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Caputo: Pompei la città della carità attende Francesco

Monsignor Tommaso Caputo Arcivescovo Prelato di Pompei | Monsignor Tommaso Caputo Arcivescovo Prelato di Pompei | CNA/Daniel Ibañez Monsignor Tommaso Caputo Arcivescovo Prelato di Pompei | Monsignor Tommaso Caputo Arcivescovo Prelato di Pompei | CNA/Daniel Ibañez

La storia del Santuario di Pompei dedicato a Maria non è molto antica. La città che oggi conosciamo nasce alla fine dell‘800 per contrastare la situazione di abbandono della regione che una volta aveva ospitato una delle città più famose dell’ antichità. La Pompei pagana distrutta, e mai ricostruita, nel 79 dopo Cristo da una catastrofica eruzione del Vesuvio, è lì, a pochi passi dalla “cittadella della carità” voluta da Bartolo Longo. Il Papa si fermerà meno di un’ora, e sarà il terzo pontefice a farlo dopo Giovanni Paolo II nel 1979 e Benedetto XVI nel 2008.

Per conoscere meglio la storia di questo venerassimo luogo di culto e della immagine miracoloso custodita nella basilica, abbiamo incontrato l’arcivescovo e delegato pontificio di Pompei Tommaso Caputo. 

Eccellenza qual era il motivo della costruzione di una nuova città cristiana 2000 anni dopo la distruzione della Pompei pagana?

La storia della nuova Pompei è la storia della vocazione del Beato Bartolo Longo, che narra dell’edificazione del Santuario e della nascita della nuova città, partendo dalla Pompei pagana, proprio a sottolineare il netto distacco tra le due, l’impossibilità di una comunicazione tra un mondo edificato sul peccato e uno nato dalla più fervente fede in Dio. Bartolo Longo dedicò la sua vita a questo disegno. Da territorio frazionato in diversi comuni, Pompei divenne autonomo, e i suoi abitanti, da rozzi e ignoranti contadini, divennero un popolo in grado di riscattarsi civilmente e socialmente. Bartolo Longo agì senza un progetto, ma spinto dal desiderio di rendere concreto il suggerimento che la Madonna aveva ispirato al suo cuore: propagare il Rosario. Da qui l’idea di costruire un tempio dedicato alla Regina del Santo Rosario.Quello che interessava Longo, era risvegliare quelle anime e dedicarsi alla loro rieducazione religiosa.

Chi era Bartolo Longo?

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Era un giovane pugliese, trapiantato a Napoli, negli anni immediatamente successivi all'Unità d'Italia, nel 1861, per studiare giurisprudenza. La sua gioventù fu segnata anche dalla pratica dello spiritismo. Nella Valle di Pompei divenne amministratore delle terre della Contessa Marianna Farnararo vedova De Fusco. Qui la sua vita si trasformò radicalmente. La Madonna, infatti, gli suggerì la strada per la salvezza della sua anima: propagare il Rosario. Da quel momento Bartolo diventò fervente apostolo della devozione a Maria.

Pompei è una vera cittadella della carità, quali sono le attività oggi?

Le Opere Sociali realizzate dal Beato Bartolo Longo, hanno accolto, preparato alla vita e ad un lavoro, migliaia e migliaia di ragazzi e ragazze. Oggi, dopo un lungo iter burocratico, la normativa italiana che regola l’accoglienza dei minori in situazioni di disagio, ha previsto la trasformazione di questi istituti in case-famiglia o convitti diurni. Sono state progettate nel 2003 alcune nuove forme di accoglienza presso il Centro Educativo “Beata Vergine del Rosario”: una comunità per l’accoglienza di gestanti e madri con bambini, la “Casa Emanuel”, il Centro Polifunzionale Diurno “Crescere Insieme” e il Centro di aiuto alla Vita e Movimento per la Vita, due ambulatori medici, uno pediatrico e uno con unità materno-infantile, con consulenze gratuite.

