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Giubileo, chiuse le Porte Sante diocesane

La chiusura della Porta Santa di San Giovanni in Laterano |  | Alan Holdren CNA
La chiusura della Porta Santa di San Giovanni in Laterano | | Alan Holdren CNA
La chiusura della Porta Santa di San Giovanni in Laterano |  | Alan Holdren CNA
La chiusura della Porta Santa di San Giovanni in Laterano | | Alan Holdren CNA
La chiusura della Porta Santa di San Giovanni in Laterano |  | Alan Holdren CNA
La chiusura della Porta Santa di San Giovanni in Laterano | | Alan Holdren CNA
La chiusura della Porta Santa di San Giovanni in Laterano |  | Alan Holdren CNA
La chiusura della Porta Santa di San Giovanni in Laterano | | Alan Holdren CNA
La chiusura della Porta Santa di San Paolo Fuori le Mura |  | Daniel Ibanez CNA
La chiusura della Porta Santa di San Paolo Fuori le Mura | | Daniel Ibanez CNA
La chiusura della Porta Santa di San Paolo Fuori le Mura |  | Daniel Ibanez CNA
La chiusura della Porta Santa di San Paolo Fuori le Mura | | Daniel Ibanez CNA
La chiusura della Porta Santa di Santa Maria Maggiore |  | Lucia Ballester CNA
La chiusura della Porta Santa di Santa Maria Maggiore | | Lucia Ballester CNA

Il Giubileo della Misericordia si è concluso nelle varie Diocesi con la chiusura delle Porte Sante nelle diverse cattedrali e nei diversi santuari. Da adesso resterà aperta fino a domenica prossima solo la Porta Santa della Basilica di San Pietro che Papa Francesco chiuderà nel corso della Messa concelebrata con i nuovi cardinali che saranno creati nel concistoro di sabato prossimo.

A Roma le Porte Sante delle tre Basiliche Papali di San Giovanni in Laterano, Santa Maria Maggiore e San Paolo fuori le Mura sono state chiuse stasera dai rispettivi Cardinali Arcipreti: Agostino Vallini, Santos Abril y Castellò e James Michael Harvey.

In questo Giubileo - ha detto il Cardinale Vallini - abbiamo riscoperto che “la sorte finale del mondo non è in mano agli uomini, ma alla misericordia di Dio, di cui Gesù è il volto visibile. Avere fede in Lui vuol dire comprendere il nostro destino, attingere alla fonte della luce, della serenità e della  pace: Cristo-misericordia è l’atto ultimo e supremo  con il quale Dio ci viene incontro”.  Un frutto dell’Anno Santo - ha aggiunto il porporato - deve essere “l’impegno ad accrescere la nostra attenzione, la nostra cura e premura verso i sofferenti e i poveri. Nella parabola del Buon Samaritano Gesù ci insegna che non dobbiamo sentire lontano da noi nessuno, ma al contrario farci prossimo a tutti.  Accorgersi di chi soffre, interessarsi, impegnarsi a fare quanto ci è possibile per aiutare, sollevare, consolare, cercando di farlo con i sentimenti di Gesù, è un dovere di ogni discepolo di Cristo che oggi vogliamo rinnovare”.

Chiudendo la Porta Santa della Basilica di San Marco a Venezia il Patriarca Francesco Moraglia ha ribadito che “il nostro impegno - mentre si chiude l’Anno giubilare - non riguarda singoli proponimenti ma chiede di mettere al centro della nostra vita personale e comunitaria la fede; sì, la fede, la nostra fede battesimale, fatta di promesse e rinunce. Dobbiamo riscoprire il battesimo attraverso una fede coraggiosa che è fondamento di una speranza affidabile e di una carità operosa, accogliente verso tutti”.

A Milano la Porta Santa è stata chiusa dal Cardinale Arcivescovo Angelo Scola che ha ribadito in Duomo come “misericordia sia la parola definitiva sulla nostra esistenza. L’Anno Santo - che oggi si chiude in ogni diocesi del mondo, mentre a Roma il Santo Padre lo chiuderà domenica prossima - ci ha aiutato a riconoscerlo risvegliando il nostro bisogno di essere perdonati”.

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 Il Giubileo si è concluso anche nelle zone terremotate. Ieri il Vescovo di Rieti ha chiuso simbolicamente la Porta Santa in una tensostruttura, con il pensiero rivolto alle comunità di Accumoli e Amatrice. “Nessuno si sottragga - ha detto il prelato - è la sofferenza che ci rende migliori e capaci di futuro. C’è stato dato un tempo nuovo e imprevisto in cui possiamo riscoprire ciò che avevamo dimenticato e cioè che più delle cose della vita vale la vita. E allora torniamo all'essenziale. E l'essenziale è la vita stessa”.