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Leone XIV arrivato in Libano. “Forse nel 2033 un evento ecumenico a Gerusalemme”

Il Papa parla in volo dalla Turchia al Libano. Annuncia che si sta pensando a un evento ecumenico nel 2033 a Gerusalemme per i 2000 anni dalla Redenzione. Il bilancio del viaggio, le iniziative per la pace

Leone XIV, conferenza stampa in aereo | Leone XIV durante la conferenza stampa in aereo sul volo Istanbul - Beirut, 30 novembre 2025 | Elias Turk / EWTN
Leone XIV, conferenza stampa in aereo | Leone XIV durante la conferenza stampa in aereo sul volo Istanbul - Beirut, 30 novembre 2025 | Elias Turk / EWTN
Leone XIV in Libano | Leone XIV accolto all'aeroporto di Beirut, 30 novembre 2025 | Vatican Media / ACI Group
Leone XIV in Libano | Leone XIV accolto all'aeroporto di Beirut, 30 novembre 2025 | Vatican Media / ACI Group
Leone XIV in Libano | Leone XIV accolto nel presidential lounge da presidente della Repubblica, presidente del Parlamento e primo ministro libanese e consorti, Beirut, 30 novembre 2025 | Vatican Media / ACI Group
Leone XIV in Libano | Leone XIV accolto nel presidential lounge da presidente della Repubblica, presidente del Parlamento e primo ministro libanese e consorti, Beirut, 30 novembre 2025 | Vatican Media / ACI Group

possibilità, di un grande evento ecumenico a Gerusalemme nel 2033, quando sarà l’Anno Santo della Redenzione. Nel breve volo che da Istanbul lo porta a Beirut, Leone XIV ha parlato con i giornalisti in un breve, ma denso, botta e risposta. Nelle sue parole, il senso del viaggio in Turchia, le prospettive diplomatiche discusse con il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, con un focus sulla situazione di Gaza e sull’Ucraina, e, appunto, la prospettiva di un altro grande viaggio ecumenico.

Leone XIV arriva un po’ in anticipo rispetto alla tabella di marcia all’aeroporto di Beirut. Accolto da due bambini in abito tradizionale che offrono al Papa fiori, pane ed acqua, e da un picchetto d’onore che ne accompagna l’arrivo con 21 colpi di cannone, il Papa ha un breve incontro privato con il presidente della Repubblica, il presidente dell’Assemblea Nazionale e il Primo Ministro nella presidential lounge, e viene poi accompagnato da questi nel Palazzo Presidenziale, dove fa una visita di cortesia al presidente della Repubblica Joseph Aoun.

La novità, però, è che il Papa decide di parlare anche tra la prima e la seconda tappa del viaggio – Papa Francesco, che aveva spostato la conferenza stampa al termine del viaggio, incontrava i giornalisti solo l’ultimo giorno – e questo consente di fare un primo bilancio del viaggio.

Il Papa fa una breve introduzione in inglese, parla del viaggio come “una meravigliosa esperienza”; ricorda che “la ragione primaria per andare in Turchia era il 1700esimo anniversario del Concilio di Nicea” e che “c’è stata una magnifica celebrazione, molto semplice e molto profonda, nel sito dell’antica basilica”.

Ma Leone XIV sottolinea che ci sono stati anche molti altri eventi; si dice grato per tutto il lavoro svolto per organizzare il viaggio, in particolare per il team da Roma e per il team del governo turco, che ha messo persino a disposizione l’elicottero presidenziale. Leone XIV afferma di considerare il viaggio “un grande successo”.

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Gli viene quindi chiesto del ruolo per la pace. Leone XIV sottolinea che questo viaggio ha “un tema speciale”, ossia “essere messaggero di pace” e “promuovere la pace in tutta la ragione”. In questo senso “la Turchia ha un numero di qualità”, perché è nazione la cui maggioranza è musulmana, ma dove ci sono “numerose comunità cristiane” che comunque “sono una piccola minoranza”, e anche di persone di differenti religioni, e sono tutti “capaci di vivere in pace”, mostrando un esempio di come “nel mezzo di differenze religiose, di differenze etniche e di altre differenze, il popolo può vivere in pace”.

Leone XIV non nega che nella storia della Turchia ci sono “molti momenti in cui questo non è stato il caso”, e afferma che è stato “molto importante” poterne parlare con il presidente.

Riguardo i colloqui con il presidente Erdoğan, Leone XIV ha detto di aver parlato sia della situazione a Gaza che del conflitto in Ucraina.

Riguardo il conflitto israelo-palestinese, Leone XIV ha detto che “la Santa Sede da diversi anni pubblicamente appoggia la proposta di una soluzione di due Stati. Sappiamo tutti che in questo momento ancora Israele non accetta quella soluzione”, ma questa è vista della Santa Sede come una possibile via di uscita, anche perché la Santa Sede è anche amica di Israele “e cerchiamo di essere una voce mediatrice che possa aiutare ad avvicinarsi ad una soluzione con giustizia”.

Di questo si è parlato con Erdoğan, che – sottolinea Leone XIV – “è d’accordo con questa proposta”, e la Turchia “ha un ruolo importante che potrebbe giocare”.

Come lo potrebbe giocare con l’Ucraina, perché la Turchia ha cercato di convocare un incontro tra le parti, ma senza soluzione, e oggi “di nuovo ci sono delle proposte concrete per la pace e speriamo che il presidente Erdoğan, con il suo rapporto con il presidente di Ucraina, di Russia e degli Stati Uniti possa aiutare in questo senso a promuovere un dialogo il cessate il fuoco e vedere come come risolvere già questo conflitto questa guerra in Ucraina.

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Infine, il Papa dice che si è parlato sia a Nicea e poi a Istanbul, al Fanar, con Bartolomeo, e si è parlato della possibilità di un prossimo incontro ecumenico nel 2033, a 2000 anni dalla Redenzione e Resurrezione di Gesù Cristo. “È stata accolta l’idea, l’invito, diciamo, non ancora il modo. Si è parlato della possibilità di celebrare a Gerusalemme nel 2033 questo grande evento della Resurrezione.

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