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Diplomazia pontificia, verso il Papa in Kazakhstan?

L’agenda dei viaggi 2022 di Papa Francesco potrebbe arricchirsi con una nuova tappa, il Kazakhstan. I 30 anni di relazioni bilaterali hanno lasciato un indizio. Il viaggio di Gallagher in Slovacchia. La guerra in Ucraina

Papa Francesco, Tileuberdi | Mukhtar Tileuberdi, Vice Primo Ministro e Ministro degli Esteri del Kazakhstan, con Papa Francesco, Palazzo Apostolico Vaticano, 30 maggio 2022 | Vatican Media / ACI Group Papa Francesco, Tileuberdi | Mukhtar Tileuberdi, Vice Primo Ministro e Ministro degli Esteri del Kazakhstan, con Papa Francesco, Palazzo Apostolico Vaticano, 30 maggio 2022 | Vatican Media / ACI Group

Non c’è ancora una conferma ufficiale, ma un viaggio di Papa Francesco in Kazakhstan sembra sempre più probabile, anche considerando il fatto che gli officiali vaticani non stiano accettando impegni per le date del 12 – 13 settembre, quando il Papa dovrebbe essere lì. Nel corso di questa settimana, Kazakhstan e Santa Sede hanno festeggiato i 30 anni di relazioni diplomatiche con un bilaterale e una dichiarazione congiunta che lascia vari indizi.

Anche Croazia e Santa Sede hanno festeggiato i 30 anni di relazioni diplomatiche, e per l’occasione l’ambasciata croata presso la Santa Sede ha organizzato un evento su “Ambiente e giustizia sociale”, sponsorizzato dallo splendido parco nazionale dell’isola di Mijet e pensato insieme al Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale.

Altre notizie: l’arcivescovo Gallagher è stato in Slovacchia, al Globsec, il forum organizzato dal think tank omonimo che si occupa di sicurezza. Il tema del forum di quest’anno è “Guerra in Ucraina. Una chiamata per la solidarietà globale – il destino dell’Europa a rischio?”

I vescovi di Haiti denunciano i morti nella repressione delle proteste. Prosegue la causa per censura intentata dal Cardinale Piat, nelle Isole Maurizio. Papa Francesco incontra l’ambasciatore di Turchia presso la Santa Sede.

                                                FOCUS SANTA SEDE

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Kazakhstan – Santa Sede, 30 anni di relazioni diplomatiche

Ci sarà il Patriarca Kirill di Mosca, e ci sarà forse anche papa Francesco all’Incontro dei Leader Religiosi in Kazakhstan il prossimo settembre. E così, dopo essere tornato in secondo piano, il Kazakhstan è diventato il luogo dove la possibilità di un secondo incontro tra Papa Francesco e Kirill abbia luogo, scartate le ipotesi dell’Ungheria di prima della guerra e di Gerusalemme già organizzata, ma poi naufragata come tutto il previsto (ma mai annunciato) viaggio in Libano.

Mukhtar Tileuberdi, vice primo ministro e ministro degli Affari esteri del Kazakhstan, stato in Vaticano il 30 e 31 maggio, ha incontrato Papa Francesco e ha anche firmato una dichiarazione congiunta con l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, ministro vaticano per i rapporti con gli Stati.

La dichiarazione ricorda che l’anniversario ricorrerà il 17 ottobre, e che “negli ultimi tre decenni la Santa Sede e il Kazakhstan hanno sviluppato legami amichevoli e una cooperazione sfaccettata, basati su forti vincoli di rispetto reciproco e priorità comuni”.

Il comunicato racconta anche che il Kazakhstan è stato, nel 1998, “il primo Paese dell’Asia centrale a firmare un Accordo su Relazioni reciproche con la Santa Sede”, mentre nel 2001 il Kazakhstan è stato il primo Paese dell’Asia centrale visitato da Giovanni Paolo II.

Oltre il viaggio, la cooperazione tra Santa Sede e Kazakhstan è simboleggiata anche dal protocollo di intesa tra lo University Medical Center del Kazakhstan e l’Ospedale Bambino Gesù, e quello tra il R.B. Suleimenov Institute of Eastern Studies e la Biblioteca Vaticana, nonché i negoziati in corso per firmare un Accordo sulla concessione di visti e permessi di residenza a membri della Chiesa cattolica.

