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COVID, ovvero "Chi osserva veramente incontra Dio". Parola delle Clarisse Eremite

Le clarisse eremite nel luogo di pace in provincia di Rieti, spiegano ad ACI Stampa il senso dell'isolamento, del silenzio, della distanza sociale.

Clarisse Eremite Fara in Sabina |  | Clarisse Eremite Fara in Sabina
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Cosa significa COVID? Per le Clarisse eremite di Fara in Sabina COVID non può essere altro che l'acronimo della frase "Chi osserva veramente incontra Dio". Che è poi il programma della loro vita di clausura. Ma oggi, a causa della pandemia, anche metà della popolazione del mondo si trova in una sorta di "clausura forzata". Le Clarisse Eremite continuano la loro preghiera preziosa e il loro lavoro in solitudine, anche durante l'emergenza Coronavirus. Le clarisse spiegano ad ACI Stampa  il significato dell'isolamento, del silenzio, della distanza sociale. Come possiamo trasformare il Covid-19 in un'opportunità o in una (ri)scoperta di quello che siamo?

Come state vivendo voi Clarisse Eremite di Fara in Sabina questo momento di estrema emergenza?
Il nostro monastero è collocato in un luogo estremamente silenzioso, dove il tempo sembra essersi fermato. Da quando è iniziata l'emergenza Covid-19 siamo state avvolte da un silenzio rinnovato: sacro, solenne, determinante. Abbiamo ancora impresse le immagini e il discorso enunciato da Papa Francesco sul sagrato della Basilica di S. Pietro - venerdì 27 marzo - in merito al delicato momento storico che l'umanità intera sta affrontando. Anche la nostra comunità monastica è stata ovviamente convocata e viviamo questo tempo con fede consapevoli che siamo interpellate nel dover rispondere con maggiore lealtà alla direzione intrapresa affinché questa inaspettata - ma necessaria potatura - si riveli ampiamente benedetta. Serve creare lo spazio necessario per mettere a posto la propria anima smettendo di continuare a tradire la verità che Dio ha inciso in ogni cuore, verità che non è più possibile fraintendere. All'umanità viene donata la possibilità di riappropriarsi di un grande bene - il tempo - che è ad oggi fedele alleato di ogni uomo.

E l'hastag #iorestoacasa?
Per quanto concerne il dover "rimanere a casa" è per noi prassi usuale, ma abbiamo invece colto che qualcosa stava cambiando, rispetto alla nostra quotidianità, nel momento in cui è stata sospesa la Messa: ci ha fatto capire in modo tangibile - e probabilmente per la prima volta - che siamo davvero “tutti nella stessa barca”. Il digiuno eucaristico è diventato per noi esperienza di condivisione della condizione di vita di tanti fratelli e sorelle nel mondo: ci sentiamo vicine, in modo rinnovato e decisamente più profondo, non solo alle vittime del Covid, ma a tutti i cristiani perseguitati, a quanti professano la fede di nascosto, a coloro che ricevono l'Eucaristia una volta all'anno o solo in punto di morte. Inoltre, il digiuno eucaristico ci sta permettendo di riscoprire il privilegio dell'essere cristiani, dell'essere figli amati da Dio e del poterlo adorare in spirito e verità perché nessun evento potrà mai privarci del dialogo diretto e intimo con Lui.

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Come possono rendersi utili in questo periodo le comunità di clausura? Anche noi rispecchiamo in questi giorni la vostra realtà …
Rafforzando il nostro essere, anzitutto, cenacoli di preghiera e di carità fraterna. E' infatti una grande consolazione poter affrontare insieme alle sorelle questa prova: nessuno si salva da solo, e la fragilità umana è vittoriosa solo in Cristo. Il Covid attesta - ancora una volta - che per quanto l'uomo possa affannarsi, non può aggiungere un'ora sola alla sua vita, ecco perché preghiamo affinché ogni casa, ogni cuore, sia liberato dall'orgoglio dell'autosufficienza per divenire spazio di preghiera e di donazione. E' questa la nostra àncora di salvezza: la preghiera prevede un atteggiamento di abbandono fiducioso verso il Padre nonché di umiltà. Sì perché solo l'umile riconosce che da solo non può farcela, che dipende necessariamente da un Creatore che lo sovrasta amorevolmente realizzando il sommo e vero bene per ogni creatura. Siamo tutti portatori sani di una sete insaziabile, la sete dell’anima, che richiede però una costante mappatura del bene per perseverare nell'impegno - personale e comunitario - con la Verità, per cercare l’acqua che disseta veramente. E'un impegno che dura tutta la vita, ma questo non deve spaventare: gli eventi attuali esprimono come venga donata - ancora una volta - la possibilità di ricominciare.

