Kabul , sabato, 29. novembre, 2025 14:36 (ACI Stampa).
E dopo la preghiera della Doxologia nella chiesa patriarcale di San Giorgio, Bartolomeo I e papa Leone XIV si sono incontrati nel Palazzo del Patriarcato per la firma di una dichiarazione congiunta. Un momento breve, ma significativo. E subito dopo la firma, lo scambio dei doni: papa Leone XIV ha donato un mosaico del Cristo Pantocratore, un riproduzione del mosaico che decora la volta dell'Oratorio di San Zenone, situato nella basilica di Santa Prassede a Roma. Bartolomeo I una stola, raffinata, dorata. E una croce pettorale d'oro. Il Cristo Pantocratore è raffigurato come sovrano e giudice dell'universo, secondo l'iconografia tipica dell'epoca. Il suo sguardo solenne e diretto verso l'osservatore esprime onniscienza e presenza eterna. Il quadro musivo (cm 70 × 70) è stato realizzato dai mosaicisti dello Studio del Mosaico Vaticano tra febbraio e giugno 2021: smalti policromi e ori, applicazioni con stucco oleoso su base metallica. La stola donata da Bartolomeo reca dittici dalla Lettera agli Efesini in greco e in latino. Delle frasi scelte personalmente dal Patriarca Bartolomeo e dipinti a mano dal Maestro Konstantinos Iannakis di Ioannina (Epiro) su faille di seta e lurex del Lanificio Faliero Sarti di Prato: "ἀληθεύοντες δὲ ἐν ἀγάπῃ αὐξήσωμεν εἰς αὐτὸν τὰ πάντα ὅς ἐστιν ἡ κεφαλή Χριστός" e "veritatem autem facientes in caritate crescamus in illum per omnia qui est caput Cristo".
La Dichiarazione congiunta ha come sottotitolo parole che sono una sintesi di tutto: «Rendete grazie al Signore, perché è buono, perché il suo amore è per sempre», tratte dal salmo 106 . misericordioso, per il dono di questo incontro fraterno. Seguendo l'esempio dei nostri Venerabili Predecessori e in ascolto della volontà del nostro Signore Gesù Cristo, continuiamo a camminare con ferma determinazione sulla via del dialogo, nell'amore e nella verità, verso l'auspicato ripristino della piena comunione tra le nostre sorelle Chiese”, questo l'incipit del testo firmato congiuntamente.
Inoltre viene sottolineato che “l'unità dei cristiani non è semplicemente risultato di sforzi umani, ma un dono che viene dall'alto”. Viene definito “uno straordinario momento di grazia” la commemorazione del 1700° anniversario del Primo Concilio Ecumenico di Nicea. Importante il passaggio: "Dobbiamo anche riconoscere che ciò che ci unisce è la fede espressa nel Credo di Nicea. Questa è la fede che salva nella persona del Figlio di Dio, vero Dio da vero Dio, homoousios con il Padre, che per noi e per la nostra salvezza si è incarnato e ha abitato in mezzo a noi, è stato crocifisso, è morto ed è stato sepolto, è risorto il terzo giorno, è asceso al cielo e verrà di nuovo a giudicare i vivi ei morti". la Resurrezione è al centro di tutto. E poi si parla - sempre nella stessa Dichiarazione - il mistero della Santissima Trinità. C'è speranza nel documento: "Siamo convinti che la commemorazione di questo significativo anniversario possa ispirare nuovi e coraggiosi passi nel cammino verso l'unità. Tra le sue decisioni, il Primo Concilio di Nicea fornì anche i criteri per determinare i dati della Pasqua, comune a tutti i cristiani". Ricorda, infatti, il testo firmato congiuntamente che “la divina Provvidenza” ha fatto in modo “che quest'anno l'intero mondo cristiano abbia celebrato la Pasqua nello stesso giorno”.



