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Denunciare, accogliere, incontrare: le azioni Caritas per accogliere i migranti

Papa Francesco  | Papa Francesco con giovani migranti | Caritas Internationalis Papa Francesco | Papa Francesco con giovani migranti | Caritas Internationalis

Si è iniziato con il reaching out, il gesto delle mani che vanno incontro. Ora è il momento delle piccole azioni concrete, per continuare il percorso. Share the Journey, la campagna biennale di Caritas Internationalis per migranti e rifugiati, raggiunge la prossima settimana il suo climax del 2018, in attesa del pellegrinaggio mondiale previsto per la fine dell’anno.

Dal 17 al 24 giugno, infatti, ci sarà la “Settimana Globale di Azione”. Significa che per quella settimana tutti sono invitati a fare azioni concrete e a condividerle, dando il buon esempio che possa dare forza alla cultura dell’incontro.

La campagna è stata lanciata da Papa Francesco il 27 settembre 2017. Oggi è il momento – come ha detto il Cardinale Luis Antonio Tagle, presidente di Caritas Internationalis, di mostrare “con le azioni, non con le parole, cosa voglia dire prendersi cura dei migranti”.

La “Global week of action” cade al termine della settimana in cui sono proseguiti i negoziati per il Global Compact sui migranti, un tema sul quale anche Caritas Internationalis è molto attiva. È questo il campo della advocacy, che pure viene contemplato tra le azioni presentate dal vademecum Caritas per vivere al meglio questa settimana.

Le tre attività presentate nel vademecum sono appunto parlare in favore dei migranti, accogliere e promuovere una cultura dell’incontro, là dove parlare in favore ha più il senso della denuncia positiva. Il tema principale è quello della condivisione dei pasti.

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Spiega ad ACI Stampa Alfonso Apicella, responsabile della campagna per Caritas Internationalis che “le attività sono diffuse in tutto il mondo. In Canada, la campagna sarà lanciata a partire dal 17 giugno, in Africa ci è forte il tema della migrazione interna mentre in America Latina ci si sta attivando per una conferenza che coinvolge il subcontinente per parlare del fenomeno della ‘femminilizzazione’ dell’emigrazione”.

In particolare, sempre riguardo il Sudamerica, la campagna – aggiunge Apicella – sta avendo “un grande successo di sensibilizzazione in Paesi che non sono mai stati colpiti da fenomeni migratori, e che ora ne vengono a conoscenza per via delle particolari situazioni di alcuni Paesi, come il Venezuela”.

Ma come sensibilizzare? Il tema generale è quello di condividere un pasto, ma i suggerimenti fatti nel vademecum sono molti.

A partire dal “parlare” che include la possibilità di riunire un gruppo, raccogliere delle dichiarazioni di leader della Chiesa o migranti, analizzarle, trovare nuovi modi di affrontare il problema, o anche creare un forum per difendere i diritti dei migranti, oppure usare il potere della preghiera per sensibilizzare le persone a fare azioni.

Poi c’è l’accogliere, con la proposta di invitare un migrante a condividere un pasto o una conversazione, o di offrirsi volontario per uno dei gruppi che fanno incontri con i nuovi arrivati.

Quindi, la promozione della cultura dell’incontro: mettere insieme migranti e giovani insieme per far sentire la loro voce, creare le cosiddette “librerie umane”, vale a dire chiedere a migranti e rifugiati di essere “libri viventi” per raccontare le loro storie, organizzare corsi di lingua nel vicinato.

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Nel vademecum, c’è anche la proposta di rivolgersi agli “Ambasciatori Migranti”, vale a dire una persona particolare degna di nota e credibile che si impegna per la campagna Share the Journey.

 Il tutto con l’obiettivo, messo in luce dal Cardinale Tagle, di “mettere in contatto le persone con i migranti veri. Guardarli negli occhi, ascoltare il motivo per cui hanno dovuto abbandonare le proprie case e il modo in cui si è svolto il loro viaggio, aiuta a vedere le persone reali dietro scarni numeri”.

La campagna dura due anni. Nella seconda parte del 2018 – racconta Apicella – ci sarà “lo sviluppo di un pellegrinaggio mondiale”, in cui Caritas Internationalis invita “tutte le comunità locali a fare un viaggio con i migranti e i rifugiati”. Tutte le distanze saranno contate, e l’obiettivo è di fare più di 40 mila chilometri, “il perimetro intorno alla terra, che simbolicamente mostra l’accompagnamento di migranti e rifugiati in tutto il mondo”.

Nel 2019, ci sarà una seconda settimana di azione e un altro evento globale per chiudere la campagna, che durerà fino alla fine dell'anno.