Quali sono le vostre iniziative per i fedeli?
Da lunedì 6 aprile abbiamo intrapreso tramite Facebook un appuntamento quotidiano atto a manifestare la vicinanza a quanti chiedono un supporto in questo delicato momento storico. Lo spirito con cui gestiamo tutto ciò è che è necessario vivere in modo autentico il quotidiano che non può essere consumato sui social network: è pertanto opportuno incamerare quanto di buono e utile può giungere attraverso tali supporti ma con la consapevolezza - oggi più che mai - che è vitale recuperare la fedeltà alla propria vocazione, ristabilendo le priorità affinché venga restituita la propria parte migliore a quanti ci sono accanto. Sì perché solo nella relazione "incarnata" siamo noi stessi: il degrado esistenziale è causato dalla mancanza di legami "reali", ecco perché è essenziale creare lo spazio necessario al fine di rendere benedetta questa potatura. E dunque, per realizzare ciò, proponiamo una riflessione giornaliera sulla Parola di Dio seguita da video che riportano gli apoftegmi dei padri del deserto. Si tratta di detti brevi e memorabili che hanno caratterizzato il monachesimo orientale dei primi secoli: venivano enunciati dai monaci più esperti nel cammino umano e spirituale a favore di quanti ad essi si accostavano per sapere come poter essere salvati. Attingendo alla fonte per eccellenza - quale è la Sacra Scrittura - sono testi colmi di sapienza: toccano in profondità l'animo umano enunciando le domande esistenziali che attraversano l'uomo di ogni tempo, ecco perché non risultano anacronistici.

Avete anche una linea diretta con i fedeli giusto?
Si, è attiva una fascia oraria - tutti i giorni dalle 10 alle 11 - durante la quale è possibile avere un dialogo telefonico con una monaca: in tanti l'hanno richiesto poiché il bisogno di essere ascoltati, in questo momento, cresce sempre di più. Ecco perché cogliamo l'occasione per segnalare che la referente è suor Daniela 329.60.61.580. Infine, abbiamo attivato un diario virtuale dove viene chiesto agli utenti di raccontare quale è la perla preziosa che stanno recuperando grazie a questa "clausura forzata". Insomma, ogni mozione desidera essere un frammento colmo di speranza affinché l'acronimo COVID si riempia di questa nuova consapevolezza:
C - chi
O - osserva
V - veramente
I - incontra
D - Dio

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Come lo immaginate il ritorno dei fedeli nelle Chiese? La fede via streaming porterà comunque i suoi frutti?
I collegamenti in streaming si stanno rivelando necessari, ma è altrettanto evidente che sono rimedi momentanei che non possono sostituire l'efficacia sacramentale. Pertanto ci auguriamo che il ritorno nelle Chiese sia segnato dalla riconciliazione tra gli uomini e Dio, e fra di loro. Che la generosità e la solidarietà - grandi alleate in questo tempo di Covid-19 - continuino a segnare le relazioni ordinarie, e non solo straordinarie, perché è solo nella relazione che fioriamo, è solo l'amore che ci identifica permettendoci di essere allegri e coraggiosi escursionisti della vita.

Un pensiero e una preghiera da parte vostra per tutti coloro che soffrono a causa del Covid-19.
Innanzitutto garantiamo loro la nostra vicinanza spirituale, e gli auguriamo di affrontare questa situazione fidandosi della potenza racchiusa in Cristo Risorto. Possa ogni sofferente riscoprire la forza della preghiera del cuore che prevede la semplice e benedetta invocazione del nome di Gesù il quale rivendica, in noi e per noi, l'unica grande verità: siamo tutti figli amati profondamente perché Dio si è in noi compiaciuto, e infatti - come attesta una bellissima preghiera di S. Francesco di Sales: "La sapienza eterna di Dio ha previsto fin dal principio la croce che egli ti invia dal profondo del suo cuore come un dono prezioso. Prima di inviartela egli l'ha contemplata con i suoi occhi onniscienti, l'ha meditata col suo divino intelletto, l'ha esaminata al lume della sua sapiente giustizia. Le ha dato calore stringendola tra le sue braccia amorose, l'ha soppesata con ambo le mani se mai non fosse di un millimetro troppo grande o di un millimetro troppo greve. Poi l'ha benedetta nel suo nome santissimo, l'ha cosparsa col balsamo della sua grazia e col profumo del suo conforto. Poi ha guardato ancora a te, al tuo coraggio … Perciò la croce viene a te dal cielo, come un saluto del Signore, come un'elemosina del suo misericordioso amore".
 
Riferimenti della comunità monastica delle Clarisse Eremite di Fara in Sabina:
Facebook: clarisse eremite fara sabina
Email: clarisse.farasabina@libero.it