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Il comunicato sottolinea anche che Santa Sede e Kazakhstan “convengono che una cultura di dialogo deve essere uno dei valori fondamentali del mondo contemporaneo. Il proseguimento della pacifica coesistenza dinanzi alle sfide contemporanee è possibile solo attraverso un dialogo inclusivo e pieno”.

A questo proposito, si legge che “il Kazakhstan accoglie con piacere la decisione di Papa Francesco di partecipare al VII Congresso dei leader delle religioni mondiali e tradizionali, previsto a Nur-Sultan a settembre 2022, come concordato durante i dialoghi di alto livello tra il presidente del Kazakhstan Sua Eccellenza il signor Kassym-Jomart Tokayev e il Papa l’11 aprile 2022”.

Anche se non ancora ufficializzato, dunque, il viaggio si può mettere in agenda.

Croazia – Santa Sede, 30 anni di relazioni diplomatiche

Anche Croazia e Santa Sede festeggiano 30 anni di relazioni diplomatiche. La Croazia festeggia anche il Trentesimo anniversario del Riconoscimento Internazionale della Repubblica di Croazia. Per l’occasione, il 21 giugno il Cardinale Dominique Mamberti, prefetto della Segnatura Apostolica, celebrerà Messa a Santa Maria Maggiore il 21 giugno.

L’1 giugno, invece, l’ambasciata croata presso la Santa Sede ha organizzato una conferenza su “Ambiente e Giustizia sociale”, in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, in un evento co-organizzato dalla Pontificia Università Gregoriana, il Dicastero per la Promozione dello Sviluppo Umano Integrale e la Pontificia Università Angelicum.

Dopo i ringraziamenti istituzionali di Tea Zupičić, Incaricata d'Affari dell'Ambasciata della Repubblica di Croazia presso la Santa Sede, e dell’arcivescovo. Želimir Puljić, presidente della Conferenza episcopale croata, sono state presentate diverse relazioni.

Ivan Sršen ha parlato di "Parco nazionale di Mljet: tutto è connesso", esaltando il lavoro fatto nel parco, considerato “un esempio originale di risorse naturali nella Repubblica di Croazia e di attenzione per l'ambiente”.

Andreja Sršen, professore assistente presso il Dipartimento di Sociologia, Facoltà di Studi Croati, Università di Zagabria, ha parlato di “Ecologia integrale per una società integrata.Sostenibilità sociale nella prospettiva dell'Unione europea". Sršen ha offerto una panoramica dei documenti papali sui temi di ecologia e dottrina sociale, arrivando a risalire alle origini del concetto di ecologia integrale.

"Laudato si' - piattaforma d'azione: l'ecologia globale nella pratica!", era il titolo della presentazione di don Joshtrom Isaac Kureethadam, SDB, coordinatore del Dipartimento di Ecologia e cura del creato presso il Dicastero Vaticano per promuovere lo sviluppo umano integrale. L’officiale vaticano ha parlato della Laudao Si Action Plan, una iniziativa del dicastero per sensibilizzare alla sostenibilità nello spirito dell’ecologia integrale.

Il gesuita Prem Xalxo ha parlato di “Educazione ambientale: la strada per la contemplazione e l'azione". Xalxo ha delineato le domande chiave poste dall'enciclica Laudato si', nonché le risposte offerte da papa Francesco. La Laudato Si, ha dettto, “cerca di incoraggiare la protezione della nostra casa che può avvenire cambiando il nostro stile di vita. Solo in questo modo possiamo mitigare o fermare i cambiamenti climatici negativi, e questo è necessario per il nostro bene e per il bene delle generazioni che verranno dopo di noi”.

Infine, padre. Hrvoje Katušić, co-responsabile del progetto M-holiday, ha presentato un esempio della pratica di questo programma pastorale, ispirato dall'enciclica di questo Papa , ovvero la La M-holiday,organizzata da SKAC_DU, il Centro Cattolico Studentesco di Dubrovnik.

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Si tratta di un programma ecologico, spirituale, educativo e ricreativo per i giovani dai 20 ai 35 anni sull'isola di Mljet. Ogni anno per un mese partecipano a questo programma circa 250 giovani provenienti da tutta la Croazia e dall'estero. La M-estate - ricorda don Hrvoje nella presentazione dal titolo "La pastorale giovanile alla luce della Laudato si" - si svolge dal 2015, anno in cui è stata pubblicata l'Enciclica del Papa, che è un importante fondamento e ispirazione del programma.

