L’impegno per un dialogo di carità che ripristini l’unità della Chiesa senza assorbire né dominare. L’invito a costruire l’unità amandosi come fratelli e sorelle. Il monito a non usare mai il nome di Dio per giustificare guerre e violenze. Con questi tre messaggi, forti, che si sono dipanati tra la commemorazione del I concilio ecumenico a Iznik, l’antica Nicea, e la partecipazione del Papa alla Divina Liturgia nel giorno della festa di Sant’Andrea (con in mezzo una dichiarazione congiunta), Leone XIV lascia la Turchia. Non c’è stata la definizione di una data comune per la Pasqua – gli ortodossi e gli orientali la calcolano secondo il calendario giuliano, i latini secondo il calendario gregoriano. Era una speranza, perché proprio a Nicea, 1700 anni fa, si era stabilita la modalità di calcolare la data della Pasqua. L’impegno, però, resta, mentre Leone XIV ha definito una strada di dialogo con una enfasi particolare sulla preghiera comune e sulle sfide del mondo, dalla questione ecologica a  quella dell’intelligenza artificiale.

Dopo un pranzo con il patriarca ecumenico Bartolomeo, frugale e riservato a base di pesce (menù: zuppa di gamberi, spigola con verdure, dolcetti turchi), il Papa è andato verso l’aeroporto di Istanbul, dove c’è stato un breve incontro privato con un ministro. Quindi, Leone XIV è stato salutato sotto la scaletta dell'aereo dai vescovi di Turchia. 

Istanbul non è la capitale turca, non ci sono incontri di alto livello con le delegazioni governative, ed è una partenza meno cerimoniale di quella che sarebbe avvenuta se il Papa fosse partito dalla capitale.

Termina così un viaggio intenso in Turchia. Leone XIV ora parte per il Libano, da dove farà risuonare l’appello alla pace e al dialogo. L’arrivo all’aeroporto di Beirut è previsto alle 15.45 ora locali, le 14.45 in Italia.