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Giovanni Paolo I ed il testimone Benedetto

Il Papa Emerito Benedetto XVI |  | Stephen Driscoll - CNA Il Papa Emerito Benedetto XVI | | Stephen Driscoll - CNA

Alcuni giorni fa, in occasione del 37/mo anniversario dell’elezione di Giovanni Paolo I, il Vescovo di Belluno Mons. Giuseppe Andrich – celebrando una messa a Canale d’Agordo, paese natale di Albino Luciani – ha annunciato che nella positio della causa di beatificazione del Servo di Dio Giovanni Paolo I è stata inserita la testimonianza scritta di un suo successore: il Papa Emerito Benedetto XVI.

E’ la prima volta nella storia: un Papa – seppur Emerito – che testimonia nel processo di beatificazione di un suo predecessore. Il Pontefice infatti non testimonia in quanto giudice ultimo e definitivo in questi procedimenti. Tuttavia Benedetto, proprio perchè Emerito, ha potuto offrire il suo ricordo scritto sul Papa del Sorriso con il quale condivise la sede vacante ed il conclave del 1978, quando il Cardinale Luciani era Patriarca di Venezia ed il Cardinale Ratzinger guidava l’Arcidiocesi di Monaco e Frisinga.

Più volte, nel corso del pontificato, Benedetto XVI ha ricordato la figura del suo predecessore. Nel corso dell’Angelus del 28 agosto 2008 il Papa Emerito ricordava come il motto episcopale di Albino Luciani fosse “Humilitas: una sola parola che sintetizza l’essenziale della vita cristiana e indica l’indispensabile virtù di chi, nella Chiesa, è chiamato al servizio dell’autorità. L’umiltà può essere considerata il suo testamento spirituale. Grazie proprio a questa sua virtù, bastarono 33 giorni perché Papa Luciani entrasse nel cuore della gente. Nei discorsi usava esempi tratti da fatti di vita concreta, dai suoi ricordi di famiglia e dalla saggezza popolare. La sua semplicità era veicolo di un insegnamento solido e ricco, che, grazie al dono di una memoria eccezionale e di una vasta cultura, egli impreziosiva con numerose citazioni di scrittori ecclesiastici e profani. E’ stato così un impareggiabile catechista, sulle orme di san Pio X, suo conterraneo e predecessore prima sulla cattedra di san Marco e poi su quella di san Pietro”.

Benedetto XVI ringraziava Dio “per averlo donato alla Chiesa e al mondo, facciamo tesoro del suo esempio, impegnandoci a coltivare la sua stessa umiltà, che lo rese capace di parlare a tutti, specialmente ai piccoli e ai cosiddetti lontani”.

In occasione della proiezione del film dedicato a Papa Luciani, Benedetto XVI puntava l’attenzione sulla “figura dolce e mite di un Pontefice forte nella fede, fermo nei principi, ma sempre disponibile all’accoglienza e al sorriso. Fedele alla tradizione e aperto al rinnovamento. Fu instancabile nell’attività pastorale, stimolando costantemente clero e laicato a perseguire, nei vari campi dell’apostolato, l’unico e comune ideale della santità”.

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“Maestro di verità e catecheta appassionato – concludeva Papa Benedetto – a tutti i credenti ricordava, con l’affascinante semplicità che gli era solita, l’impegno e la gioia dell’evangelizzazione, sottolineando la bellezza dell’amore cristiano, unica forza in grado di sconfiggere la violenza e costruire un’umanità più fraterna”.