Infine, suor Helen Alford, Preside della Facoltà di Scienze Sociali della Pontificia Università dei SS. Tommaso d'Aquino, Angelicum, ha sintetizzato gli interventi

parlando delle bellezze naturali "celestiali" della Croazia e della gratitudine e della responsabilità per tutto il creato. Ha ricordato il titolo stesso della conferenza "Ambiente e giustizia sociale", sottolineando l'importanza della giustizia sociale e l'inseparabilità della cura dell'ambiente dalla cura della giustizia sociale.

Papa Francesco riceve l’ambasciatore di Turchia presso la Santa Sede

Lütfullah Göktaş, ambasciatore di Turchia presso la Santa Sede, è stato ricevuto in udienza da Papa Francesco lo scorso 28 maggio. In un comunicato diffuso dall’ambasciata di Turchia presso la Santa Sede, l’ambasciatore ha dichiarato che “Papa Francesco apprezza gli sforzi del nostro presidente Recep Tayyip Erdoğan per la riconciliazione tra l’Ucraina e la Russia. Una soluzione può essere trovata solo attraverso la diplomazia e i negoziati, non attraverso la guerra. L'unico modo possibile per stabilire un cessate il fuoco e cominciare i negoziati è attraverso la diplomazia”.
Secondo il comunicato, il Papa ha “espresso la sua gratitudine alla Turchia, che è in contatto con entrambe le parti dall'inizio del conflitto e ha lavorato per la pace”.

Göktaş ha riferito che “durante l'udienza ho avuto l'opportunità di informare il Papa sulle iniziative diplomatiche e di assistenza umanitaria della Turchia, sottolineando che il nostro presidente, che ha incontrato molte volte Zelensky e Putin, ci sta ancora provando a conciliare entrambe le parti”.

La Turchia - ha aggiunto l’ambasciatore – auspica che “venga presto raggiunto un cessate il fuoco permanente senza ulteriori sviluppi, senza altro spargimento di sangue e che entrambe le parti si siedano per negoziare. Siamo preoccupati che una guerra duratura possa avere conseguenze devastanti per tutti. Apprezziamo tutti gli sforzi per l'instaurazione della pace. In questo contesto la Turchia attribuisce grande importanza agli appelli alla pace del Papa. Sono stato estremamente lieto di osservare che il Papa, che è stato vicino dopo gli sforzi di riconciliazione fatti dal nostro presidente, condivide con il nostro Paese la stessa sensibilità”.
Il diplomatico ha raccontato che “durante l'incontro, ho spiegato che la Turchia sta combattendo da anni contro le organizzazioni terroristiche per la propria sicurezza nazionale. Ci aspettiamo che i nostri alleati mostrino la stessa determinazione. Come la Santa Sede, pure la Turchia vuole che si pongano fine alle guerre e alle tragedie umane”.

L’arcivescovo Gallagher al Globsec di Bratislava, la solidarietà per l’Ucraina

La sua presenza è stata in forse fino all’ultimo. Alla fine, l’1 giugno, l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, ministro vaticano per i Rapporti con gli Stati, ha partecipato al Globsec, dove ha dato un breve intervento centrato sul significato della solidarietà e l’onda di solidarietà che si vede in Europa per l’Ucraina, una solidarietà che il “ministro degli Esteri” vaticano ha potuto toccare con mano durante il suo recente viaggio a Kiev.

Parlando di solidarietà, l’arcivescovo Gallagher ha detto che “non c’è una definizione specifica” di solidarietà, ma che questa significa “impegnarsi per gli altri”, e che c’è un legame tra solidarietà e giustizia. Quest’ultima, secondo Paolo VI, è “la misura minima della carità”, quindi solo uno stadio preparatorio.
La vera solidarietà – ha proseguito l’arcivescovo Gallagher – “non è limitata all’empatia e al ripristinare diritti” e non c’è “vera solidarietà senza la volontà di condividere il peso della sofferenza del male”.

Gallagher ha spiegato che “per i cristiani, la solidarietà è anche parte della fede, perché la Passione e la Resurrezione di Gesù mostra che la solidarietà è l’unica risposta alla prevalenza del male”, e che dunque anche il Papa “soffre per i molti morti, per la devastazione delle Chiese e delle infrastrutture in Ucrain”.

