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Dalla promozione umana al nuovo umanesimo i Papi ai Convegni della Chiesa in Italia

Il Convegno di Palermo nel 1995 |  | www.firenze2015.it Il Convegno di Palermo nel 1995 | | www.firenze2015.it

Quello che si apre a Firenze è il quinto convegno ecclesiale della Chiesa cattolica in Italia. I Pontefici hanno sempre partecipato e portato il loro contributo in quanto Primati d’ Italia, a cominciare da Papa Paolo VI che nel 1976 intervenne al primo Convegno che si svolse a Roma  dal 30 ottobre al 4 novembre. Il tema scelto per i lavori è ancora attuale: Evangelizzazione e promozione umana. “ Per evangelizzare occorre essere coraggiosi; non avere paura di nulla e di nessuno” disse allora Paolo VI e proseguiva: “Il che non vuol dire essere spregiudicati e temerari, come oggi è pur troppo costume per alcuni, ma umili e forti, audaci e leali con tutti. E ricordare che anche le sventure e le difficoltà possono giovare alla causa del Vangelo, alla nostra e a quella di coloro per cui vogliamo promuovere il bene.”

Nel 1985 a Loreto si celebrò il secondo convegno. Il Papa era cambiato e anche in Italia l’atmosfera politica e sociale era ovviamente molto differente, ma ancora il dibattito post conciliare era aperto e il tema scelto per la riflessione fu. “ Riconciliazione cristiana e comunità degli uomini”. Il discorso di Giovanni Paolo II fu molto più lungo e articolato della omelia di Paolo VI.

Il Papa si basò sui documenti conciliari come la Gaudim et spes, la dei Verbum, la Sacrosantum concilium e la Christus dominus e la Lumen gentium per ridisegnare l’impegno della Chiesa cattolica in Italia. L’indicazione del Papa fu verso la testimonianza della unità. “ Esiste però un legame costitutivo tra unità e verità: la riconciliazione autentica non può avvenire che nella verità di Cristo, non fuori o contro di essa” aggiungeva il Papa. E proseguiva: “La fedeltà alla verità è condizione imprescindibile perché i cristiani tutti possano svolgere la loro missione profetica nel mondo. La verità è misura della moralità: scelte e motivazioni non possono dirsi eticamente buone e, quindi, meritevoli di approvazione se non sono conformi al bene oggettivo. La comprensione e il rispetto per l’errante esigono anche chiarezza di valutazione circa l’errore di cui egli è vittima. Il rispetto, infatti, per le convinzioni altrui non implica la rinuncia alle convinzioni proprie.

La “coscienza di verità”, la consapevolezza cioè di essere portatori della verità che salva, è fattore essenziale del dinamismo missionario dell’intera comunità ecclesiale, come testimonia l’esperienza fatta dalla Chiesa fin dalle sue origini.”

Dieci anni dopo nel 1995 fu Palermo ad accogliere il terzo convegno ecclesiale e il tema fu “ Il Vangelo della carità per una nuova società in Italia”. Ancora un discorso programmatico di Giovanni Paolo II il 23 novembre nella omelia della celebrazione eucaristica poneva le questioni de dibattito stesso cui aveva partecipato nella mattina: “Che cosa sei, Chiesa italiana, nel mondo di oggi, nei riguardi della società nazionale e di tutti gli uomini che attendono il tuo aiuto? Come è la tua vita, discepolo e confessore di Cristo qui, in questa società, in questo Paese che si estende dalle Alpi alla Sicilia? Quanto sono attenti il tuo amore e la tua comprensione alle necessità spirituali e materiali di cui parla il testo di Matteo? Quanto fattivamente impegnati verso le sofferenze e le povertà dell’uomo contemporaneo?”

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Nel testo dell’intervento il Papa aveva ricordato che “la cultura è un terreno privilegiato nel quale la fede si incontra con l’ uomo” e invitava i cattolici italiani ad essere più coraggiosi e presenti nelle istituzioni: “ occorre chiederci come i cattolici italiani potranno annunciare più credibilmente il Vangelo di Cristo e così più efficacemente contribuire al bene della nazione. Senza dubbio essi devono sforzarsi di attuare con maggiore fedeltà possibile l’insegnamento del Concilio vaticano II in tutta la propria vita.”

Il Papa ricordava l’insegnamento della dottrina sociale cristiana: “ essa parla a tutti perché esprime la realtà dell’uomo”. Ed aggiungeva: “ Non c’è rinnovamento anche sociale che non parta anche dalla contemplazione.”

Il quarto convegno si è svolto a Verona nel 2006. Il tema, “Restituire piena cittadinanza alla fede cristiana” è lo specchio di una società dove relativismo e “timidezza apostolica” sono ormai una drammatica realtà per la Chiesa cattolica in Italia.

Papa Benedetto XVI partecipa al Convegno con un intervento che puntava sulla necessità e la capacità della testimonianza cristiana per l’Italia.

Un terreno bisognoso “perché partecipa di quella cultura che predomina in Occidente e che vorrebbe porsi come universale e autosufficiente, generando un nuovo costume di vita”. Ma anche una Chiesa viva dove “si avverte la gravità del rischio di staccarsi dalle radici cristiane della nostra civiltà. Questa sensazione, che è diffusa nel popolo italiano, viene formulata espressamente e con forza da parte di molti e importanti uomini di cultura, anche tra coloro che non condividono o almeno non praticano la nostra fede.”

Nel suo lungo intervento, modellato sulla encilica Deus caritas est, il Papa ricordava anche che “Una speciale attenzione e uno straordinario impegno sono richiesti oggi da quelle grandi sfide nelle quali vaste porzioni della famiglia umana sono maggiormente in pericolo: le guerre e il terrorismo, la fame e la sete, alcune terribili epidemie. Ma occorre anche fronteggiare, con pari determinazione e chiarezza di intenti, il rischio di scelte politiche e legislative che contraddicano fondamentali valori e principi antropologici ed etici radicati nella natura dell'essere umano, in particolare riguardo alla tutela della vita umana in tutte le sue fasi, dal concepimento alla morte naturale, e alla promozione della famiglia fondata sul matrimonio, evitando di introdurre nell'ordinamento pubblico altre forme di unione che contribuirebbero a destabilizzarla, oscurando il suo carattere peculiare e il suo insostituibile ruolo sociale.”

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Il quinto convegno della Chiesa cattolica in Italia ha come tema “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”, una umanità rinnovata alla luce del Vangelo, una Chiesa “in uscita” come ama dire Papa Francesco che domani alle 10.00 nella cattedrale di Firenze sarà il quarto Pontefice a partecipare ad un convegno della Chiesa Cattolica in Italia.