'incipit del testo firmato congiuntamente. 

 

Inoltre viene sottolineato che “l'unità dei cristiani non è semplicemente risultato di sforzi umani, ma un dono che viene dall'alto”. Viene definito “uno straordinario momento di grazia” la commemorazione del 1700° anniversario del Primo Concilio Ecumenico di Nicea. Importante il passaggio: "Dobbiamo anche riconoscere che ciò che ci unisce è la fede espressa nel Credo di Nicea. Questa è la fede che salva nella persona del Figlio di Dio, vero Dio da vero Dio, homoousios con il Padre, che per noi e per la nostra salvezza si è incarnato e ha abitato in mezzo a noi, è stato crocifisso, è morto ed è stato sepolto, è risorto il terzo giorno, è asceso al cielo e verrà di nuovo a giudicare i vivi ei morti". la Resurrezione è al centro di tutto. E poi si parla - sempre nella stessa Dichiarazione - il mistero della Santissima Trinità. C'è speranza nel documento: "Siamo convinti che la commemorazione di questo significativo anniversario possa ispirare nuovi e coraggiosi passi nel cammino verso l'unità. Tra le sue decisioni, il Primo Concilio di Nicea fornì anche i criteri per determinare i dati della Pasqua, comune a tutti i cristiani". Ricorda, infatti, il testo firmato congiuntamente che “la divina Provvidenza” ha fatto in modo “che quest'anno l'intero mondo cristiano abbia celebrato la Pasqua nello stesso giorno”. 

 

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E nelle parole, forte il desiderio di “proseguire il processo di esplorazione di una possibile soluzione per celebrare insieme la Festa delle Feste ogni anno”. Viene poi ricordato anche il 60° anniversario della storica Dichiarazione congiunta di papa Paolo VI con il patriarca ecumenico Atenagora.  “Convinti dell'importanza del dialogo, esprimiamo il nostro continuo sostegno al lavoro della Commissione mista internazionale per il Dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa, che nella fase attuale sta esaminando questioni storicamente considerate fonte di divisione” continua il documento congiunto. C'è anche l'esortazione alle due Chiese di “accogliere con gioia i frutti finora conseguiti ea impegnarsi per il loro continuo incremento”.

Un'unità che contribuisce alla pace: "Insieme alziamo fervidamente le nostre voci invocando il dono divino della pace sul nostro mondo. Tragicamente, in molte sue regioni, conflitti e violenza continuano a distruggere la vita di tante persone. Ci appelliamo a coloro che hanno responsabilità civili e politiche affinché affrontino tutto il possibile per garantire che la tragedia della guerra cessi immediatamente, e chiediamo a tutte le persone di buona volontà di sostenere la nostra supplica".

Dopo la firma e lo scambio di doni, un momento privato fra i due. Unione, fratellanza, e pace: queste le parole-chiave di oggi. 

Aggiornato alle 7,40 del 30.11.2025


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