La guerra – ha detto l’arcivescovo – è “un flagello perché crea nuovi e ancora più complicati conflitti e minaccia il futuro”.

Gallagher ha poi notato che “la guerra in Ucraina ha diffuso una grande onda di solidarietà”, in una situazione molto difficile che conta anche 8 milioni di sfollati, e che vede in prima linea le strutture delle Chiese locali, la Caritas, il Sovrano Ordine di Malta. Una solidarietà – aggiunge – che è un “segno incoraggiante”.

Per questo, l’arcivescovo considera che la risposta solidale all’Ucraina “rafforzerà le istituzioni”, mentre “le armi non portano mai alla pace, e nemmeno la deterrenza nucleare”.

Per questo, ha concluso il ministro degli Esteri vaticano, “il mondo potrà emergere meglio da questa crisi solo provando che la solidarietà è la più grande forza che può opporre al male della guerra”.

Il 2 giugno, l’arcivescovo Gallagher ha anche incontrato il ministro degli Esteri slovacco Ivan Korcok. Questi ha sottolineato in un tweet che la discussione si è focalizzata sulle relazioni bilaterali e gli aspetti umanitari della guerra in Ucraina.

FOCUS EUROPA

Il sottosegretario agli Esteri tedesco a colloquio in Vaticano

Lo scorso 1 giugno, Andreas Michaelis, Sottosegretario di Stato del Ministero Federale degli Affari Esteri, ha incontrato in Vaticano l’Arcivescovo Paul Richard Gallagher, “Ministro degli Esteri” della Santa Sede. Molti i temi di discussione. Si è parlato soprattutto della guerra in Ucraina nonché degli altri principali dossier internazionali.

Il ministro per le Uguaglianze britannico Badenoch a Roma

Il ministro per le eguaglianze britannico Kerry Badenoch è stata in Vaticano per promuovere la conferenza del Regno Unito sulla libertà di religione e credo. Molti gli incontri istituzionali, accompagnata dall’ambasciatore Chris Trott, a cominciare dal baciamano a Papa Francesco durante l’udienza generale dell’1 giugno.

In particolare, Badenoch è stata dall’arcivescovo Paul Richard Gallagher, ma anche dal sottosegretario della Sezione Migranti e Rifugiati don Fabio Baggio. Con loro, si è parlato del lavoro di supportare i rifugiati migranti e vittime della tratta ucraini.

Badenoch ha annunciato di attendere con ansia di continuare la collaborazione bilaterale mentre ci si prepara alla Conferenza sulla libertà di religione e di credo organizzata dal Regno Unito, che sarà guidata da Fiona Bruce, attuale inviato britannico per libertà religiosa.

La conferenza si terrà il 5 e 6 luglio, e sarà una Conferenza Ministeriale Internazionale.

La conferenza è stata annunciata nel novembre 2021, e metterà insieme governi parlamentari, rappresentanti religiosi, società civile. L’evento avrà come base le due conferenze Ministeriali sul tema organizzate dagli Stati Uniti. Il Regno Unito si pregia di aver fatto inserire preoccupazioni sui temi della libertà religiosa per la prima volta nel comunicato del G7 del 2021

Insieme alla conferenza, il governo del Regno Unito ospiterà anche un incontro per l’Alleanza per la Libertà Religiosa Internazionale, che mette insieme nazioni con lo stesso obiettivo di svolgere azioni coordinate per promuovere la libertà religiosa e di proteggere le persone nel mondo che sono perseguitate o discriminate sulla base della loro appartenenza religiosa.

La COMECE mette in guardia dalla corsa al riarmo

A conclusione dell’incontro degli ordinariati militari dell’Unione Europea, don Manuel Barries Prieto, segretario generale della COMECE (la Commissione delle Conferenze Episcopali dell’Unione Europea), ha notato che ““riguardo al rischio di una corsa al riarmo in Europa, riteniamo che l’Ue e i suoi Stati membri dovrebbero impegnarsi in modo responsabile e collaborativo in materia di sicurezza, sviluppando mezzi di difesa europei nell’ambito di un approccio integrale, che prenda in considerazione anche lo sviluppo umano, la giustizia e la cura del Creato. Ciò dovrebbe essere realizzato garantendo, al contempo, un rigoroso controllo pubblico – del parlamento Ue e dei parlamenti nazionali – sulla conformità ai principi di proporzionalità e adeguatezza, sul rispetto del diritto internazionale, dei diritti umani e degli standard etici”.

