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Leone XIV sul Cammino sinodale in Germania: bene l’inculturazione, ma rispettare la voce di chi dissente

Il Pontefice spera negli “aggiustamenti”, ossia in un risultato di compromesso

Il Papa sul volo |  | Elias Turk / EWTN Il Papa sul volo | | Elias Turk / EWTN

“Immagino che ci saranno alcuni aggiustamenti da entrambe le parti in Germania, ma sono fiducioso che le cose si risolveranno in modo positivo”. Lo dice Papa Leone XIV, martedì pomeriggio, sul volo che da Beirut lo stava riportando a Roma dopo i cinque giorni di viaggio apostolico in Turchia e Libano, rispondendo ad una domanda di una giornalista dell’emittente radiofonica tedesca ARD sulla Chiesa in Germania e sui suoi tentativi di riformarsi attraverso un Cammino sinodale, iniziato nel 2019.

Il Pontefice spera negli “aggiustamenti”, ossia in un risultato di compromesso, e dà una risposta articolata e diplomatica. Ma andiamo con ordine.

Intanto, Leone XIV prende atto che la sinodalità non è una minaccia all’universalità, ma è un metodo ormai diffuso e accolto, ed è proprio la Chiesa universale, col Sinodo dei vescovi creato da Papa Paolo VI nel 1965, ad aver dato, per prima, l’esempio in questo senso. “Il Cammino sinodale – esordisce infatti il Papa rispondendo alla domanda - non è una peculiarità della Germania, ma negli ultimi anni tutta la Chiesa ha celebrato un sinodo e la sinodalità”.

D’altro lato, però, ci sono chiaramente delle differenze nel modo di intendere la sinodalità, da Chiesa locale a Chiesa locale, e il Papa sembra, nella sua risposta, accettare l’“inculturazione”, ossia la creatività di ogni Chiesa nazionale nell’intendere e praticare la propria sinodalità. “Ci sono alcune grandi somiglianze – prosegue il Papa - ma anche alcune differenze significative tra il modo in cui il Synodaler Weg è stato portato avanti in Germania e il modo in cui potrebbe continuare nella Chiesa universale. Da un lato, direi che c'è sicuramente spazio per il rispetto dell'inculturazione. Il fatto che in un luogo la sinodalità sia vissuta in un certo modo e in un altro sia vissuta in modo diverso non significa che ci sarà una rottura o una frattura. Penso che sia molto importante ricordarlo”.

Papa Leone XIV difende poi le ragioni dei cattolici più tradizionalisti in Germania, che non hanno mai visto di buon occhio il Cammino sinodale, ne hanno criticato metodologie ed obiettivi. Alcuni presuli, a maggio, ne sono addirittura usciti. Sono il cardinal Rainer Maria Woelki, arcivescovo di Colonia, monsignor Gregor Maria Hanke, vescovo di Eichstätt (dimessosi lo scorso giugno), monsignor Stefan Oster, vescovo di Passau, e monsignor Rudolf Voderholzer, vescovo Ratisbona. “Allo stesso tempo – aggiunge il Papa nella mini conferenza stampa tra le nuvole - sono consapevole che molti cattolici in Germania credono che alcuni aspetti del Cammino sinodale che è stato celebrato finora in Germania non rappresentino la loro speranza per la Chiesa o il loro modo di vivere la Chiesa. C'è quindi bisogno di un ulteriore dialogo e ascolto all'interno della Germania stessa, affinché non sia esclusa la voce di nessuno, affinché la voce di coloro che sono più potenti non zittisca o soffochi la voce di coloro che potrebbero essere anche molto numerosi, ma non hanno uno spazio per esprimersi e far ascoltare la propria voce e la propria espressione di partecipazione nella Chiesa”.

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Il Papa confida in conclusione che il percorso di confronto che i presuli tedeschi hanno intrapreso insieme ad alcuni porporati della Curia romana, possa portare risultati positivi: per Leone l’accompagnamento della Curia romana sembra una garanzia che il Cammino sinodale non deragli. “Negli ultimi anni il gruppo dei vescovi tedeschi si è incontrato con un gruppo di cardinali della Curia romana. Anche lì è in corso un processo volto a garantire che il Cammino sinodale tedesco non si discosti, per così dire, da quello che deve essere considerato il percorso della Chiesa universale. Sono certo – dice infine Leone XIV - che questo processo continuerà”. Il Papa ha fiducia “che le cose si risolveranno in modo positivo”.

Intanto, lo scorso sabato 22 novembre, i vescovi e i rappresentanti dei laici tedeschi, durante l'ultima riunione della commissione sinodale a Fulda, hanno gettato le basi per un nuovo organo della Chiesa tedesca e approvato all'unanimità uno Statuto per una Conferenza sinodale. Il nuovo organo, una sorta di super-Comitato nazionale, sarà composto dai 27 vescovi locali, da un numero uguale di rappresentanti del Comitato Centrale dei cattolici tedeschi (ZdK) e da altri 27 cattolici provenienti da tutta la Germania. Secondo lo Statuto, la Conferenza sinodale avrà il compito di prendere posizione sugli sviluppi significativi nello Stato, nella società e nella Chiesa in Germania. Vescovi e laici, all’interno del nuovo organo, prenderanno decisioni su questioni importanti della vita ecclesiale di rilevanza nazionale. La Conferenza sinodale avrà inoltre voce in capitolo nelle questioni finanziarie della Chiesa cattolica in Germania. Questo significa, concretamente, che in futuro, i laici potranno discutere con i vescovi, dell'utilizzo delle Kirchensteuer, delle tasse per la Chiesa, argomento largamente dibattuto in Germania.

Sono inoltre già state proposte delle date possibili per i prossimi incontri della Conferenza sinodale, che dovrebbe riunirsi per la prima volta il 6 e 7 novembre 2026 a Stoccarda. Una seconda assemblea è prevista invece per il 16 e 17 aprile 2027 a Würzburg. Il presidente della Conferenza Episcopale Tedesca (CET), monsignor Georg Bätzing, a margine di questa approvazione unanime, ha spiegato che lo Statuto dovrà essere presentato a Roma.

Ma il Vaticano conosce già una bozza di questo documento. Una prima analisi del nuovo Statuto è infatti avvenuta lo scorso 12 novembre, quando rappresentanti della Curia romana e della Conferenza Episcopale Tedesca, seguendo un calendario preciso di riunioni, si erano incontrati a Roma – come si poteva leggere in una nota congiunta - in “un’atmosfera sincera, aperta e costruttiva”. Durante l’incontro “romano” erano stati esaminati vari punti dello Statuto della Conferenza sinodale, quali la sua natura, la composizione e le competenze.

Ora la Commissione sinodale ha approvato il documento definitivo e, ragionevolmente, il testo dello Statuto tornerà ad essere presentato e discusso in un nuovo incontro, ancora da fissare, tra Curia romana e vescovi tedeschi.

Fin dalla sua istituzione nel 2019, durante il Pontificato di Papa Francesco, il Dicastero per la dottrina della fede aveva espresso più di una riserva sugli sviluppi del Cammino sinodale in Germania. Uno dei punti controversi era l’estraneità al Diritto canonico di un organo decisionale che mettesse vescovi e laici sullo stesso piano nel prendere decisioni sulla vita ecclesiale in Germania. Il Vaticano contestava anche “la facoltà” del Cammino sinodale di “imporre” le sue decisioni ai singoli vescovi, decisioni che comunque avrebbero dovuto prima essere approvate dalla Chieda universale.

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