Inoltre, è sorto, nel 2010, il Consultorio Familiare Diocesano “San Giuseppe Moscati”. Grazie ai lavori di restauro e ristrutturazione delle “Case operaie”, oggi vive anche il “Centro per il Bambino e la Famiglia Giovanni Paolo II”, che ospita le case famiglia “Oasi Vergine del Sorriso” e “Maria, Madre di Misericordia” e una nuova struttura “Maria, Madre della Provvidenza” che accoglie adolescenti e madri con bambini. Un centinaio di ragazzi sono, poi, accolti presso il Centro di Accoglienza Oratoriale Semiresidenziale “Bartolo Longo”.

In città c’è anche una Casa Albergo per anziane, una sede della Comunità Incontro, per il recupero dei tossicodipendenti ed una Mensa Quotidiana per poveri, gestita dallo Sovrano Militare Ordine di Malta.

Ci può raccontare la storia della immagine tanto venerata nel mondo?

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E’ un’ opera di un anonimo del XVII secolo, della scuola di Luca Giordano. Rappresenta la Vergine in trono con Gesù in braccio, ai suoi piedi Santa Caterina da Siena e San Domenico, che ricevono dalle loro mani la corona del Rosario. La particolarità di questa immagine sacra è nella storia del suo arrivo a Pompei. Questa vecchia tela logora era custodita presso il Convento del Rosariello a Napoli. Fu il domenicano padre Alberto Radente, confessore del Beato Bartolo Longo, ad indirizzarlo là. Il quadro giunse a Pompei, avvolto in un lenzuolo, il 13 novembre 1875, dopo essere stato affidato al carrettiere Angelo Tortora, che lo trasportò sul suo carro, quel giorno pieno di letame. L’Icona venne esposta solo dopo qualche mese e, in quello stesso giorno avvenne, a Napoli, il primo miracolo per intercessione della Madonna di Pompei, alla dodicenne Clorinda Lucarelli. L’icona fu incoronata da Papa Paolo VI nella Basilica di San Pietro. Il più recente restauro è stato fatto nel 2012, dai Musei Vaticani. Bartolo Longo fece un’immensa opera di propagazione della devozione alla Vergine, invitando i fedeli a pregarla affinché dispensasse grazie. E così fu. Ne sono testimonianza i numerosissimi ex voto donati dai fedeli di tutto il mondo in segno di gratitudine per una grazia ricevuta.

Perché il Papa ha aggiunto una tappa a Pompei prima di visitare Napoli?

Conosciamo tutti la sua personale devozione mariana che si è manifestata fin dai primissimi momenti successivi alla sua elezione. Forte in lui è anche la predilezione per la preghiera del Rosario, da lui stesso definito: «la preghiera che accompagna sempre la mia vita, è anche preghiera dei semplici e dei santi… è la preghiera del mio cuore». Così, la città mariana, sarà la “porta della preghiera” a questo nuovo incontro del Papa con la nostra terra. La strada che porta a Maria è terra feconda per ogni pontificato. E tanto più lo sarà per un Papa che non muove un passo nei suoi viaggi nel mondo, senza affidarsi prima a Maria. Si tratterà di un unico pellegrinaggio del quale la città di Maria sarà la porta della preghiera.

Già due Pontefici sono venuti a venerare la Madonna di Pompei. Papa Francesco è il primo che proviene dal Sud America, continente nel quale è vivissima la devozione mariana. Cosa rappresenta questo per voi?

In Argentina, è molto viva la devozione alla Vergine di Pompei, diffusa già ai tempi del Beato Bartolo Longo che regalava immaginette della Madonna e preghiere a Lei rivolte agli emigranti, prima che partissero. Proprio a Buenos Aires, c'è un intero quartiere chiamato Nueva Pompeya, con al centro il santuario dedicato alla Madonna di Pompei, retto dai Frati Minori Cappuccini.