Questo è il secondo incontro a Bruxelles degli ordinari militari dell’UE. L’incontro aveva lo scopo di scambiare opinioni sulle “sfide attuali ed emergenti per la politica di sicurezza e di difesa comune” alla luce dell’invasione russa in Ucraina.

Al tavolo dei lavori hanno partecipato funzionari europei e per lo Stato maggiore militare dell’Ue il generale Bart Laurent. Durante l’incontro, i partecipanti hanno evidenziato “il ruolo specifico dell’Ue nella promozione della sicurezza umana e della pace”.

Don Barrios Prieto ha rimarcato che “ l’invasione russa dell’Ucraina non solo ha portato la guerra al paese, ma ha anche messo in discussione l’intero ordine di sicurezza in Europa e nel mondo””.

Per quanto riguarda la questione delle armi, don Barrios Prieto sottolinea che “riteniamo che per evitare che si rafforzi una dinamica di armamenti in Europa e nel mondo, sia necessario che la cooperazione in materia di difesa tra gli Stati membri dell’UE vada di pari passo con un impegno multilaterale per il disarmo e con politiche che rispettano, con efficacia e coerenza, le regole comunitarie vigenti per l’esportazione delle armi. E’ importante, inoltre, che ciò non serva esclusivamente gli interessi privati dell’industria delle armi, ma che sia principalmente messa al servizio della sicurezza delle persone, delle famiglie e delle comunità”.

Dal canto suo, la COMECE punta a promuovere la visione di “una nuova architettura di pace basata su un’etica globale di solidarietà e cooperazione al servizio di un futuro formato dall’interdipendenza e dalla responsabilità condivisa nell’intera famiglia umana” .

                                                FOCUS MULTILATERALE

La fondazione Path to Peace premia i reali di Giordania

Il 9 maggio, in occasione del suo gala annuale, la Fondazione Path to Peace, che raccoglie donazioni per la Missione della Santa Sede alle Nazioni Unite, ha conferito il Premio Path to Peace al re Abdullah II ib Al Hussein di Giordania e a sua moglie, la Regina Rania.

Il premio va a quanti si sono distinti per il loro impegno nello sviluppo della pace nelle arene nazionali e internazionali. L’arcivescovo Giordano Caccia, presidente della Fondazione e Osservatore Permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite di New York, ha conferito il premio e sottolineato l’impegno di Re Abdullah per la tolleranza religiosa e il dialogo interfede, con lo sforzo di salvaguardare sia i siti sacri islamici che quelli cristiani che sono sotto la custodia hashemita.

L’arcivescovo Caccia ha anche ricordato il Messaggio di Amman del 2004, che affermava che non c’era posto per il terrorismo nell’Islam, e la proposta di una “Settimana Mondiale dell’Armonia tra le Fedi” proposta nel 2010 e adottata dall’assemblea delle Nazioni Unite.

L’arcivescovo Caccia ha anche lodato l’interessa della Regine Rania per l’educazione, la connettività e il dialogo cross-culturale, così come per la sostenibilità, per l’ambiente e il dialogo che, ha notato, “pone i giovani al cuore delle soluzioni ed è pieno di senso di speranza”.

L’Osservatore della Santa Sede ha anche plaudito all’accoglienza data ai rifugiati del Regno di Giordania.

Re Abdullah ha detto che “il nostro viaggio sulla via della pace deve passare da Gerusalemme”, casa per molti cristiani-arabi che sono parte della più antica cristiana del mondo. “Gerusalemme – ha detto il re – è la chiave per il futuro di pace e stabilità che tutti cerchiamo. Dovrebbe essere un ancora di pace e coesistenza, e non di violenza”.

Il re di Giordania ha sostenuto la soluzione di due Stati (Israele e Palestina) e chiesto che un eventuale Stato palestinese abbia Gerusalemme Est come capitale, vivendo fianco a fianco con la sicurezza e la pace di Israele”. Il re anche sottolineato il valore del “mutuo rispetto, la cooperazione e l’umanità condivisa”.

                                                FOCUS AMERICA

Haiti, la denuncia dei vescovi

Tra gennaio ed aprile, ci sono state 484 morti violente nell’area metropolitana dalla capitale haitiana Port-au-Prince, e che 433 di queste sono state uccise da sparo. Lo ha comunicato la Commissione Episcopale Nazionale per la Giustizia e la Pace di Haiti.

L’organizzazione ha anche rilevato la presenza di 164 residenti della pianura del Cul-de-Sac, uccisi negli scontri tra le bande "Chen Mechan" e "400 mawozo".

                                                FOCUS AFRICA

Isole Maurizio, prima udienza per le accuse di censura lanciate da un cardinale alla tv di Stato

Il 30 maggio si è svolta l’udienza per il riesame giudiziale, una richiesta formulata dal Cardinale Piat e la diocesi di Port-Louis, quali hanno chiesto l'autorizzazione alla Corte suprema per impugnare una decisione dell'Independent Broadcasting Authority (IBA).

Ll’IBA aveva respinto la denuncia della diocesi contro la Mauritius Broadcasting Authority (MBC), mentre l'Independent Broadcasting Review Panel (IBRP) aveva respinto la richiesta della diocesi di rivedere la decisione dell'IBA.

L’IBA ha presentato una dichiarazione giurata, letat da Jean Yann Babet, che l’ufficiale addetto alle lamentele, chiedendo di respingere la domanda di riesame, perché “solo i titolari di licenze radiofoniche e audiovisive possano impugnare una sanzione amministrativa dell'IBA”, e che “né il cardinale Piat né la diocesi sono persone lese da una sanzione amministrativa e non sono titolari di licenza. Di conseguenza, il loro ricorso al BIPR è stato ritenuto irricevibile”.

La prossima udienza in questo caso è fissata per il 20 giugno 2022.

                                               FOCUS AMBASCIATE

Le credenziali dell’ambasciatore del Congo presso la Santa Sede

Il 3 giugno, Rigobert Itoua, Ambasciatore della Repubblica del Congo presso la Santa Sede, ha presentato le lettere credenziali a Papa Francesco. Classe 1947, sposato con sei figli, lavora nel ministero degli Affari Esteri dal 1978, e è stato attaché Diplomatico presso la Presidenza della Repubblica (1983 – 1990), Consigliere dell’ ambasciata in Cuba (1990 – 1995), Segretario Generale Aggiunto, Capo del Dipartimento dei Servizi Generali (1997 – 1998), Segretario Generale

Aggiunto, Capo del Dipartimento della Cooperazione Bilaterale, (1998 – 2005); Consigliere, Ambasciata in Cina (2005 – 2010); Ambasciatore, Direttore di Gabinetto del Ministero degli Affari Esteri, della Cooperazione e dei Congolesi all’Estero (2018 - 2022).

L’ambasciatore di Francia presso la Santa Sede presenta la credenziali

Il 4 giugno, Florence Mangin, ambasciatore di Francia presso la Santa Sede, ha presentato le lettere credenziali. Classe 1958, è al ministero degli Affari Esteri del 1983. Ha lavorato negli Affari africani e malgasci; (1983-1986); poi è stato Terzo Segretario, Ambasciata in Costa d’Avorio (1986-1988) presso l’École

Nationale d’administration (1990-1992); a disposizione del Comitato interministeriale Euréka (1992-1993); nel Ministero degli Affari Esteri (Cooperazione europea) (1993-1996); Primo Segretario, Rappresentanza Permanente della Francia presso l’Unione Europea (1996-1997); Consigliere tecnico presso il Gabinetto del Primo Ministro (1997-2002); Ministero degli Affari Esteri (Cooperazione europea), Incaricata della Missione sul futuro istituzionale dell’Unione Europea (2002-2004); Ministro Consigliere, Ambasciata in Italia (2004-2008); Ambasciatore, Rappresentante Permanente della Francia presso l’Ufficio delle Nazioni Unite e le Organizzazioni

Internazionali a Vienna (2009-2012); Direttrice delle Relazioni istituzionali e della Cooperazione europea e internazionale presso la Caisse des dépôts et consignations (2013-2014); Ministero degli Affari Esteri, Responsabile di progetto, Coordinatore per la sicurezza informatica (2014-2015); Ministero degli Affari Esteri, Direttrice dell’Europa continentale (2015-2019); Ambasciatore in Portogallo (2019-2022).